Non profit

Casa del volontariato: un progetto che non andrà in fumo

L'iniziativa della Philip Morris

di Martino Pillitteri

La multinazionale del tabacco ha investito 250mila euro. A cui vanno aggiunte le ore donate da 200 dipendenti. Ecco perché lo ha fatto e come si impegnerà in futuro Per una volta anche in casa Philip Morris quello che conta non è il fumo, ma l’arrosto. Che, in soldoni, significa 250mila euro investiti sul progetto della Casa del volontariato (nella foto il progetto) dell’Aquila. Altri 17mila euro sono stati devoluti in ore di lavoro da 200 dipendenti dell’azienda. Insomma, un bel contributo alla raccolta fondi avviata nel maggio 2009 da CSVnet e dal Csv dell’Aquila che, ad oggi, ha raggiunto quota 724.154,97 euro a cui vanno aggiunti altri 350mila euro di impegni già sottoscritti. In tutto, il progetto della Casa del volontariato, il cui cantiere è stato aperto a fine agosto nell’area industriale di Pile, ad ovest della città, costerà 1,8 milioni di euro. Quali sono le ragioni che hanno spinto Philip Morris Italia a buttarsi a capofitto in questa avventura le spiega Cristina Benetti, responsabile Csr della multinazionale del tabacco.
Vita: Perché avete pensato alla Casa del volontariato dell’Aquila?
Cristina Benetti: Il terremoto dell’aprile 2009 ha lasciato senza casa migliaia di abruzzesi, anche quelli che con la loro attività di volontariato davano sostegno alla comunità. Infatti, più di cento associazioni che operavano nelle zone colpite dal sisma, oltre ad aver sofferto di perdite umane, sono rimaste senza sede e senza strumenti per portare aiuto alla loro comunità. Per questo ci è sembrato naturale cercare un progetto che potesse raggiungere il maggior numero di persone in difficoltà dopo la tragedia che le ha colpite, rilanciando le attività delle associazioni di volontariato già attive sul territorio, e quindi già consapevoli delle priorità su cui intervenire.
Vita: Quali sono invece i settori su cui vi impegnerete in futuro?
Benetti: Philip Morris International sostiene programmi che abbiano come scopo il miglioramento delle condizioni di vita in luoghi in cui i nostri dipendenti vivono e lavorano. Abbiamo creato un dipartimento dedicato alle donazioni e selezionato aree che riteniamo rappresentino le esigenze principali. Philip Morris International investe circa 25 milioni di dollari all’anno per cause benefiche in tutto il mondo.
Vita: In base a quali criteri decidete di finanziare un progetto?
Benetti: Abbiamo individuato cinque aree: fame e povertà estrema, istruzione, sostenibilità ambientale e condizioni di vita nelle comunità rurali, violenza domestica e soccorso in caso di calamità. Le segnalazioni dai diversi Paesi arrivano direttamente al centro operativo di Losanna da cui partono poi i finanziamenti.


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