Economia
Carta Famiglia: dopo tre anni le convenzioni sono solo due
Il Ministro Lorenzo Fontana chiama le aziende a una manifestazione di interesse per partecipare a un Tavolo istituzionale di confronto su conciliazione famiglia-lavoro e sostegno della natalità e della maternità in ambito aziendale. L'avviso cita fra le buone prassi anche l'adesione alla Carta Nazionale della Famiglia. Ve la ricordate? A tre anni dalla sua nascita conta soltanto due convenzioni...
Il Ministro Lorenzo Fontana chiama all’appello le aziende per promuovere la conciliazione fra i tempi della famiglia e i tempi del lavoro. L’invito è rivolto alle aziende con non meno di 50 dipendenti, a cui viene chiesto di manifestare il proprio interesse a partecipare a un Tavolo istituzionale di confronto e dialogo, presieduto dal Ministro Fontana stesso, «per la promozione della conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura della famiglia ed il sostegno della natalità e della maternità in ambito aziendale». L’avviso è valido fino alle ore 12 del 21 dicembre 2018. Il Tavolo, che sarà operativo per l’intera durata della legislatura, vuole favorire il confronto ma anche la conoscenza di buone prassi su welfare aziendale, conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura della famiglia, sostegno alla natalità e alla maternità in ambito aziendale.
L’avviso del Ministero fa riferimento esplicito alla volontà di «sostenere le aziende interessate ad adottare azioni positive e misure a favore della famiglia e della natalità» e alla necessità di «favorire un dialogo costruttivo fra istituzioni pubbliche e imprese sul tema della conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura della famiglia e del sostegno alla natalità e alla maternità in ambito aziendale».
Nell’Avviso si cita anche la possibilità per le aziende di aderire alla Carta Nazionale della Famiglia. Ve la ricordate? La carta era nata di questi tempi, tre anni fa, con la legge di stabilità 2016, su spinta dell’allora onorevole Mario Sberna. Ci sono voluti più di due anni per avere il regolamento, pubblicato il 9 gennaio 2018 in Gazzetta Ufficiale. La carta – rilasciata dal Comune di residenza, su richiesta della famiglia – è destinata alle famiglie con tre o più figli minorenni, con ISEE non superiore ai 30mila euro, regolarmente residenti in Italia (un emendamento appena presentato in legge di bilancio innalza l'età dei figli a 26 anni, segno che qualcuno a questa Carta ci crede ancora): in teoria serviva per dare accesso a sconti sull’acquisto di beni o servizi e riduzioni tariffarie. Una rete tutta da costruire, che ha mosso i primi passi solo il 1 febbraio 2018 (qui il tutorial per i dipendenti comunali). Sberna, al momento della pubblicazione del regolamento in Gazzetta, aveva auspicato che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali potesse concludere rapidamente «duo o tre grossi accordi nazionali, per dare contenuto alla Carta e lanciarla concretamente» e citato come esempi di possibili (auspicati) accordi «Trenitalia e i musei», «sarebbe un debutto significativo per la Carta, poi mi auguro che inizino a farsi vivi i privati». Sono passati nove mesi e incuriositi da quella citazione nell'Avviso del Ministero, siamo andati a cercare.
Nella sezione dedicata, sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la Carta Famiglia ad oggi conta solo due convenzioni attive: una del Comune di Tremezzina (CO) per i musei comunali e con l’Associazione sportiva dilettantistica di arti marziali Hakuryu e una del Comune di Cessapalombo (MC), con "La Bottega" e "Farmacia Tortolini". Il Comune di Castel Goffredo (MN) ha invece aderito alla Carta e approvato un avviso pubblico per la presentazione della domanda da parte di soggetti pubblici e privati del territorio comunale. Pochino, no?
Foto Unsplash
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