Sostenibilità

Carta del clima,il primo passo

Millennium Goals: lo sviluppo sostenibile raccontato da Angelo Ferrari

di Redazione

Obiettivo 7. Assicurare la sostenibilità ambientale. È uno dei Millennium Goals. Quelli che dovrebbero salvare il pianeta: dalla malattia, dalla povertà, dalla fame, dalla distruzione ambientale, dall?analfabetismo, dalle diseguaglianze per arrivare ad un?alleanza globale per favorire lo sviluppo. E tutto si dovrebbe realizzare entro il 2015. Purtroppo non sarà così. Si continuerà a morire di fame, di malattie, e i milioni di poveri continueranno a vivere giorno dopo giorno, inventandosi un futuro che, per loro, sembra non esserci.

Ma i poveri non possono aspettare perché il futuro o sarà di tutti o non sarà. Ecco perché, in questa rubrica, vogliamo scrivere del nesso che esiste tra salvaguardia dell?ambiente e sviluppo sostenibile e lo faremo raccontando quelle esperienze, quegli impegni, che magari non trovano spazio nel supermercato dell?informazione globale, ma che, invece, hanno una dignità ancora più alta: quella della vita condivisa con chi ha meno, o nulla, per restituirgli la speranza nel futuro.

Va in questa direzione la Carta per il clima, l?equità e la lotta alla povertà, sottoscritta da 30 sigle tra associazioni ambientaliste, ong e sindacati, tra cui WWF, Greenpeace, Legambiente, Cgil, Cisl e Uil, Focsiv e Cispi. La Carta fissa l?impegno per ogni associazione a battersi perché i mutamenti climatici siano controllati e tenuti al di sotto dell?aumento dei 2 gradi rispetto al periodo preindustriale. Sono i poveri e i Paesi meno sviluppati a subire per primi, e in misura sempre crescente, le conseguenze del riscaldamento globale.

Un effetto concreto, la Carta l?ha già attenuto. Destinare una percentuale, da definire, dei soldi del Carbon fund italiano per una quota di energie rinnovabili a chi l?energia non ce l?ha (circa 2 miliardi e 200 milioni di persone): l?idea è di utilizzare una parte del credito di emissioni per progetti di energia primaria. Ma ancora. Oltre ai 50 milioni di euro già previsti, il ministero dell?Ambiente si impegna per altri 100 milioni all?anno fino al 2012 in cui si faranno i conti per il raggiungimento degli obiettivi del protocollo di Kyoto.

Una proposta e un impegno presi durante la presentazione della Carta dal capo della segreteria tecnica del ministero, Fabrizio Fabbri, che ha anche proposto la creazione di un?agenzia interministeriale nazionale per la gestione dei fondi del Carbon fund italiano, ora veicolati dalla Banca mondiale. «Una gestione», ha detto Fabbri «che garantirebbe progetti di cooperazione di qualità ai fini del protocollo di Kyoto. Quelli attuali risultano, infatti, deplorevoli e discutibili».

Il sottosegretario agli Esteri, Patrizia Sentinelli ha sottolineato che è indispensabile «produrre modelli di sviluppo del tutto alternativi a quelli energivori e soprattutto alla dipendenza dai fossili a favore delle energie rinnovabili. Siamo a un cambio di passo, ma dobbiamo vedere se il governo e la cooperazione, della quale io sono responsabile, sono all?altezza».

Un cambio di passo promesso. Ma quante volte nel corso degli ultimi cinquant?anni abbiamo sentito questa frase? Molte. C?è solo da augurarsi che dalle promesse si passi ai fatti reali. Vigileremo.


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