Non profit
Caro Visco ti scrivo…
"Vita" lancia uniniziativa per tutte le organizzazioni escluse dal 5 per mille 2007 per motivi formali: unistanza con cui difendersi e obbligare il ministero a dare risposte.
di Redazione
Una grande iniziativa a favore delle organizzazioni escluse dal 5 per mille 2007, che secondo attendibili stime sarebbero un terzo del totale (cioè circa 10mila). Ecco l?idea di Vita per consentire ai tanti enti «non validati» per motivi squisitamente formali di fare appello al ministero dell?Economia, forti di alcune certezze: le esclusioni – si veda il parere di uno dei massimi esperti di Diritto amministrativo in Italia, il professor Giorgio Pastori – sono non solo contrarie al buon senso, ma anche alle leggi italiane, alla normativa tributaria e perfino alla Costituzione.Si apre dunque un varco, fondato e motivato, per fare istanza allo stesso ministero, chiedendo che riveda quanto disposto dal dpcm dell?anno scorso e quindi riammetta gli esclusi che hanno tutte le caratteristiche per poter accedere al contributo, e che hanno peccato esclusivamente nell?invio dei documenti che attestavano questo loro stesso diritto. Il cardine su cui si basa l?istanza è qui: in base a un articolo della legge 241 del 1990 (la riforma del procedimento amministrativo, tra l?altro scritta dallo stesso Pastori), al cittadino la pubblica amministrazione non può richiedere informazioni che sono già in suo possesso. Una disposizione che è stata fatta propria dal Fisco, attraverso lo Statuto dei diritti del contribuente. Quindi (ed è la spina dorsale dell?istanza) l?Agenzia delle Entrate non doveva chiedere documenti che comprovassero lo status di onlus, l?indirizzo, o altre specifiche che la stessa Agenzia poteva facilmente rintracciare nei propri uffici, o comunque richiedere ad altri dipartimenti pubblici. Non solo: la stessa 241 prevede che il responsabile di un procedimento possa chiedere la rettifica di istanze «erronee o incomplete» al fine di sanarle, mentre alle associazioni escluse dal 5 per mille per aver dimenticato, per esempio, una fotocopia nessuno ha chiesto di spedirla per integrare la pratica incompleta. Altri elementi da sottolineare sono: l?invio dell?istanza, che deve avvenire preferibilmente tramite raccomandata per conservare prova della data di invio, non esclude la possibilità di presentare ricorso al Tar contro l?esclusione entro 60 giorni dal ricevimento della raccomandata che notifica la non validazione. In ogni caso, l?istanza innesca un procedimento amministrativo di autotutela, in seguito al quale l?amministrazione (cioè il ministero) ha l?obbligo di provvedere, e su un suo eventuale silenzio è possibile fare ricorso. Non solo: in caso di «reiezione espressa» dell?istanza, o di silenzio, gli enti che presentano ricorso al Tar possono chiedere al tribunale di estendere il giudizio anche alla conclusione del procedimento di autotutela. cco perché conviene a tutti gli enti esclusi inviare l?istanza, la cui messa a punto si deve al professor Luca Perfetti, avvocato e docente di Diritto amministrativo all?università di Urbino. Trovate le modalità tecniche di invio, gli indirizzi e le istruzioni per partecipare alla campagna in queste pagine.
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