Famiglia

Caro Veronesi, non si stacca così la spina

Eutanasia: un attore contro l’ex ministro della sanità. Bergonzoni è il testimonial di un’associazione che aiuta i familiari di persone in coma.

di Benedetta Verrini

Èun brutto precedente. Chi ha dei dubbi sulla possibilità di un risveglio dal coma, con questo rapporto del ministero della Sanità sicuramente se li fa passare». Ad Alessandro Bergonzoni il rapporto della commissione istituita dall?ex ministro Veronesi «sui soggetti in stato vegetativo permanente», proprio non è andata giù: «Davanti alla scelta di staccare o no la spina, io sono con tutte le mie forze per la battaglia, e per il rispetto dell?anima e della mente di chi si trova in questa situazione». Da qualche tempo l?attore è testimonial dell?associazione Gli amici di Luca, che sta raccogliendo fondi per costruire a Bologna una casa dei risvegli, un centro altamente innovativo per giovani in coma. Ovvio che il documento degli esperti di Veronesi – che ha stabilito la possibilità di interrompere la nutrizione e l?idratazione artificiale di chi si trova in stato vegetativo dopo un anno di osservazione – è apparso a Bergonzoni «un bell?incentivo a chi è contrario o a chi è dubbioso a disinteressarsi completamente del problema. Rispetto la posizione delle tante famiglie che assistono da tantissimi anni parenti in coma. Io stesso sono in cammino, mi sto lentamente costruendo un?opinione sul tema, ma credo che sia necessario partire da un altro concetto: una persona in coma ha dei tempi completamente diversi dai nostri, e un anno mi sembra davvero poco per decidere della sua sopravvivenza». All?attore, che in questi giorni compare su tutti i giornali ed è protagonista di tre bellissimi spot sociali per l?associazione (in cui sottolinea, a modo suo, la temporaneità dello stato di coma), abbiamo chiesto come si è avvicinato al problema e come si costruisce una campagna di comunicazione sociale. Vita: Come hai conosciuto gli Amici di Luca? Bergonzoni: Attraverso l?amicizia di Fulvio De Nigris, il fondatore dell?associazione e papà di Luca. La famiglia De Nigris, per tutta la storia letta, scritta e vissuta intorno alla malattia e alla vicenda del loro figlio, è un po? un?istituzione per noi bolognesi. Intorno a loro si è lentamente costruito un gruppo di studio e di lavoro di notevolissimo coraggio e di grande costruttività. La loro incredibile volontà mi ha fatto capire che il loro sogno era realizzabile e che potevo collaborare, nella maniera che mi risulta più congeniale, come testimonial. Vita: È difficile fare una campagna per un tema così serio conservando la tua identità di attore comico? Bergonzoni: La mia passione per il pensiero, per l?onirico, per l?inconscio mi ha fatto sentire vicino a un?associazione che, secondo me, affronta il tema della mente, del pensiero dell?uomo in un momento in cui si astrae e momentaneamente se ne va. Ho voluto creare un messaggio che togliesse al coma l?idea di malattia e di irreversibilità. Vita: Hai mai sperimentato altri tipi di campagne pubblicitarie? Bergonzoni: Sono un neofita e lo dico con orgoglio perché non ho mai fatto pubblicità per nessun prodotto. I miei rifiuti di tanti anni sono stati coronati con la possibilità di fare una pubblicità sociale. Vita: Ma a chi è diretto un messaggio come questo? Bergonzoni: Questa campagna è soprattutto per i non coinvolti e per il mondo della medicina, perché sono le persone che devono rapportarsi col coma anche se non sono i parenti di un malato. L?idea di fondo, infatti è stata quella di creare, dal punto di vista del fantastico, dell?immaginario, un messaggio che possa portare le persone a non intimorirsi, a non impaurirsi, a non scandalizzarsi di fronte a un tema che comunque ci appartiene pro-fondamente. Vita: Appartiene anche te? Bergonzoni: Sì, anch?io sono stato toccato dall?esperienza del coma. è successo al mio socio Claudio Calabrò, e poi a una mia amica carissima. Vita: Quanto ti fai coinvolgere dall?ideale che sostiene una campagna? <><> Mi faccio coinvolgere sempre parecchio, violentemente. In questo caso credo che l?emarginazione dovuta a un momento di stasi nella salute di una persona non possa essere che razzismo, e allora combatto anche quello. L?impegno sociale e il volontariato hanno sempre fatto parte della mia vita. In passato a Bologna ho fatto parte di un gruppo di reinserimento per gli ex tossicodipendenti e gli ex carcerati. Adesso mi interesso anche del mondo della malattia mentale. Per Luca, nato due volte nasce l’associazione Amici di Luca Luca De Nigris era un giovane di sedici anni, rimasto in coma per dieci mesi e curato a Innsbruck in una clinica altamente specializzata, pagata grazie alle donazioni di tanti privati che hanno sostenuto la famiglia. Luca uscì dal coma, nonostante la diagnosi di morte cerebrale espressa dai medici, ma nel 1998 è venuto a mancare. Da questa esperienza è nata l?associazione che attualmente promuove la costruzione di una ?casa dei risvegli? per giovani in coma a Bologna, nell?area dell?ospedale Bellaria. La struttura, unica nel suo genere in Europa, sarà realizzata in modo che i familiari possano vivere insieme al paziente e diventare parte attiva della terapia. Info: www.amicidiluca.it


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA