Politica

Caro Tremonti, le famiglie si stanno spazientendo

Intervista al presidente del Forum, Francesco Belletti

di Maurizio Regosa

«L’anno scorso il bonus. Che non ci piaceva. Quest’anno neppure quello. E del quoziente nessuna traccia. Aspettiamo le prossime mosse, ma siamo pronti a scendere in piazza» «La politica è costantemente appiattita sulla congiuntura, sull’emergenza. Anche per questo la famiglia è letta, dai titolari dell’economia di destra e di sinistra, in termini di costo e non, come noi sosteniamo, come un’opportunità. Ora poi che il portafoglio del governo è gestito dal superministro Tremonti?». Francesco Belletti, direttore del Centro internazionale studi famiglia, membro della Consulta nazionale di Pastorale familiare presso l’ufficio Famiglia della Conferenza episcopale italiana, e – dal luglio di quest’anno – presidente del Forum delle associazioni familiari, è molto preoccupato: in Finanziaria non sono previste iniziative a favore dei nuclei familiari, neanche sotto forma di bonus. Da parte del governo, tante rassicurazioni, ma – per ora – un bel nulla di fatto.

Vita: Eppure il quoziente familiare è nel programma della maggioranza?
Francesco Belletti: Una presenza che avevamo accolto con favore. Del resto è un obiettivo confermato anche recentemente da un carteggio fra Giovanardi e Berlusconi. Il premier ha ribadito che l’esecutivo l’avrebbe introdotto entro la fine della legislatura. Quindi noi ci siamo mossi con una prospettiva di medio periodo.
Vita: Cosa avete proposto?
Belletti: Abbiamo fatto una richiesta per la prossima Finanziaria: usare 2,4 miliardi per una graduale introduzione del quoziente. La cifra non è casuale: è la stessa stanziata l’anno scorso per il bonus famiglia. Un provvedimento che abbiamo criticato anche noi perché congiunturale, episodico e che non ha raggiunto le famiglie, specie quelle con figli, le più tartassate dal fisco. Quindi non chiedevamo un euro in più rispetto al 2008. Dalle dichiarazioni prevalenti sembra che questa cifra non sia rimasta nemmeno nella forma del bonus.
Vita: Quindi siete preoccupati.
Belletti: L’anno scorso si è deciso che la crisi stava colpendo duro e c’era bisogno di un provvedimento da 2 miliardi e 400 milioni. Oggi riaffermiamo questa necessità. Se l’economia dà segnali di ripresa, per quanto deboli e ambigui, siamo invece certi che le famiglie stanno ancora sopportando pesantemente le conseguenze della situazione economica.
Vita: Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani dice che il peggio deve ancora arrivare. Voi cosa ne pensate?
Belletti: Gli ammortizzatori sociali non sono capaci di modularsi in funzione dei nuclei con carichi familiari. Non vogliamo aggiungere un nuovo interesse particolare nell’assalto alla diligenza della Finanziaria. Siamo però convinti che ripartire dalla famiglia significa far ripartire il Paese. Introdurre gradualmente il quoziente è anche un modo di sostenere i consumi rimettendo in movimento il sistema economico.
Vita: Cosa succederà ora?
Belletti: Crediamo che ci siano spazi di lavoro comune, in termini di audizioni, gruppi di lavoro, di assunzione di responsabilità, di individuazione delle priorità. È una battaglia anche culturale. Occorre però che le famiglie rendano evidente che quello che è bene per loro è bene per tutti.
Vita: Pensate a mobilitazioni?
Belletti: Se le scelte finanziarie non coinvolgeranno la famiglia, certamente faremo sentire alta e chiara la nostra voce con le modalità che riterremo più opportune. Attualmente siamo ancora in una fase di dialogo, di contatti, di discussioni su scelte ancora da fare.

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