Cultura

Caro Totti, benvenuto (per poco) nel mondo dei disabili

Caro Totti innanzitutto, solidarietà.

di Franco Bomprezzi

Caro Totti, innanzitutto solidarietà. So bene che cosa si prova quando ci si frattura una gamba. Da piccolo mi è successo talmente tante volte che la cosa appariva normale perfino a me. Però il ricordo del dolore fisico, lancinante, pazzesco, quello non lo dimentico, e dalla tua espressione, con il piede che si gira dalla parte sbagliata e strappa tutto quello che lo tiene al suo posto, ho capito che il male era forte, intenso, bruciante. Questo per te non è il momento delle barzellette. Nessuno, spero, ti prenderà in giro. è invece una prova della vita, uno strano giro di valzer del destino, che ti accomuna ad altri grandi dello sport, e del calcio in particolare. Non so se riuscirai ad essere pronto per i Mondiali, te lo auguro di cuore. Ma penso che la cosa più importante, oggi, è che tu viva il momento della sfida con quel misto di accettazione e di lotta che sono la premessa di una buona riabilitazione. Avrai le cure migliori, quelle che molti altri ragazzi non possono avere, e questo lo sai benissimo. Essendo un atleta forte il tuo organismo reagirà bene.
Ma è dentro la testa che si decide da che parte stare, se sentirsi sconfitti dalla vita o chiamati ad una nuova battaglia. Improvvisamente, e anche ingiustamente, ti trovi a vivere la normalità di una gamba fuori uso. Benvenuto nel mondo dei disabili, sia pure temporanei. Non ti sto prendendo in giro, credimi. Penso anzi che questa esperienza, per quanto brutta possa essere, ti potrà aiutare a capire meglio tante cose e dopo, magari, ad aiutare anche altri a puntare sulla qualità della riabilitazione. Se ti servono consigli, scrivi pure. Ho sempre sognato di essere un grande campione. Ma, come direbbe De Gregori, «non è da questi particolari che si giudica un calciatore».
Buona fortuna, ce la farai.

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