Non profit

Caro Terzo settore, sbagli

"Sbaglia chi pensava che questo fosse un luogo di consultazione. È un luogo tutt’altro che virtuale dove si ascoltano i cittadini. Al resto ci penserà l’Unione".

di Ettore Colombo

Alla Fabbrica del Programma di Prodi – quella, per capirci, che si trova in un capannone alla periferia nord di Bologna, «luogo tutt?altro che virtuale», dice secco il responsabile della Fabbrica, il deputato della Margherita e braccio destro del Professore, Giulio Santagata – «si lavora e tanto», sottolinea. Nessuno, a dire la verità, voleva metterlo in dubbio, ma Santagata e i suoi si sono sentiti punti nel vivo quando Vita li ha descritti come «un non luogo sostanzialmente artistico». Ora, stante il fatto che ci siamo limitati a raccogliere i malumori captati colloquiando con diversi esponenti del terzo settore, non ci dispiace affatto raccogliere il punto di vista di chi, appunto, nella e per la Fabbrica lavora.
«Nei suoi quasi quattro mesi di vita la Fabbrica», spiega Santagata, «ha avuto modo di rendersi riconoscibile e fruibile da centinaia di persone, oltre 1.500 soltanto durante i 13 incontri finora organizzati ma sono almeno il doppio i contributi scritti arrivati da altrettante migliaia di cittadini. Un lavoro fatto tutto da volontari», sottolinea il suo coordinatore, «che vuole certamente contribuire alla preparazione del programma di tutta l?Unione per la rinascita dell?Italia ma che è soprattutto un luogo di ascolto, dove i cittadini, le categorie sono invitati a discutere in modo specifico dei loro problemi». Insomma, se il metodo è quello di costruire «un programma condiviso, partecipato, dal basso, con chi vive concretamente i problemi di tutti i giorni», Santagata sottolinea «questo facciamo, senza alcuna intenzione di sostituirsi ai partiti e far credere che sia la Fabbrica il luogo dove il programma dell?Unione viene formalmente varato».
Non è qui che il terzo settore deve bussare se non si sente coinvolto dai partiti dell?Unione nell?elaborazione del programma, fa capire. Il problema che però emergeva dalle (tante) voci raccolte da Vita evidenziava come anche Prodi non passasse ultimamente come promotore di grandi canali di ascolto con la società civile organizzata. Santagata nega recisamente: «Prodi è sempre stato attentissimo alle iniziative di questi mondi e pensa si tratti di risorse indispensabili dal punto di vista etico e della partecipazione politica». «Il non profit? Per noi», dice Santagata, «rappresenta un interlocutore privilegiato che non riteniamo affatto di aver trascurato. Circa 60 operatori del terzo settore hanno partecipato alle giornate sul welfare, sugli immigrati e a molti altri incontri. Per la ripresa autunnale, comunque, abbiamo in programma una giornata con la Tavola della Pace e anche un?iniziativa ad hoc su terzo settore e volontariato. Il lavoro continua».

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