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Caro presidente Amato non vada per il sottile

Undici mesi di governo per provare a fare quello che Prodi e D'Alema in quattro anni non hanno fatto.

di Francesco Maggio

Il Terzo settore guarda al nuovo inquilino di Palazzo Chigi con timide speranze e con molto disincanto. Edo Patriarca (Forum): «Dopo quattro anni di attese, siamo delusi. Aspettiamo passi concreti su assistenza, sussidiarietà, servizio civile ed editoria ». Luigi Bobba (Acli): «Non dimentichi formazione, incentivi alle imprese sociali, patronati ed Authority» Il tempo sta irrimediabilmente per scadere. Alla fine della legislatura mancano 11 mesi comprensivi di ferie estive, ferie natalizie e lunghi lavori e trattative per la finanziaria. Una legislatura lunga, probabilmente, cinque anni e scandita sin qui da ben quattro governi. Il tempo per le deleghe in bianco al Governo, la fiducia incondizionata nei suoi buoni propositi si sono consumati da tempo, rimane l?attesa speranzosa che alla fine non si butti via del tutto una legislatura cominciata, con il Patto della solidarietà siglato a Padova, sotto i migliori auspici per il settore non profit ed invece in procinto di concludersi quasi con dei nulla di fatto. Ad eccezione infatti di pochi provvedimenti, peraltro alcuni dei quali concepiti ben prima del ?96, e non ancora pienamente in vigore (come nel caso della riforma delle fondazioni bancarie che necessita dei nuovi statuti per diventare a tutti gli effetti operativa) è rimasto pressoché lettera morta un lunghissimo elenco di proposte e disegni di legge, regolamenti attuativi, nonostante i molteplici protocolli d?intesa, confronti periodici, piattaforme programmatiche che il mondo del Terzo settore, Forum permanente in testa, in questi anni ha instancabilmente promosso con l?Esecutivo e il Parlamento. L?ultima chance allora per non iscrivere anche la XIII legislatura nel registro delle occasioni mancate per diffondere nel nostro Paese una solida cultura e pratica della gratuità si chiama, piaccia o non piaccia, Giuliano Amato, persona sicuramente competente e sensibile ai temi della solidarietà, conoscitore dell?economia sociale e dei suoi meccanismi di funzionamento, al quale la società civile organizzata avanza una sola ma ineludibile, richiesta: varare almeno pochi ma qualificati provvedimenti a sostegno del non profit. «C?è davvero tanta delusione dopo quattro anni di attese» avverte Edo Patriarca, portavoce nazionale del Forum permanente del Terzo settore, «anche se Amato ci sembra un presidente del Consiglio molto più disponibile di D?Alema a discutere insieme a noi delle questioni che riguardano il non profit. Perciò, la prima cosa che siamo intenzionati a fare, è quella di ripresentargli esattamente la stessa piattaforma programmatica che consegnammo a Massimo D?Alema il 3 dicembre scorso, rimasta completamente disattesa, nella quale sono elencate le questioni che riteniamo presentino un particolare carattere di urgenza e che poi, in sostanza, sono sempre le stesse che andiamo ripetendo da anni: legge quadro di riforma dell?assistenza, legge sulla cooperazione allo sviluppo, sussidiarietà, editoria, servizio civile. Ne restano fuori molte altre», continua Patriarca, «ma il tempo che resta per condurre in porto almeno qualche utile provvedimento è davvero poco. Per questo auspico che il presidente Amato risponda alla prima lettera-invito di incontro che gli invieremo, affinché si attivi subito una proficua interlocuzione che vorremmo proseguisse il 20 giugno prossimo, con la sua partecipazione alla nostra assemblea nazionale. Spesso abbiamo invitato alle nostre manifestazioni membri dei Governi precedenti che ancora oggi si ritrovano ai loro posti e sistematicamente le hanno disertate»., prosegue Patriarca, «La presenza del nuovo premier assumerebbe così anche una forte valenza simbolica di un interesse nuovo per il nostro mondo di cui sentiamo un forte bisogno». Un bisogno di attenzione rinnovata e tanto scetticismo. Lo stesso che abbiamo riscontrato nei giorni scorsi a Padova in occasione di Civitas, il salone nazionale dell?economia civile e della solidarietà, giunto quest?anno alla sua quinta edizione. «Ho molti dubbi sul fatto che Amato inverta decisamente la rotta inconcludente del Governo sul Terzo settore, rispetto al passato» dice Giorgia, operatrice socio-assistenziale in una cooperativa sociale del vicentino, «ma me lo auguro fortemente». Le fa eco Cinzia, volontaria in un?associazione milanese impegnata nella prevenzione alle devianze giovanili: «È una persona competente, ma lo attendiamo alla prova dei fatti». Ecco allora che un utile promemoria per il neo premier sulle cose da fare potrebbe essere quello che attraverso Vita Luigi Bobba, presidente nazionale delle Acli, ha deciso di inviargli: «Ad Amato, che è tecnico di valore ed ha anche una marcata sensibilità sociale, mi sento di inviare un breve promemoria su cinque ma fondamentali questioni che possono essere condotte in porto entro la fine della legislatura: 1) portare a compimento la legge sulle associazioni di promozione sociale. Il Governo solleciti la Camera per un avvio urgente della discussione; 2) la riforma della formazione professionale e il conseguente sblocco dei fondi previsti nel Pacchetto Treu del ?97. D?Alema l?aveva annunciato tre volte, Amato ora lo realizzi; 3) sul suo tavolo troverà il decreto per gli incentivi per le imprese sociali. Manca solo la sua firma, la metta subito; 4) l?Authority per il Terzo settore. È un tormentone a cui mettere fine. Può diventare un punto di riferimento autorevole per il non profit; 5) infine, la legge dei patronati. Manca solo il via libera della Camera. Il Governo, forte delle argomentazioni con cui la Corte Costituzionale ha respinto la richiesta di referendum per abolirli, solleciti l?approvazione della legge. «Amato», conclude Bobba, «in un recente dibattito sulla new economy ha detto che essa deve assomigliare ad Eta Beta, dotata di un grande cervello ma anche di sentimenti. Ma non è la caretteristica dell?economia senza fine di lucro?».


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