Formazione

Caro Pisapia, grazie per le tue lezioni di civilt

Il Francobollo/ A volte si ha la sensazione che sia morta anche la pietà. Che non ci sia tempo e modo neppure per indignarsi. La civiltà di un popolo si misura anche dai silenzi

di Franco Bomprezzi

Caro Pisapia, ho sempre apprezzato il tono equilibrato e responsabile con il quale, ogni volta che puoi, spieghi quanto grave sia la situazione della giustizia in Italia e in particolare come le nostre carceri non siano in queste condizioni un luogo di riabilitazione e di rieducazione alla società civile, oltre che di giusta espiazione di una pena. Mi rivolgo a te proprio perché il tuo tono serio e rispettoso delle idee altrui dimostra che è possibile, oltre che doveroso, uscire dalle logiche di schieramento per svolgere quel ruolo di parlamentari al servizio dei cittadini, del quale spesso si sente parlare del tutto a vuoto. Difficile sapere mentre scrivo se effettivamente amnistia e indulto supereranno gli scogli di veti incrociati e di paure inconfessabili. Ma chi aspetta in carcere, nelle condizioni che ormai solo chi non vuol sentire e non vuol vedere non conosce, ha soprattutto diritto a non essere preso in giro.

I dati incredibili sul numero dei suicidi dietro le sbarre, gli indici di affollamento, i tempi dei processi, tutto fa pensare che neppure questo piccolo gesto di attenzione e di rispetto basterà a riportare condizioni di vita appena decenti. Parlamentari come te, che lavorano senza alzare la voce, convinti di essere prima di tutto al servizio dei cittadini, meriterebbero un?attenzione maggiore da parte dei tanti colleghi che affollano con i loro microfoni i soliti noti, impegnati a spararle sempre più grosse, in vista della più faticosa e triste campagna elettorale degli ultimi anni. Ma forse è meglio che tu continui a lavorare per il risultato.

A volte si ha la sensazione che sia morta anche la pietà. Che non ci sia tempo e modo neppure per indignarsi. La civiltà di un popolo si misura anche dai silenzi, non solo dal numero dei telefonini. Buon lavoro e buona fortuna.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.