Sostenibilità
Caro ministro, più coraggio
Il presidente del WWF Italia dà i voti all'azione di governo sull'ambiente
di Redazione
Il nucleare sottrae risorse alle rinnovabili. E troppi soldi per infrastrutture inutili Il presidente Obama ha recentemente affermato davanti l’Assemblea dell’Onu che la sfida ai cambiamenti climatici è «difficile, ma non impossibile». Anche il WWF la pensa allo stesso modo. Siamo di fronte alla necessità di rivedere i nostri modelli di sviluppo e di vita. Del resto si è visto che, anche sotto il profilo economico, lo schema finora seguito non funziona. La crisi ancora in corso è una esplicita bocciatura di questo modello, giunta non ancora dalla natura, bensì paradossalmente dallo stesso mercato.
Abbiamo tutti sperato che questa crisi ci aiutasse a rivedere questi errori e a concepire un modello di sviluppo non basato sulla quantità, ma sulla qualità. E crediamo che l’emergenza climatica possa essere uno stimolo per avviarci su un percorso virtuoso. Pertanto, le due disgrazie – dal WWF annunciate da decenni -dell’accelerazione dei cambiamenti climatici e della crisi economica rappresentano un momento congiunturale favorevole per la svolta necessaria e auspicata.
Cosa fare? Per contrastare i cambiamenti climatici, ridurre al più presto le emissioni di gas serra. Per superare la crisi economica, investire su settori che possano avere un’ampia crescita. Secondo il WWF questo si ottiene trasferendo le risorse da settori produttivi e di consumo che dipendono dal carbonio fossile a settori nuovi a zero emissioni. Questo significa finanziare ricerca, nuove imprese, stimolare la crescita di una differente cultura. Se dobbiamo fare un bilancio delle azioni assunte dal governo, non possiamo essere soddisfatti. A L’Aquila è stato sancito l’obiettivo da parte di tutti i Paesi di non superare i 2 gradi centigradi di aumento medio della temperatura globale e di ridurre drasticamente le emissioni entro il 2050. Ma, come qualcuno ha affermato, nel 2050 tutti i firmatari dell’impegno assunto a L’Aquila non avranno alcun incarico di governo. È come aver firmato una cambiale che pagheranno gli eredi.
E nel frattempo? Non ci sono impegni intermedi. Noi avremmo voluto vedere in che modo si raggiunge quell’obiettivo, cosa si deve fare già oggi. Al momento non ci sono risposte al riguardo. E il 20% europeo è insufficiente. Anzi, non possono che preoccupare le scelte che si vanno operando. Il nucleare – pericoloso, costoso e ingestibile – non è vero che riduce le emissioni di CO2, ma al momento sottrae solo risorse alle energie rinnovabili, e blocca la loro crescita. Gli interventi a sostegno dell’auto, alla realizzazione del “piano nazionale degli inceneritori”, i miliardi del CIP/6 destinati all’industria del petrolio, i miliardi per opere inutili come il Ponte sullo Stretto costituiscono un ammontare di risorse che non sono assolutamente comparabili con quelle dedicate al sostegno delle energie rinnovabili o al risparmio energetico. Il bilancio, dunque, ci dice che si stanno utilizzando le risorse pubbliche ancora oggi per sostenere progetti che non hanno futuro e che contribuiscono ad accelerare il cambiamento climatico in atto. Occorre coraggio. E neanche molto. Infatti, la maggioranza della popolazione sta dalla parte dell’ambiente e del futuro.
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