Caro ministro del Welfare, onorevole Roberto Maroni, dalla data del suo ufficiale insediamento insieme agli altri 23 ministri del secondo governo Berlusconi, sono ormai passati 120 giorni. Correva l?11 giugno 2001, quando lei prestò il suo giuramento di ministro della Repubblica italiana. Da quella data sono ormai passati quattro mesi, 120 giorni che al netto delle meritate ferie estive fanno quei benedetti 100 giorni, traguardo in cui è lecito cominciar a tirare qualche somma e azzardare, perché d?azzardo ancora si tratta, i primi bilanci. In questi mesi abbiamo avuto modo di apprezzare la sua voglia di conoscere il Terzo settore, ha voluto incontrare con molta umiltà le realtà associative e le loro rappresentanze, siamo stati testimoni diretti della sua sorpresa per questo pezzo d?Italia positiva e costruttiva. Personalmente sono stato testimone di qualche ?assalto al ministro? in cui ciascuna delle associazioni presentava la propria buona causa e necessità, e l?ho vista, onorevole Maroni, sinceramente attento, quasi scrupoloso nell?ascolto e nei ragionamenti sul futuro del non profit italiano. Sappiamo, e siamo del tutto coscienti, che proprio a lei è toccato il difficile compito di dar seguito a una riforma che prevedeva l?accorpamento dei due ministeri, quello del Lavoro e quello degli Affari sociali in un?unica megastruttura denominata ministero del Welfare. Sappiamo che ha dovuto mettere mano alla riorganizzazione logistica, alla ricollocazione dei budget, e poi la girandola dei funzionari e dei dirigenti, il libro bianco sul lavoro e le faticose trattative con i sindacati e le parti sociali. Insomma, sappiamo che non se n?è stato con le mani in mano.
Ma il tempo passa, e sono passati esattamente 100 giorni da che lei è ministro ed è davvero ora di provare a dare qualche segnale. C?è un tempo in cui è necessario ascoltare e ragionare e un tempo in cui è pure necessario agire, dare dei segnali, proporre linee guida, prendere provvedimenti, altrimenti la sua sarà una continua e trafelata rincorsa ai problemi, convegno dopo convegno. Questo suo primo traguardo, onorevole, l?ha vista all?arrivo mentre sulla sua testa cadeva la tegola della Commissione preposta alle adozioni internazionali che ha bloccato ogni attività e, di conseguenza, anche la già difficile e stretta strada su cui si incamminano, per generosità, 15mila famiglie italiane ogni anno.
Onorevole ministro, le sue prime reazioni sono state all?insegna del: «Un attimo, fatemi capire, io non sapevo, intervenga il governo». Reazioni superficiali e offensive rispetto alle attese delle 30 coppie italiane all?estero per conoscere i loro futuri figli, rispetto al destino dei 300 bambini per cui era già in atto una pratica di adozione, e rispetto anche alle attività dei 56 enti autorizzati all?adozione internazionale. Ministro lei ?deve? sapere, ?deve? scegliere, ?deve? risolvere in tempi brevissimi questa incresciosa situazione. Ma la vicenda tormentata delle adozioni internazionali non è l?unica questione in lista d?attesa. Si ricorda l?Agenzia di controllo sulle onlus più nota come Authority del non profit? Le nomine erano state da lei promesse entro settembre! Suvvia, si tratta di 11 nomi su cui si è già ragionato troppo, che aspetta? Lei sa benissimo quale danno procuri al Terzo settore italiano il ritardo di ben quattro anni nell?istituzione di questo organismo. E già la Finanziaria incombe. Saprà accogliere le proposte del Forum del Terzo settore?
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