Formazione

Caro Manconi, ti sfidiamo alla pari

Scuola libera Verdi contro Verdi: il leader nazionale contestato dai militanti veneti

di Paola Mattei

Arretrati, monopolisti e perfino liberticidi. Definizioni davvero poco adatte a un partito come quello dei Verdi, da sempre paladino di ogni diversità e fieramente avverso alla conservazione. Eppure sono proprio queste le accuse lanciate al portavoce nazionale Luigi Manconi da una parte del suo stesso partito, quella veneta.
L?arcipelago verde si schiera contro la parità della scuola non statale? In Veneto non ci stanno. Per questo nessun verde serenissimo ha partecipato alla manifestazione indetta dalle forze della sinistra contro la parità della scuola svoltasi a Roma il 19 dicembre. E mentre i colleghi dell?Emilia Romagna minacciano addirittura di andarsene dalla maggioranza in aperta polemica con la Regione che ha deciso un contributo per le spese di frequenza degli istituti privati, loro mandano una lettera a Manconi in cui lo invitano a riconoscere l?utilità sociale della scuola non statale e il diritto di tutti a sceglierla senza essere penalizzati economicamente.

Scuola privata non profit? Si, grazie
Una mezza scissione? «No, solo l?affermazione di un principio che i Verdi per primi dovrebbero sostenere», dice il portavoce regionale veneto Michele Boato. «Cioè che i monopoli sono comunque dannosi, anche nel campo dei servizi. E che non esiste soltanto la scuola privata profit, ma anche quella non profit, sostenuta dall?impegno diretto dei genitori, che merita ogni tipo di incentivo. D?altra parte, se sosteniamo l?impresa non profit perché non dovremmo fare lo stesso con la scuola?».
Una domanda a cui risponde con ancora maggior forza un altro portavoce dei Verdi veneti, il veronese Roberto Facci, autore di un vibrante articolo (?Scuola privata non profit? Sì grazie?) pubblicato sull?ultimo numero di ?Tam tam verde?, la rivista del partito. «Chi attacca la scuola privata non la conosce», esordisce Facci. «I più infatti ignorano che ormai la scuola non statale è per tutti, non soltanto per gli integralisti di questa o quella parrocchia. E pensare che c?è ancora chi crede che le scuole cattoliche siano ?una fucina di vocazioni?! Ma scherziamo? Basterebbe dare un?occhiata all?andamento delle vocazioni… Questo è un ridicolo paravento ideologico che non tiene conto della realtà».
Una realtà che in Veneto premia la scuola non statale, se è vero che ben il 70% delle famiglie (secondo rilevazioni degli stessi Verdi) sceglie la scuola materna privata per i propri bambini anche nelle zone in cui il servizio statale è presente e funzionante. «La scuola statale avrebbe solo da guadagnare da un?effettiva concorrenza», riprende Facci. «Io sono un insegnante e posso testimoniare che ormai la qualificazione all?interno della scuola statale è legata alle singole professionalità dei docenti piuttosto che a una garanzia qualitativa minima e generalizzata. Se le famiglie invece potessero scegliere liberamente il servizio migliore, le cose cambierebbero anche nello Stato. Dobbiamo entrare in questa nuova mentalità».
Ma come la mettiamo con il dettato costituzionale a cui si rifanno gli oppositori della parità, il famoso articolo che nega qualsiasi ?onere per lo Stato? nel sostenere l?istruzione privata? «Questo è un falso problema, perché se trasferissimo gli studenti che oggi vanno alla scuola libera in quella statale la spesa dell?istruzione aumenterebbe del 30%. Un bell?onere, direi». Senza contare che il problema economico di una scuola non statale riservata ai ricchi è da rivedere, almeno stando ai dati forniti a ?Vita? da Fidae e Aninsei (organizzazioni dei genitori di alunni delle scuole private cattoliche e laiche), secondo cui ben il 15% degli studenti delle private le frequenta gratis, grazie all?impegno economico degli altri. In cifre assolute, stiamo parlando di oltre 55 mila ragazzi ?poveri? che hanno scelto consapevolmente la scuola non statale, preferendola all?altra.

Chi ha paura del confronto?
Un chiaro messaggio a Luigi Manconi che i Verdi veneti rilanciano proprio dalle colonne di ?Vita?, non avendo ancora ricevuto una risposta alla lettera inviata qualche tempo fa.
«Il nostro movimento è sempre stato in prima linea per difendere i diritti negati», conclude Roberto Facci. «Invece attorno al tema dell?istruzione c?è una chiusura totale alle forme diverse dalla scuola statale. A Manconi dico dunque che la posizione dei Verdi dovrebbe essere almeno il risultato di un dibattito, di una discussione interna, lontana dalle scelte ideologiche. Proprio quelle che rimproveriamo sempre agli altri».

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