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Caro Gentiloni, non chiudiamo i porti alle navi della solidarietà

Lettera aperta della portavoce dell'Associazione delle ong italiane (AOI), Silvia Stilli, al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, dopo le rivelazioni della stampa sulla volontà del governo di bloccare l’entrata nei porti italiani alle navi delle ong che trasportano i migranti salvati nel Mediterraneo in risposta all'impegno insufficiente dell'Ue.

di Silvia Stilli

L’Italia è un Paese democratico e solidale. Nella sua Carta Costituzionale e nel profondo del suo tessuto sociale. Ong e organizzazioni non profit, sotto attacco da parte di alcuni media e di alcuni partiti politici, continuano a praticare l’aiuto umanitario nei salvataggi di vite umane in mare e in tutte le aree di crisi nel mondo; non esitano a costruire ponti di solidarietà globale con le buone pratiche di una cooperazione internazionale trasparente, efficace ed autorevole, basata sulla totale condivisione con le comunità locali e con le diaspore presenti nel nostro Paese.

Le organizzazioni della società civile impegnate nei programmi di accoglienza ai migranti e richiedenti asilo propongono modalità di accoglienza sostenibili per tutti, nel pieno rispetto dei diritti umani e nel nome di un’integrazione fattiva nella vita comunitaria. L’Italia non governativa ha lanciato e sta attuando un’iniziativa di riferimento a livello europeo e internazionale in termini di legame tra aiuto umanitario e accoglienza: i corridoi umanitari, promossi da Sant’Egidio e Tavola Valdese.

L’Italia è un Paese democratico e solidale. Nella sua Carta Costituzionale e nel profondo del suo tessuto sociale.

Questa lunga premessa è indispensabile di fronte ai continui attacchi di alcuni media e di una parte del mondo politico che proclama intolleranza e discriminazione verso migranti e cittadine e cittadini extracomunitari che vivono nel nostro Paese, le cui figlie e i cui figli sono nati e stanno crescendo in Italia. La scelta di opporsi allo ‘Ius Soli’ qualifica i partiti e movimenti che la sostengono fuori dallo spirito della nostra Costituzione e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo che l’Italia ha firmato e promuove.

Come portavoce di AOI, ampia rappresentanza del mondo non governativo solidale, mi auguro che vengano smentite le notizie apparse sulla stampa della volontà del nostro Governo di bloccare l’entrata nei porti italiani alle navi delle ong che trasportano le genti recuperate in mare e salvate da morte sicura: uomini, donne e tantissimi giovani e minori non accompagnati, in fuga da violenza, fame e violazione dei diritti umani, preda del ricatto degli scafisti.

L’Italia non governativa ha lanciato e sta attuando un’iniziativa di riferimento a livello europeo e internazionale in termini di legame tra aiuto umanitario e accoglienza: i corridoi umanitari, promossi da Sant’Egidio e Tavola Valdese.

Sono certa, Presidente Gentiloni, che non sosterrà il blocco dei porti alle navi solidali e confermerà la volontà del Governo a sostenere il diritto umanitario internazionale. Lo sforzo che l’Italia e il suo Governo stanno facendo per affrontare una crisi umanitaria che ormai va oltre l’emergenza deve essere riconosciuto e sostenuto con ogni mezzo dalle istituzioni europee. E deve avere un riconoscimento maggiore anche a livello internazionale: questo le ong e le organizzazioni della società civile italiane scrivono e affermano da tempo. E sempre saremo a fianco delle nostre istituzioni nella sfida dell’aiuto e dell’accoglienza. Questo lo spirito del documento che le abbiamo recentemente inviato, frutto della condivisione tra organizzazioni sociali aderenti al Tavolo Asilo e rappresentanze di ong. Siamo disponibili a parlarne. Intanto però manteniamo aperti all’accoglienza umanitaria i nostri porti.

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