Economia

Caro Fassino, hai la memoria corta

Parla l'artefice della riforma del diritto societario, Michele Vietti: «Rivedere le regole sulle coop? Le abbiamo appena cambiate. E vanno bene così»

di Francesco Maggio

«Ho l?impressione che il segretario dei Ds, Fassino, ma anche qualche esponente della maggioranza, si siano distratti o non si siano resi conto che la riforma delle cooperative è già stata fatta in questa legislatura». Michele Vietti, sottosegretario al ministero dell?Economia, artefice della riforma del diritto societario, sceglie l?arma dell?ironia per commentare quanto alcuni esponenti politici di primo piano vanno sostenendo in questi giorni, evidentemente con fini diversi, sull?onda delle polemiche nate dal caso Unipol-Bnl. L?idea che circola e che ha trovato ampia eco nel recente confronto a Porta a Porta tra Fassino e Fini, è che se ci sono state ?degenerazioni? nel sistema coop, allora ben venga anche una riforma del settore. Ma davvero è questa la strada da percorrere? Con il sottosegretario Vietti proviamo a far chiarezza. Vita: Insomma onorevole, la riforma del diritto societario che porta il suo nome è già ?vecchia? nella parte che riguarda le cooperative? Michele Vietti: Voglio ricordare che la legge delega per la riforma del diritto societario è dell?ottobre del 2001 e che la riforma è entrata in vigore il primo gennaio 2004. Quindi non capisco se si vuol parlare di una controriforma o se semplicemente ci si è dimenticati che la riforma è già stata fatta. Inoltre, proprio la parte che concerne le cooperative è stata quella più condivisa perché in commissione, sui decreti legislativi, anche l?opposizione diede parere favorevole e anche le centrali cooperative, cosiddette di sinistra, espressero apprezzamento per la riforma. Vita: Oggi si discute molto della necessità di ricambio della classe dirigente delle coop. In una prima versione della riforma era previsto il limite di tre mandati per i presidenti di coop. Poi quella previsione è stata eliminata. Crede sia stata persa un?occasione? Vietti: Il problema non è tanto il tempo per il quale si esercita il mandato, ma il modo in cui lo si esercita. Voglio sottolineare che le cooperative sono imprese a tutti gli effetti e quindi deve essere lasciata ai soggetti piena autonomia nel darsi le regole per il proprio funzionamento. Tutta la riforma del diritto societario si ispira al principio dell?autonomia privata. Quindi anche per le cooperative, nella misura in cui le abbiamo considerate imprese, deve valere il principio dell?autonomia privata. Detto questo, se una cooperativa vuol mettere in statuto la previsione del mandato a termine è liberissima di farlo. Vita: La ? sua? riforma è da poco entrata in vigore. Cosa ritiene tuttavia che, sul fronte delle cooperative, non sia stato ancora sufficientemente messo in evidenza circa la sua portata innovativa? Vietti: Di tutta la parte che riguarda il potenziamento della struttura finanziaria attuato con la riforma, finora non sono state colte appieno le potenzialità. Ricordo che le cooperative possono non solo avvalersi delle norme che le riguardano direttamente ma anche, se compatibili con la loro natura, di quelle che riguardano altre tipologie societarie. Vita: Lei pensa che le coop debbano occuparsi solo di determinati settori? Per intendersi, la grande finanza c?entra o no con questo mondo? Vietti: Ci sono cooperative che fanno credito da sempre, penso alle Bcc e alle banche popolari, e nessuno si è mai scandalizzato di ciò. Certo bisogna rispettare la coerenza con la propria origine mutualistica. Però vorrei ricordare, visto che poi è ad Unipol che facciamo riferimento, che la compagnia bolognese è una società per azioni quotata in Borsa che peraltro, attraverso Unipol banca, svolge già da tempo attività bancaria. Vita: Ritiene che i vantaggi fiscali delle coop siano ancora giustificati? Vietti: Sì, visto che la riforma ha fatto chiarezza introducendo la distinzione tra mutualità prevalente e mutualità non prevalente. Prima questa distinzione non c?era per cui bastava chiamarsi cooperativa per godere di vantaggi fiscali. Oggi il codice civile prevede l?esistenza di requisti molto precisi affinché le cooperative possano beneficiare di determinate agevolazioni, e cioè la mutualità prevalente. Aggiungo, però, che ritengo una ricchezza del sistema economico quella di consentire la possibilità che alcune società, pur senza godere di vantaggi fiscali, adottino la forma cooperativa perché ne condividono le peculiarità di governance. è una testimonianza di pluralismo economico, di democrazia economica.


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