Politica

Caro David ci mancherai tanto: hai cambiato la storia della Ue

"Di lui possiamo davvero dire che ha cambiato la storia dell’Unione europea durante la pandemia, tenendo il Parlamento aperto e stando sempre vicino ai più deboli. Anche con iniziative del tutto inusuali, come quando nella prima ondata pandemica fece svuotare uno dei palazzi del Parlamento, mettendolo a disposizione quale spazio di ricovero e accoglienza per donne e madri sole, affette da Covid". Il ricordo di Luca Jahier

di Luca Jahier

Oggi siamo tutti tristi e con un senso di vuoto incolmabile per la perdita di un amico, di un giornalista che ha lasciato il segno, di un politico raffinato come se ne vedono pochi, di un grande europeista. Di lui possiamo davvero dire che ha cambiato la storia dell’Unione europea durante la pandemia, tenendo il Parlamento aperto e stando sempre vicino ai più deboli. Anche con iniziative del tutto inusuali, come quando nella prima ondata pandemica fece svuotare uno dei palazzi del Parlamento, mettendolo a disposizione quale spazio di ricovero e accoglienza per donne e madri sole, affette da COVID.

“L’Europa ha ancora molto da dire se noi, e voi, sapremo dirlo insieme. Se sapremo mettere le ragioni della lotta politica al servizio dei nostri cittadini, se il Parlamento ascolterà i loro desideri e le loro paure e le loro necessità.” Questa la cifra della sua azione politica, che ha caratterizzato tutto il suo percorso da Presidente del Parlamento europeo, eletto quasi a sorpresa dopo le elezioni europee del 2019.

La capacità di tessere la tela dell’accordo in un Parlamento molto più differenziato di quelli precedenti, arrivando a garantire alla Presidente designata Ursula von der Leyen una maggioranza più ampia dei suoi predecessori, su un programma politico altamente trasformativo ed interamente improntato alle transizioni necessarie verso l’Europa sostenibile, innovativa, radicata nei valori e nei diritti, sociale e strategicamente autonoma. La capacità di essere punto di riferimento forte nella adozione di tutte le misure necessarie per far fronte all’emergenza della pandemia, garantendo la più ampia partecipazione democratica alla presa delle tante decisioni urgenti che hanno cambiato il volto dell’Europa. Fino alla spinta decisiva, che ha reso possibile, in pochi mesi, trasformare le proposte di Macron/Merkel e della Commissione europea nel più grande Piano di ripresa e resilienza che la storia europea ricordi. Con una spinta unitaria del Parlamento europeo che ha pochi precedenti.

È stato un uomo, un giornalista e un politico perbene e gentile. Con il senso della misura delle cose e anche di sé stesso. Uno dei pochi cui né il video né gli alti incarichi hanno dato il (falso) senso di onnipotenza. David Sassoli ha fatto di tre sue doti innate – la coerenza, la lealtà e la grazia gentile – le tre armi più potenti della sua vita e della sua azione politica. Avendo avuto spesso a che fare con lui direttamente, non posso non ricordare che il suo sorriso e il suo sguardo, che cercava sempre una relazione personale con ogni interlocutore, erano davvero lo stile del suo agire e del suo successo.

Un esempio per tutti noi, saper essere un sorriso per ciascuno e da questa intelligente mitezza trarne l’energia dell’azione comune, per servire. Era la sua radice di cattolico democratico, con una spiritualità viva e profonda, ancorata alle figure di David Maria Turoldo, di cui portava il nome, di Giuseppe Dossetti e di Giorgio La Pira, di cui, da giornalista, rese popolare l’eredità.

Dal suo ultimo messaggio, per gli auguri natalizi, registrato pochi giorni prima di essere nuovamente ricoverato, traggo le seguenti parole; La speranza siamo noi, quando non chiudiamo gli occhi di fronte a chi ha bisogno, quando non alziamo muri ai nostri confini, quando combattiamo contro tutte le ingiustizie, auguri a noi e alla nostra speranza”

Grazie David. Un abbraccio a Sandra e ai figli che amavi tanto.


Qui l'intervervento di David Sassoli su La Pira tre anni fa a Firenze


*già presidente CESE 2018-2020 (in foto insieme a Luca Jahier)

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