Politica
Caro Conte, è il momento di scommettere sull’impact investing
È l'appello di Social Impact Agenda per l’Italia al presidente del Consiglio per «orientare l’erogazione delle risorse finanziarie al raggiungimento di risultati sociali e ambientali, per esempio nel settore della sanità, dell’istruzione, della cultura e dello sport». La presidente Giovanna Melandri (nella foto di copertina) insieme a Stefano Granata, Massimo Lapucci, Leonardo Becchetti, Mario Calderini, Enrico Giovannini, Mario La Torre, Francesca Medda, Mario Molteni, Roberto Randazzo, Veronica Vecchi, Paolo Venturi e Stefano Zamagni, firmando la lettera hanno anche identificato cinque proposte concrete
di Redazione
Una lettera al Presidente del Consiglio che chiede un passo in avanti verso la costruzione di una “impact economy” anche in Italia. Usando i fondi in arrivo con il Recovery Fund «per orientare l’erogazione delle risorse finanziarie al raggiungimento di risultati sociali e ambientali, per esempio nel settore della sanità, dell’istruzione, della cultura e dello sport». E diffondendo anche in Italia gli strumenti dell’impact investing, scommettendo ora più che mai sulla partnership pubblico-privato.
A scriverla, nelle scorse ore, sono stati i vertici e il comitato scientifico di Social Impact Agenda per l’Italia, la rete italiana della impact economy, costituita da imprese sociali, aziende, investitori, fondazioni bancarie, università, enti di ricerca e cittadini, “impegnati a realizzare una nuova economia generatrice di valore sociale e ambientale, positivo e misurabile”, come si legge nel testo inviato al premier. Prima firmataria Giovanna Melandri, presidente di SIA, insieme ai vice presidenti Stefano Granata e Massimo Lapucci e a Leonardo Becchetti, Mario Calderini, Enrico Giovannini, Mario La Torre, Francesca Medda, Mario Molteni, Roberto Randazzo, Veronica Vecchi, Paolo Venturi, Stefano Zamagni, che costituiscono il Comitato Scientifico di SIA.
«La pandemia del Covid 19», si legge nel testo, «ha prodotto una nuova crisi globale, acuendo gravi e complessi problemi, tra i quali la povertà, le diseguaglianze, la violazione dei diritti umani e il collasso della biodiversità. Non è possibile tornare indietro a una normalità insostenibile, è urgente invece costruire una ripartenza ad impatto che impieghi responsabilmente ed efficacemente le risorse che stiamo prendendo in prestito dalle future generazioni». La scommessa richiesta a Conte è «di incardinare già oggi una politica di investimenti di lungo periodo, che attraverso innovazioni radicali nella programmazione e negli strumenti di erogazione incida sui meccanismi di creazione e distribuzione del valore nella nostra economia (…) in linea con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta dall’Italia nel 2015 e ora posta dall’Unione Europea al centro delle proprie politiche».
Integrare la dimensione dell’impatto ambientale e sociale nella finanza pubblica e privata, per il gruppo di lavoro di Social Impact Agenda, significa «accogliere le raccomandazioni del Global Steering Group for Impact Investment, rivolte ai Leader di G7 e G20, ai Ministri di Economia e Finanza e ai Governatori delle Banche Centrali. Oltre 700 leader globali hanno già sottoscritto la dichiarazione che indica la visione e la rotta per impiegare le energie positive della finanza a impatto sociale verso la risoluzione delle attuali sfide globali. Tra loro: Sir Ronald Cohen, Chair del Global Steering Group for Impact Investment, Darren Walker, Presidente della Ford Foundation, Emmanuel Faber, CEO Danone, Sua Eminenza Cardinal Peter K.A. Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale».
I firmatari non mancano di evidenziare al premier che «il Governo italiano ha una significativa opportunità per incidere sull’agenda politica globale, apprestandosi ad assumere la presidenza del G20 per il 2021. È questo senza dubbio lo spazio politico più appropriato per definire a livello globale le regole della impact economy».
E il gruppo di lavoro si mette a disposizione del Presidente Conte: «Le vogliamo manifestare la disponibilità degli operatori della impact economy italiana ad offrire il proprio contributo di riflessione e di azione, avanzando immediatamente alcune proposte», scrivono i firmatari.
Concludendo con cinque proposte puntuali:
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introdurre adeguati incentivi per accelerare lo sviluppo della finanza ad impatto;
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stabilire trasparenza sull’impatto estendendo, nel rispetto del principio di better regulation, gli obblighi di rendicontazione non finanziaria anche alle aziende con meno di 500 addetti;
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integrare strutturalmente la misurazione d’impatto ambientale e sociale nella programmazione dei nuovi fondi europei;
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introdurre interventi legislativi e regolativi affinché tutte le forze economiche del Paese possano basare le proprie decisioni sulla combinazione di profitto e impatto, per esempio introducendo bonus e premi di produzione legati ad indicatori di performance ambientale e sociale, prevedendo forme di fiscalità di vantaggio per i prodotti finanziari ad impatto sociale;
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sostenere lo sviluppo di partnership tra pubblico e privato attraverso il disegno di Outcome Fund e Social Impact Bond che favoriscano processi di innovazione radicale, attraendo una finanza generativa e misurabile e valorizzando il potenziale trasformativo dell’impresa sociale nell’erogazione di servizi pubblici.
La lettera è stata pubblicata sul sito di Social Impact Agenda ed è a disposizione per le organizzazioni che, condividendone il contenuto, volessero sottoscriverla.
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