Non profit
Carlin Petrini (Slow food): non mangiate nei ristoranti cinesi
«Non sono sicuri», afferma il guru della qualità alimentare
«Sotto il profilo della sicurezza alimentare, nutro riserve verso questo tipo di attività. A parte alcuni locali, che si attestano su un livello medio-alto, la stragrande maggioranza rientra in uno standad basso e utilizza prodotti di dubbia qualità». Lo afferma il presidente internazionale di Slow food, Carlo Petrini, in un’intervista al Corriere della Sera in cui, all’indomani delle polemiche sollevate per la sicurezza alimentare in Cina e dei blitz nei negozi cinesi a Milano, Firenze e Ancona per controlli di merci e alimenti, esorta i consumatori a non andare a mangiare nei ristoranti cinesi.
Petrini, commentando la qualità dei ristoranti cinesi nelle nostre città afferma ancora: «Io non li consiglio. Fermo restando che esistono anche locali del tutto affidabili». Per Petrini, inoltre, i ristoranti cinesi sono frequentati «soprattutto perché praticano prezzi molto economici, il target della loro clientela è circoscritto». La qualità media dei cibi, prosegue, «è piuttosto modesta, soprattutto se la si paragona con la vera cucina cinese: varia e affascinante, un intreccio di gastronomia unico al mondo, da quella imperiale a quella dei monaci, dalla vegetariana alla cantonese». Quindi, commentando il problema della sicurezza alimentare in Cina, si dice convinto che nasca da «un mix tra alto tasso di inquinamento ambientale e basso livello di gran parte della produzione. Una miscela pericolosa che ha provocato enormi danni, facendo venir meno garanzie e filtri che invece sono indispensabili».
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