Famiglia

Caritas sulla Bossi-Fini: “legalità e giustizia non sempre coincidono”

Durissimo il giudizio sulla riforma dell'immigrazione: "modifiche gravi, che sviliscono la tutela della persona immigrata e della sua famiglia, non favoriscono la legalità, non aiutano l’accoglienza

di Redazione

“La giustizia e l?equità richiedono che la mobilità, assolutamente necessaria in un?economia in sviluppo, sia regolata in modo da evitare che la vita dei singoli e della loro famiglia si faccia incerta e precaria. Per quanto riguarda i lavoratori che, provenendo da altre nazioni o regioni, concorrono con il loro lavoro allo sviluppo economico di un popolo o di una zona diversa dalla originaria, è da eliminare accuratamente ogni discriminazione nelle condizioni di rimunerazione o di lavoro. Inoltre tutti, ed in primo luogo i poteri pubblici, devono accoglierli come persone e non semplicemente come puri strumenti di produzione, e devono aiutarli perché possano accogliere presso di sé le loro famiglie e procurarsi un alloggio decoroso nonché favorire la loro integrazione nella vita sociale del popolo o della regione che li accoglie. Si creino però, quanto più possibile, occasioni di lavoro nelle regioni d?origine”. Il brano, tratto dal n.66 della Gaudium et Spes, la costituzione pastorale del Concilio Vaticano II sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, è il testo che meglio illumina l?azione della Caritas Italiana e delle Caritas diocesane in tema di immigrazione. Educazione e ricerca della legalità 1. L?educazione e la ricerca della legalità, soprattutto in tempi di crisi istituzionale o di trasformazione dello Stato sociale, sono sempre stati i cardini dell?azione della Chiesa e, nella Chiesa, delle Caritas, a tutela della persona e del bene comune. Legalità e giustizia sostanziale, però, non sempre coincidono. Laddove la legalità offende la giustizia e rischia di non tutelare i diritti della persona, la Chiesa continua a combattere una buona battaglia fatta di denunce e proposte positive, e la sua voce sale a ricordare l?obbedienza alla coscienza e il rispetto dei diritti della persona come termine ultimo del proprio agire. 2. La gravità delle modifiche alla legge italiana sull?immigrazione, che annullano o sviliscono aspetti importanti per la tutela della persona immigrata e della sua famiglia, che non favoriscono la legalità, che non aiutano l?importante processo di accoglienza, protezione e integrazione nell?interesse del bene comune, portano a ritenere ingiusta nella sua sostanza la nuova legge sull?immigrazione e quindi, in coscienza, non accettabile. 3. Non poteva, pertanto, non risuonare, oggi come ieri, la voce di Vescovi contro lo spirito di una legge e di una politica che non rispetta la persona immigrata e non interpreta il fenomeno complesso dell?immigrazione. La persona, comunque: un lavoro quotidiano di ascolto, accoglienza, mediazione culturale e sociale 1. La presenza e l?agire della Caritas, che ha al centro della sua attenzione la persona comunque, non ha nulla a che vedere con l?indisciplina, l?arbitrio, la disgregazione sociale, la violenza ma è originata da un chiaro presupposto morale e dal diritto alla partecipazione responsabile alla vita pubblica: è un costante appello alla giustizia. 2. La posizione di Caritas Italiana nasce non lontano dai problemi dell?immigrazione, ma da un lavoro quotidiano per il bene comune, spesso realizzato con le istituzioni, di incontro, ascolto, accoglienza, tutela della persona immigrata e della sua famiglia: – nelle oltre 200 Caritas diocesane presenti su tutto il territorio italiano, – nei luoghi di accoglienza alle frontiere del nostro Paese, – nelle centinaia di Centri di Ascolto e di tutela dove si incontrano le persone e le famiglie immigrate in difficoltà, – nelle numerose Cooperative promosse per favorire l?inserimento lavorativo delle persone immigrate che manifestano situazioni di particolare disagio, – nelle case delle nostre famiglie che ospitano collaboratrici e badanti immigrate non regolari, – nei progetti e percorsi di mediazione culturale e sociale, – nelle Parrocchie e negli Oratori, in cui giocano e crescono molti bambini immigrati. Lo studio statistico e sociologico del fenomeno dell?immigrazione ? realizzato da 12 anni tramite la pubblicazione di uno specifico ?Dossier? – e la quotidianità delle storie delle persone immigrate incontrate fanno ribadire, in coscienza, che la nuova legge è ingiusta e non aiuta la crescita di una società civile. Il crescente impegno per la cooperazione e lo sviluppo 1. Fin dalla sua costituzione nel 1971, Caritas Italiana ha favorito, in collaborazione con Caritas Internationalis e con i diversi Governi , il lavoro di cooperazione sociale internazionale a favore dei diversi Paesi poveri nel mondo, perché fossero rimosse le cause dell?ingiustizia e della povertà che originano i ?viaggi della speranza? con una crescente mobilità delle persone e delle famiglie verso i Paesi europei. 2. Nel 2001 – come risulta dal recente rapporto annuale di Caritas Italiana – grazie alla solidarietà delle comunità cristiane e dei cittadini italiani, sono stati impegnati 18 milioni di euro per progetti nei 5 continenti, rafforzando l?impegno su progetti nei settori della pace e riconciliazione (+74,2 %) e della promozione socio-economica (+32,6%). 3. Tutto ciò è stato possibile grazie alla sensibilità e alla generosità di tantissime persone: – l?86,6% delle offerte sono pervenute a Caritas Italiana da privati (singoli, famiglie, gruppi, associazioni, parrocchie, ?); – il 3,6% dal Ministero Affari Esteri e dall?Unione Europea; – il 9,8% dalla Conferenza Episcopale Italiana. In dialogo e con spirito di collaborazione 1. L?opera pastorale della Caritas nelle parrocchie, nelle Diocesi, su tutto il territorio italiano, Nord, Centro e Sud, a favore delle persone immigrate, continuerà con lo stesso impegno e con l?identico spirito di dialogo e collaborazione con le Istituzioni, ma senza trascurare, secondo coscienza, di denunciare tutte le lacune, le contraddizioni e le ingiustizie della legge, per ristabilire la giustizia e la tutela delle persone più deboli e in difficoltà. Immigrazione: l?impegno di Caritas Italiana e delle Caritas diocesane Il primo impegno è l? accoglienza: la Caritas Italiana e le Caritas diocesane, hanno da sempre un?attenzione particolare verso gli immigrati perché persone non autonomi, non autosufficienti – almeno nella fase iniziale della loro permanenza – e in ricerca di una propria definizione e collocazione nel nostro Paese. Questa attenzione si è tradotta spesso in funzioni: – di ascolto: apertura di Centri di Ascolto specifici per immigrati o, in realtà diocesane più piccole, destinati sia a italiani in difficoltà che a immigrati; – di soddisfacimento dei bisogni primari: tramite la promozione del Volontariato sul territorio diocesano e la realizzazione di vere e proprie mense con il contributo essenziale delle parrocchie; l?organizzazione della distribuzione di pasti da parte di Istituti Religiosi o singole parrocchie; la attivazione di convenzioni con trattorie per periodi limitati; ? – di promozione della solidarietà: accompagnamento alla disponibilità di “famiglie accoglienti “; – di attivazione per la ricerca di alloggio: coinvolgimento delle risorse sul territorio della Diocesi (parrocchie, Istituti Religiosi, famiglie) con la sperimentazione di varie formule di disponibilità di accoglienza notturna; apertura di vere e proprie Comunità di accoglienza; ricerca di alloggi dignitosi soprattutto per coloro che, avendo un lavoro, tentano l’autonomia; – di attivazione di un vero e proprio servizio sanitario alternativo, promosse da tante Caritas diocesane, grazie al quale immigrati di ogni Paese ricevono non soltanto le cure di cui necessitano ma anche un approccio adeguato, rispettoso della loro identità e tradizione culturale. Accanto a questi impegni di carattere assistenziale, Caritas Italiana e le Caritas diocesane hanno cercato di privilegiare scelte che favoriscono sempre più l?integrazione tra popolazioni straniere e cittadini italiani, offrendo opportunità di apprendimento della lingua e della cultura e tradizione italiane e della legislazione italiana in materia di immigrazione,. Di pari passo sono stati avviati momenti di riflessione e sensibilizzazione sul processo immigratorio e sulla presenza di immigrati sul territorio italiano, rivolti innanzitutto alla comunità cristiana, ma anche a quella civile, alle agenzie educative, alle associazioni di giovani e di adolescenti così come a quelle di lavoratori. Nell?ambito di questa attività di sviluppo di azioni educative e promozionali, sono stati offerti agli operatori di base delle Caritas diocesane strumenti culturali e professionali adeguati alla complessità del fenomeno immigratorio e alle sue peculiarità, così da prepararli al mutamento del fenomeno stesso e al coacervo di circolari ministeriali, decreti e quant’altro emesso per regolare la presenza straniera nel nostro territorio, sempre al fine di offrire alle persone immigrate risposte adeguate. Sono stati avviati anche progetti pilota di azione interculturale che, partendo dalla lettura dei territori in cui si sono calati, hanno avviato un?attenzione forte e precipua alle risorse umane, sociali e culturali, oltre a quelle lavorative, degli immigrati con l?obiettivo di promuovere la loro presenza sul territorio, avviando nel contempo un lavoro di rete tra servizi territoriali per creare la necessaria ?riconversione? degli stessi in funzione del mutare della realtà per la presenza di persone e famiglie immigrate. Caritas Italiana, con una rete di Caritas diocesane, ha inoltre avuto un?attenzione particolare per: – i richiedenti asilo e i rifugiati: sostenendo tutte le forme di accoglienza, ascolto e tutela nei loro confronti, e collaborando attivamente al PNA (Piano Nazionale Asilo); – il fenomeno della prostituzione, soprattutto laddove si configura, per le ragazze straniere, come una vera e propria tratta: costruendo una rete di unità di strada e di case di accoglienza (ormai oltre 100 in Italia) e un lavoro di lotta allo sfruttamento in collaborazione con le Forze dell?ordine; – la situazione degli immigrati stranieri in carcere, che in alcuni istituti di pena raggiungono e superano il 50% delle presenze: realizzando progetti di ascolto, assistenza e inserimento lavorativo. Ulteriore passaggio di impegno di Caritas Italiana e delle Caritas Diocesane consiste nel promuovere la consapevolezza e l?accettazione del significato strutturale ed esistenziale che l’immigrazione ha assunto nei confronti della società italiana, attraverso la comunicazione di oggettivi dati statistici. Il ?Dossier Statistico Immigrazione? che da 12 anni viene pubblicato dalla Caritas diocesana di Roma, sotto la responsabilità della Caritas Italiana e della Fondazione Migrantes, è il segno tangibile e inequivocabile che la solidarietà quotidianamente messa in campo dalle tante forze della comunità cristiana, comprese le Caritas, sente l?esigenza di un valido supporto conoscitivo. Conoscere e far conoscere, oltre a essere un servizio alla verità, serve a demistificare interessi e letture azzardate e, soprattutto, a sviluppare senso storico e coraggio delle decisioni. A tal motivo la Caritas ha sempre mostrato collaborazione rispettosa, critica e costruttiva con le realtà istituzionali territoriali e nazionali per la realizzazione di una politica per l?immigrazione, perché le stesse Istituzioni si sentano costantemente investite delle responsabilità cui il processo immigratorio le chiama e diventino sempre più protagoniste di proposte lungimiranti e ad ampio respiro, anche sul piano culturale. Piace qui concludere con quanto affermato dal Presidente di Caritas Italiana, S.E. Mons. Benito Cocchi, al Convegno Nazionale sull’Immigrazione promosso dalla Caritas Italiana nel marzo 2001 a Otranto, in occasione del primo decennale del primo sbarco di albanesi clandestini in Italia: “Mi sembra doveroso sottolineare due parole perché diventino costante riferimento per tutti noi: legalità e integrazione. Deve essere chiaro, al di là di polemiche strumentali nei confronti della Caritas e di altre realtà impegnate nel fenomeno dell?immigrazione, che il primo gradino di una accoglienza autentica e rispettosa della dignità della persona è la legalità. Il processo di legalizzazione e l?educazione-informazione sulle norme vigenti deve accompagnare ogni progetto migratorio ed evitare che scappatoie varie possano inficiare sia i rapporti tra operatori e immigrati sia tra i nostri servizi e le istituzioni. E questo mentre si ribadisce il dovere di accoglienza fondata sul rispetto della dignità della persona, prescindendo dalla condizione giuridica, etnica, religiosa. L’integrazione è ciò cui dobbiamo tendere come cristiani e come cittadini. Il processo di cittadinanza, che include la partecipazione attiva dei cittadini immigrati nelle responsabilità e il diritto ad associarsi, deve trovare il nostro sostegno; si tratta di costruire, in solido e non antagonisticamente, il loro e il nostro benessere, un comune futuro. Dobbiamo favorire questa cittadinanza solidale stimolando le forze vive della nostra società”.


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