Sostenibilità

Caritas: “Siccità? Problema globale”

L'acqua potabile nel mondo manca a miliardi di persone

di Redazione

La siccità mette a rischio la fornitura regolare di acqua, manda in crisi le produzioni agricole, provoca un rincaro dei prezzi di beni alimentari essenziali e le conseguenze ricadono in modo pesante soprattutto sulle fasce sociali più deboli.
Ma questa che vediamo oggi in Italia è solo la punta di un iceberg che grava sull?intero pianeta: quasi un miliardo e mezzo di persone non ha accesso all?acqua potabile, due miliardi e mezzo non dispongono di impianti igienici adeguati, cinque milioni ogni anno muoiono per malattie legate alla scarsa qualità dell?acqua.
E nei prossimi anni sarà peggio. Le guerre del futuro si combatteranno per difendere il controllo sulle risorse idriche e l?Onu prevede che nel 2025 saranno tre miliardi e mezzo le persone che avranno sete e rischieranno la morte. Il mercato dell?acqua è stimato dalla Banca Mondiale in 1000 miliardi di dollari: nelle Filippine la privatizzazione dell?acqua ha portato ad un incremento delle tariffe pari al 400%, mentre in Bolivia hanno raggiunto il 20% del salario minimo.
Numeri e situazioni impressionanti, che richiedono una decisiva inversione di tendenza nella cura di un bene prezioso, l?acqua, patrimonio di tutti, da custodire, difendere e salvaguardare.
Caritas Italiana invita pertanto a rilanciare una politica ?solidale? basata su alcuni principi fondamentali:
l?acqua è un bene comune, patrimonio vitale dell?umanità e dell?ecosistema;
l?accesso all?acqua potabile è un diritto umano e sociale, individuale e collettivo di base, che appartiene anche alle altre specie viventi;
i costi per la gestione dell?acqua devono essere a carico della collettività, come pratica di democrazia locale, nazionale e mondiale;
l?acqua è un bene gratuito e non un bene economico da sottomettere alle regole degli interessi privati dei produttori, dei distributori, dei gestori dei servizi e dei consumatori.
Consapevole che soltanto attraverso la conoscenza è possibile diffondere nuovi modelli comportamentali, la comunità cristiana è chiamata a far maturare la convinzione che l?acqua è una risorsa limitata, attraverso percorsi educativi e azioni concrete. Prima di tutto sviluppando nelle Diocesi, nelle parrocchie, nelle scuole, modalità d?informazione e di educazione che spieghino il problema dalla scarsità, dell?iniqua ripartizione e il dovere di sfruttare meno e condividere i beni naturali che sono di tutti. In secondo luogo richiamando le amministrazioni pubbliche e gli enti locali ad un maggior rigore nell?applicare i piani di ammodernamento e di sviluppo delle reti idriche mediante una coerente programmazione e un utilizzo rapido e corretto dei finanziamenti disponibili. Infine invitando le famiglie a ridurre i consumi, a monitorare e ottimizzare l?uso dell?acqua, a non inquinare.
Il risparmio economico ottenuto dalla riduzione dei consumi può essere devoluto per progetti nel Sud del mondo legati proprio alla risorsa acqua. Tra quelli proposti da Caritas Italiana ricordiamo: in Iraq 10 Centri di depurazione e distribuzione a vantaggio di 300.000 persone, in Mauritania l?intervento dopo la siccità del 2002 che ha colpito soprattutto le zone di Aftout e la valllata del fiume Senegal dove vivono oltre un milione di persone, la ricostruzione della rete idrica in molti villaggi del Salvador, Honduras, Nicaragua e Guatemala, in Kosovo interventi di canalizzazione e irrigazione a sostegno di famiglie rurali, un progetto idrico nella Diocesi di Meki in Etiopia, 44 microprogetti nel settore idrico nel 2002 in Asia, Africa e America Latina, relativi per lo più alla realizzazione di pozzi.
Solo con una nuova consapevolezza del ruolo dell?acqua per la vita e lo sviluppo la crisi idrica potrà essere affrontata adeguatamente, e il nostro futuro, se lo vogliamo possibile, dovrà essere ineluttabilmente contrassegnato dalla sobrietà.

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