Economia

Caritas: «Reddito di cittadinanza, strumento necessario a patto di rafforzarlo»

La presentazione del sesto Rapporto di Caritas Italiana sulle politiche di contrasto alla povertà è stata l'occasione per avanzare alcune proposte di miglioramento del Rdc. Questo strumento, ha spiegato il Ministro Orlando, «non può essere abolito o ci troveremmo da un giorno all'altro senza strumenti per contrastare l'impoverimento crescente»

di Redazione

«Per ogni povero che prende il reddito di cittadinanza, c'è un altro povero che non lo prende: è la matematica a dirlo». Inizia da qui Cristiano Gori, responsabile dell'ultimo Rapporto di Caritas Italiana dedicato interamente al Reddito di cittadinanza.

Questa "matematica", ha spiegato ancora Gori, non deve essere vista come un mero fallimento, ma come un punto di ripartenza. Il Rdc va rafforzato soprattutto nella sua dimensione inclusiva. Come? Non togliendo a chi già l'ha, ma favorendo l'accesso degli esclusi. Accesso ad oggi ancora troppo basso soprattutto a causa delle soglie di patrimonio immobiliare detenuto dai richiedenti.

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Eppure c'è chi vorrebbe cancellare il provvedimento, magari anche attraverso un referendum. «Se dovessimo abolire domani il Reddito di cittadinanza, d'improvviso diventeremmo tra i pochi Paesi in Europa che non hanno misure di contenimento della povertà», ha commentato il Ministro del Lavoro Orlando.

Le critiche al Rdc, ha aggiunto, «sono oggi in gran parte strumentali, quindi inutili se non dannose». Il Rdc, ha poi spiegato il Ministro, «è stato fondamentale per passare la tempesta sociale della pandemia, ma come non aboliva la povertà prima così non azzera criticità e problemi oggi. Per questo occorre partire da dati e da numeri, ma anche dalla ricerca di soluzioni convidise».

Il tema della «velocità dei processi di impoverimento», che sta segnando la fase post-pandemica – ha concluso il Ministro Orlando – «è il contesto entro cui va inserita ogni proposta di miglioramento (quindi né di azzeramento, né di riforma) del Rdc».

Per questo, dei tre possibili approcci sul futuro del Rdc (abolirlo; mantenerlo così com'è; migliorarlo), la Caritas invita a scegliere la via del rafforzamento.

Il Presidente dell'Inps Pasquale Tridico, intervenuto nel dibattito, ha commentato come vadano rafforzare le sinergie tra i diversi attori in campo. Ma il problema della riforma del Rdc – ha spiegato Tridico – è l'asimmetria tra competenza, conoscenza e effettivo potere di modifica parlamentare.

«Voi che siete qui e parlate con competenza del Rdc, la domanda che mi pongo è quanti in altre sedi abbiano questo livello di conoscenza». Soprattutto a livello di decisori, dove alla critica si sostituisce la polemica. Necessario, pertanto, elaborare nuove strategie uscendo dalla retorica del "tutto o niente".

Piena adesione da parte del Presidente dell'Inps sul Rapporto Caritas. «Condivido sia le analisi che le conclusioni, con un piccolo dubbio sul fatto che il reddito minimo debba essere differenziato per regioni. Il reddito minimo non è un salario e non deve essere rapportato al costo della vita. Tanto più – ha concluso Tridico – che al Sud anche il costo della vita è estremamente frammentato, tra centro e periferie delle città».

Da qui le tre proposte di rafforzamento avanzate da Caritas e pienamente condivise dai partecipanti al convegno. Promuovere una conoscenza competente della povertà anche a partire da un’attenta analisi delle politiche di contrasto. Promuovere sempre di più percorsi di accompagnamento al fine di agevolare l’accesso alle misure da parte delle persone in condizioni di bisogno. Promuovere, infine, e facilitare un raccordo tra quanti lavorano sul contrasto alla povertà.

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