Volontariato

Caritas, mons. Nozza: “Sì a corridoi umanitari”

La proposta è di creare fasce di territorio protette gestite dalla comunità internazionale

di Redazione

«Immagino dei percorsi facilitati, fasce di territorio protette, una specie di corridoi umanitari gestiti dalla comunità internazionale che servano a controllare il movimento delle persone ma al tempo stesso a proteggerle da abusi a violazioni dei diritti. Insomma, i 250 migranti naufragati ieri non dovrebbero poter partire allo sbaraglio con quel mare e in quelle condizioni». Lo ha detto il direttore della Caritas monsignor Vittorio Nozza in un’intervista a “La Stampa”.

La Caritas partecipa al tavolo del ministero dell’interno e lavora a Lampedusa come ponte fra chi sbarca sul territorio e chi lo abita. Le Caritas diocesane hanno anche risposto all’appello per quanto riguarda l’accoglienza: «In via preventiva abbiamo chiesto alle 220 Caritas diocesane l’eventuale disponibilità collocativa» dice mons. Nozza, «e, senza pressioni, abbiamo ottenuto circa 3000 posti utilizzabili in caso di necessità e sparsi sul territorio nazionale».

Il piano di accoglienza della Caritas prevede la gestione in piccoli numeri dei migranti, dalle 10 alle 25 persone in ogni località, «un modo per soccorrere chi ha bisogno tutelando la sicurezza nazionale» ha aggiunto il direttore della Caritas.


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