Cultura

Caritas: le nuove sfide della giustizia e della pace

Bilancio del secondo giorno di confronto ad Orosei per i delegati Caritas, riuniti nel loro 29° Convegno nazionale.

di Redazione

Un mondo dominato dal mercato e con gravi squilibri. Con un?attesa media di vita che scende dagli 80 anni del Giappone, ai 41 del Niger e un prodotto nazionale lordo annuo pro-capite che passa dai 35.030 dollari degli Usa ai 100 dollari dell?Etiopia. Per interi popoli ?l?esistenza si presenta come chiusa, oscura, senza orizzonti e senza speranze?.
Così il teologo don Enrico Chiavacci ha sintetizzato lo scenario dentro il quale si inseriscono le nuove sfide della giustizia per i cristiani di oggi. Ed ha poi lasciato alcune indicazioni per l?impegno della Caritas, che ha definito ?lo strumento di elezione per far comprendere alla comunità dei credenti ? ecclesiastici compresi ? quale sia il loro compito nella storia dell?oggi dell?umanità?.

?Costruire la pace e la giustizia oggi: il realismo dell’etica dell’Altro? è stato invece l?intervento del sociologo Mauro Magatti, che ha parlato di una società frammentata e spaesata, affetta dalla ?sindrome dello spettatore, che ci consente di essere visti e di guardare senza dover agire?. Una sindrome che indebolisce i valori etici e ci rende tutti meno responsabili.
Occorre dunque ripartire dall?etica dell?Altro e ?lavorare per riumanizzare la storia, nella consapevolezza di avere cominciato un nuovo Esodo che non sappiamo quando terminerà e dove condurrà?.

Delle ricadute a livello italiano di questo processo di transizione ha parlato don Giancarlo Perego, responsabile dell?Area nazionale della Caritas Italiana, che ha evidenziato come ?la trasformazione dello Stato sociale vive già di fatto tappe significative? perché, mentre da un lato ?rimane stabile il fabbisogno sociale?,dall?altro ?cambiano i rapporti di lavoro, non è risolto il rapporto tra federalismo e centralismo statale; cresce lo spostamento di risorse dal pubblico al privato; si annulla la sperimentazione del Reddito minimo di inserimento; si trasformano le istituzioni, il mondo del ?no profit? si amplia e rischia di perdere le caratteristiche originali ed essere assimilato al ?profit?, anche in termini di prospettiva?.
Sul piano legislativo don Perego ha rinnovato le perplessità sull?attuale legge sull?immigrazione ed ha detto che ?la prospettiva di una nuova legge che regola la prostituzione solo in termini di ?mercato? e di ?ordine pubblico? spaventa la coscienza di chi vive accanto alle donne il dramma dello sfruttamento e dell?abbandono?. Perego ha anche parlato di un pericoloso ritorno alle armi e di una ?troppo veloce equivalenza tra servizio militare e servizio civile? che ?rischia di farci abbandonare la forza di una scelta alternativa rispetto al considerare la guerra l?unico strumento di tutela dei diritti?. Ha quindi lanciato ?un appello a costruire percorsi educativi di pace con i giovani? e ?ad estendere, in maniera popolare l?esperienza del servizio civile perché cresca una cittadinanza attiva sul territorio?.Significativi anche i dati sui Centri d?ascolto, emersi dalla relazione: sono ormai circa 180, presenti nell?80% delle Diocesi e le grandi città, come Milano, Roma e Genova, hanno più Centri. Due su tre sono diretti da laici.

Nel pomeriggio i convegnisti, con l?aiuto di Giampiero Forcesi, Franco Vaccari, Mario Mozzanica, don Sandro Spriano e don Gianni Fazzini, si sono confrontati in 5 laboratori su: Giustizia e perdono, Tutela dei diritti e advocacy, Globalizzazione e spinte regionalistiche, Conflitti e non violenza, Gratuità e stili di vita.
A chiusura dei lavori, il vescovo di Nuoro, S.E. mons. Pietro Meloni, ha presieduto la concelebrazione eucaristica.

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