Volontariato

Caritas: «Lavorare uniti per ricostruzione»

Bagnasco: «Alleviare il dolore». Domani a L'Aquila veglia di preghiera

di Redazione

Un dolore che «siamo  chiamati ad alleviare con i mezzi in nostro possesso. Quanto ancora ci è  possibile fare, tramite la Caritas e in collegamento con la Conferenza  episcopale locale, lo faremo». Così il cardinal Angelo Bagnasco,  presidente della Conferenza episcopale italiana, aprendo i lavori del  Consiglio Permanente, ha ricordato la devastante catastrofe che ha colpito  il popolo giapponese, sottolineando anche che «ogni italiano avverte il  Giappone vicinissimo oggi al proprio cuore». Una vicinanza e una  solidarietà che nel dolore si rafforza e diviene reciprocità. Come nel caso della Caritas diocesana di L’Aquila che, a quasi  due anni dal terremoto che ha colpito il suo territorio, ha promosso per  domani, mercoledì 30 marzo 2011, una veglia di preghiera a Pile e sta  raccogliendo fondi per il Giappone. Proprio come fece Caritas Giappone  che, in occasione del sisma del 6 aprile, tramite la colletta di Caritas  Italiana donò 62.400 euro.

Purtroppo rimangono  motivi di grande incertezza, soprattutto circa le conseguenze della crisi  nucleare. Caritas Giappone – che coordina gli aiuti della rete  ecclesiale – ha immediatamente offerto il suo aiuto nell’area di Sendai,  dopo il terremoto e lo tsunami. Sono state distribuite coperte e cibo a  chi ne aveva bisogno. È stato allestito un centro di coordinamento. Ma  l’impegno maggiore sarà nel seguire da vicino le persone che hanno subito  un trauma e nella fase successiva alla prima emergenza.

«È il momento di  rimboccarsi le maniche per lavorare uniti alla ricostruzione» ha detto padre Daisuke  Narui, direttore di Caritas Giappone. Una ricostruzione che non  è solo materiale. «La gente sembra reagire  bene, ci si incoraggia e ci si aiuta reciprocamente, ma lo shock è stato  fortissimo e la paura resta». Yuko Akai,  responsabile del gruppo di volontari che si occupano di assistenza  psicologica, sottolinea anche che in certe zone sembrano convivere due  mondi diversi: uno di completa distruzione e l’altro dove tutto sembra  normale. Infine auspica che «le persone dagli altri continenti continuino  a seguire quanto succede in Giappone, e che preghino per noi». Un appello che Caritas  Italiana rilancia in questa delicata fase, così come ha fatto sin dai  primi momenti successivi al terremoto e allo tsunami che hanno colpito il  Giappone, esprimendo immediatamente vicinanza, avviando una raccolta di  fondi e mettendo a disposizione un primo contributo di centomila  euro per le attività della Caritas locale.

Tutte le informazioni su come contribuire per  sostenere gli interventi in corso nel sito della Caritas


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