Cultura

Caritas. “Bossi-Fini poco rispettosa dignità umana”

Il presidente nazionale della Caritas e vescovo di Modena mons. Benito Cocchi boccia la nuova normativa: "Ci allontana dalla nostra umanità e dalla nostra tradizione sociale e cristiana"

di Ettore Colombo

La nuova legge Bossi-Fini sull’immigrazione ”non ha risolto molto problemi” e, anzi, ”ha seguito delle categorie pochissimo rispettose delle dignita’ della persona”. La bocciatura della nuova normativa sull’immigrazione viene dalla Caritas italiana, per bocca del suo presidente nazionale, il vescovo di Modena mons. Benito Cocchi. Una normativa, secondo la Caritas, ”da correggere fortemente” visto che ”ha introdotto elementi di paura e difficoltà di vario genere come, ad esempio, per i ricongiungimenti familiari, non aiutando a mettere in regola le situazioni in nero perche’ – ha notato mons. Cocchi – sono risultati pochi i datori di lavoro interessati a asanare queste situazioni. La Bossi-Fini, inoltre, nei primi mesi di applicazione, si è contraddistinta per una ”notevole confusione sui termini di applicabilità. Certamente – ha aggiunto mons. Cocchi – ha sistemato qualche situazione. Ma è il principio che non condividiamo. Sarebbe meglio, come quadro di fondo, parlare più in termini di risorse che di problema di fronte all’arrivo degli immigrati. Poi non accettiamo che questi siano trattati solo come forza lavoro”. Il vescovo che ha presentato stamane a Roma il 12.mo rapporto annuale sull’immigrazione di Caritas e Migrantes ha notato anche un clima diverso tra istituzioni ed enti di volontariato. ”Di certo – ha affermato Cocchi – oggi c’e’ un clima che non favorisce la buona volontà degli enti che tentano di aiutare, spesso gratuitamente, nonostante la allusioni poco carine che sono state fatte”. Non so – ha concluso Cocchi – se questa è una legge che ci allontana dall’Europa, ho paura però che ci allontani dalla nostra umanità e dalla nostra tradizione sociale e cristiana. Dobbiamo ricordarci che i nostri nonni erano gli albanesi di quel tempo”.
Il presidente nazionale della Caritas ha parlato anche di “clima peggiorato in Italia da questa legge, perché certamente non ha favorito la buona volonta degli enti che tentano di aiutare, e spesso gratuitamente nonostante le allusioni poco carine che sono state fatte, chi ha bisogno di aiuto”. La legge “non ha certo favorito una collaborazione complessiva, comunque da parte nostra e anche di altre organizzazioni che operano come la Caritas, c’è tuttora volonta’ di collaborare e di migliorare la situazione”. A parere di mons. Cocchi e’ difficile dire se effettivamente questa legge allontani l’Italia dall’Europa, pero’ “ho timore invece che ci allontani dalla nostra umanità e dalla nostra tradizione sociale e cristiana”. Il vescovo di Modena ha sottolineato inoltre che quando si parla di immigrati sarebbe meglio non farlo in termini solo di forza lavoro, “è un’ingiustizia”. Bisogna inaugurare – ha detto ancora – politiche di integrazione o quantomeno di accoglienza vera, sia pur fatta con i tempi dovuti, ma bisogna procedere verso un clima di collaborazione e non di sospetto. Un clima senz’altro di accoglienza, anche perche’ non e’ vero che in Italia ci sia un’invasione di immigrati rispetto ad altri paesi. Ed ha fatto l’esempio della Svizzera, dove la popolazione immigrata sfiora quasi il 20% della popolazione complessiva, “mentre noi siamo ad un livello estremamente ridotto. Questa dunque è un’altra occasione perché si possa affrontare con razionalità l’intera questione”.
Mons. Cocchi ha ribadito più volte che con l’introduzione della Bossi-Fini si è determinata comunque “una notevole confusione, anche sui temi della sua applicabilità. Non sottovalutiamo il clima di paura che si è ulteriormente instaurato tra gli immigrati perché ci sono italiani che sinora li hanno fatti lavorare in nero e adesso non vogliono regolarizzarli. La legge ha anche sistemato qualche situazione, ma è il principio della paura che serpeggia tra chi teme di perdere il lavoro che noi non possiamo assolutamente condividere”. Il presidente nazionale della Caritas ha auspicato quindi che con il regolamento di attuaioone della legge si possano trovare soluzioni migliori alle attuali.

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