Non profit

Carissima qualità, ma alla fine quanto ci costi?

Il parere dell’esperto. Analisi degli investimenti

di Redazione

L’investimento che una organizzazione deve affrontare sotto i diversi punti di vista per certificare il proprio sistema di gestione per la qualità non è certo uno scherzo. Riguarda prima di tutto la scelta della persona adatta a rivestire il ruolo di referente qualità. che deve avere alcune caratteristiche: conoscere bene i processi e le attività dell?impresa, essere riconosciuto e legittimato all?interno della propria organizzazione, avere a disposizione un certo tempo da destinare alla costruzione del sistema (1-2 giorni alla settimana per 8-9 mesi possono essere sufficienti per un?impresa di piccole e medie dimensioni). L?investimento deve essere fatto anche a livello generale dell?organizzazione: adottare un sistema di gestione per la qualità può significare modificare alcune prassi lavorative, mettere ordine nei ruoli delle persone, focalizzare meglio la missione dell?organizzazione, strutturare i processi produttivi. Per alcune imprese sociali questo ha significato un forte investimento anche della dirigenza. I costi vivi per arrivare a certificare il sistema possono variare notevolmente a seconda delle modalità di accompagnamento e dell?ente di certificazione scelto. Il consorzio Cgm è riuscito a valorizzare la peculiarità della propria rete per poter abbattere i costi, sfruttando le naturali connessioni fra imprese sociali e il proprio consorzio territoriale di riferimento. Il consorzio territoriale funziona come una sorta di capofila per le proprie affiliate. Esso acquisisce da Cgm le competenze in materia di applicazione del sistema qualità e poi le trasferisce sulle cooperative socie (il costo di una sola consulenza viene quindi ottimizzato e spalmato sulle diverse organizzazioni). Il consorzio mantiene la regia anche sui sistemi di gestione per la qualità delle proprie associate e questo lavoro di raccordo è garanzia della tenuta complessiva. Anche i costi per le valutazioni da parte dall?ente di certificazione possono essere contenuti proprio grazie a questo sistema di coordinamento centrale che permette un risparmio anche del 70% del costo per la singola impresa sociale (arrivando anche a costare poche centinaia di euro). L?investimento resta comunque alto e deve avere quindi un adeguato ritorno. Dal punto di vista dei benefici strettamente economici la situazione si presenta a macchia di leopardo nelle diverse regioni. Alcune regioni fanno coincidere o quasi i meccanismi di accreditamento dei servizi con la certificazione, in altre regioni le due questioni non sono collegate, ma se si vanno a verificare i requisiti richiesti dall?accreditamento questi coincidono per larga parte con il sistema di gestione messo in campo dalla qualità; in altre regioni accreditamento e certificazione sono completamente slegati. Questo accade anche nei bandi pubblici per la gestione di servizi sociali: in alcuni di essi l?adeguamento alla norma di certificazione è il prerequisito per la partecipazione, in altri è strumento per l?acquisizione di maggior punteggio, in altri ancora non è nemmeno menzionato. La valorizzazione dello sforzo organizzativo e progettuale delle imprese sociali può rappresentare il caso più sano, lontano dall?obbligatorietà vincolante che mal si sposa con la rispondenza ad una norma nata con un approccio di adeguamento volontario. Tale investimento ha sempre di più una sua ragione d?essere nelle imprese sociali che hanno saputo adottare una gestione moderna e matura del sistema qualità senza farsi ingessare da un?interpretazione ormai obsoleta e pesante della norma. Le parole chiave per la gestione della qualità sono certamente integrazione, sinergie e ottimizzazioni con gli altri strumenti di gestione dell?impresa sociale (bilancio sociale, carta dei servizi, sistema di monitoraggio, strumenti di pianificazione e controllo?) la cui applicazione è certamente facilitata laddove già esiste un sistema ordinato e diffuso di raccolta dati, laddove c?è una naturale predisposizione alla pianificazione con l?obiettivo di una gestione efficace e strategica dell?impresa sociale. di Simona Taraschi, resp. Area servizi all?impresa di Cgm

Partecipa alla due giorni per i 30 anni di VITA

Cara lettrice, caro lettore: il 25 e 26 ottobre alla Fabbrica del Vapore di Milano, VITA festeggerà i suoi primi 30 anni con il titolo “E noi come vivremo?”. Un evento aperto a tutti, non per celebrare l’anniversario, ma per tracciare insieme a voi e ai tanti amici che parteciperanno nuovi futuri possibili.