Cultura

Cari sportivi, siete voi i nuovi tartassati

Il ministro Visco scambia le squadre di quartiere per i grandi team di serie A e obbliga all’uso delle carte di credito per ogni spesa oltre le 100 mila lire.

di Pasquale Coccia

Addio ai panini con robuste frittate comprati con gli spiccioli e consumati avidamente dai ragazzini, dopo una partita di calcio o di pallacanestro. I dirigenti delle società sportive dilettantistiche non potranno più premiare i loro beniamini, tirando fuori qualche biglietto da mille dal portafoglio per soddisfare la voglia di caramelle dei più piccoli o consolare coloro che hanno perso una gara ricorrendo al gelato extra.
Se vorranno continuare a farlo, d?ora in poi dovranno pagare con un assegno o con la carta di credito, specie quando vanno a giocare in trasferta e la spesa complessiva, dalla benzina alle vettovaglie, supera le 100 mila lire. È quanto prevedono le nuove norme dell?articolo 25 della legge 133 del 18 maggio 1999 , in vigore dal 1° gennaio del 2000, volute dal ministro delle Finanze Vincenzo Visco per prevenire l?evasione fiscale delle società sportive dilettantistiche.
La normativa introduce infatti nuove disposizioni tributarie, tese da un lato ad aumentare le agevolazioni e dall?altra a inserire norme di maggior rigore, volte a determinare ulteriori obblighi sugli adempimenti amministrativi inerenti alla gestione dell?attività sportiva.
La definizione di società sportiva dilettantistica è assai generica, pertanto abbraccia varie attività, dalla squadra di pallavolo di serie A al piccolo gruppo sportivo che organizza e partecipa al campionato provinciale. Le norme volute da Visco non tengono affatto conto di queste differenti realtà e determinano effetti devastanti proprio sulle associazioni sportive più piccole sul piano strutturale.
L?esempio del gelato di prima non è fatto a caso: i commi 7 e 8 dell?articolo 25 della Finanziaria, infatti, prevedono l?obbligo di far ricorso all?uso di conti correnti bancari o postali per i pagamenti superiori alle 100 mila effettuati dalle società sportive, ma anche per i pagamenti a favore. Che cosa vuol dire? Che un anziano pieno di energie desideroso di frequentare un corso annuale di ginnastica non potrà più mettere mano al portafoglio e iscriversi presso la più vicina società sportiva, ma dovrà saldare con la carta di credito o con l?assegno. Stessa musica per i soci di un?associazione sportiva.
Innanzi allo sbigottimento prima e ai riflessi negativi sulla promozione delle attività poi, le 100 mila società sportive imbrigliate dalle nuove norme fiscali del ministro Visco hanno alzato la voce ed elaborato un documento sottoscritto dai 12 enti di base impegnati nella promozione dello sport: «Proponiamo di procedere a una modifica del tetto portandolo da 100 a 500 mila lire», scrivono. «Il tema della trasparenza, per le associazioni sportive dilettantistiche, fiscalmente inquadrate come enti non commerciali, non può essere diversamente normato da quanto previsto dal decreto legislativo 460, in quanto produrrebbe una ulteriore confusione e penalizzazione di un soggetto rispetto al più generale mondo del non profit».
Le Finanze obiettano che i controlli per combattere l?evasione o l?elusione fiscale sono associati alle agevolazioni ?per sostenere lo sviluppo del settore?. Non scherziamo, rispondono dal mondo dello sport: «I controlli prescindono dall?utilizzo del sistema di agevolazioni», rincarano, «e non risulta comprensibile, sul piano normativo, come sia possibile che alcune agevolazioni siano applicabili a soggetti, quali le pro loco e i circoli aziendali, ai quali non vengono richiesti i relativi obblighi ed adempimenti contabili come le spese oltre le 100 mila lire, mentre devono osservarli le società sportive».
Insomma agevolazioni per tutti, controlli meticolosi e soffocanti per chi promuove lo sport nel quartiere o nei piccoli centri. Centomila associazioni, che promuovono sport per 10 milioni di persone, attendono risposte, sperando che il ministro Visco sappia distinguere meglio tra i gelati dei ragazzini e le ingenti somme non dichiarate provenienti dagli sponsor delle squadre impegnate nello sport agonistico.

Cercansi cantori dello sport sociale

Raccontate lo sport sociale e inviate i vostri scritti al Coni. Se i vostri racconti sono inediti, senza superare le dieci cartelle, potrete inviarli alla Segreteria del concorso nazionale per il racconto sportivo, al Foro Italico 00194 Roma, entro il 29 febbraio. Se i vostri racconti sono stati pubblicati da qualche editore, enche se minore, durante il 1999, inviate sette copie allo stesso indirizzo. In premio vi sono 7 milioni e 500 mila lire, di cui 5 milioni al primo classificato e 2,5 milioni al secondo. Se non avete la vena dello scrittore, ma quella poetica, oppure se avete analizzato lo sport e le sue implicazioni sociali attraverso saggi, non perdetevi d?animo: potete partecipare comunque. Gli scritti dovranno essere accompagnati da una domanda in carta libera contenente le generalità dell?autore e la sezione in cui intende partecipare. E allora, mettete nero su bianco le vostre esperienze fatte nel mondo del volontariato sportivo come atleti, dirigenti o allenatori, perché anche l?altro sport può essere raccontato e non solo le gesta dei grandi campioni.
Per maggiori informazioni , tel. 06/36857386.

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