Non profit
Cari sindaci, io sposo chi voglio
Lettera aperta di una giovane scrittrice musulmana ai primi cittadini d'Italia
di Redazione

Cari sindaci, quale migliore occasione per conoscerci meglio. Il sindaco è una figura su cui ripongo molta fiducia, ormai da tempo.
Davvero, non c’è nessuna ironia nel dirlo.
Vogliamo mettere… indicatemi un’altra figura che abbia un sapore così fortemente istituzionale ma allo stesso tempo dannatamente vicino alla gente. Che è questo alla fine che vi differenzia da tutti gli altri politici. Per dire.
Ché voi potete vedere concretamente, sulle facce delle persone, gli effetti delle vostre decisioni. Positive o negative.
In questo caso, negative.
Lasciatemelo dire.
Mi sa tanto di fascistella, questa cosa.
Di decidere chi possa sposare chi.
Ora, comprendo benissimo il (legittimo) sospetto che un’alta percentuale dei matrimoni misti rientri nella categoria “matrimoni di convenienza”. Al pari di quelli di molte signorotte che vanno a divertirsi in luoghi di villeggiatura esotici per poi tornarsene con un giovane marito egiziano, tunisino o che so io.
Solo che lì nessuno dice loro che non possono.
Ora, se vogliamo avventurarci in un discorso sul senso dell’etica, facciamo pure.
Va contro ogni etica, ad esempio, una legge sull’immigrazione che ostacoli il ricongiungimento familiare, inscatoli i lavoratori clandestini in una serie di circoli viziosi “contratto di lavoro = permesso di soggiorno = contratto di lavoro = ecc”, li tratti come mera forza lavoro e favorisca il lavoro in nero.
Va contro ogni etica la presenza di un partito apertamente razzista e xenofobo in un Paese che, a quanto pare, farebbe anche parte dell’Unione Europea.
Che poi il discorso è ancora più semplice.
Ciò che è anti etico è non considerare le persone come persone.
Ma considerarle, più o meno consciamente, pedine politicamente strumentalizzabili, questo va al di là di ogni senso liberale dell’etica di cui gli occidentali si fanno così orgogliosamente portatori.
E quello che si è lasciato fare a molti rappresentanti politici da un bel po’ di tempo a questa parte, va contro ogni senso dell’etica.
Cari sindaci, non so se poter continuare a riporre speranza sulla vostra figura, i tempi sono bui…
Si impongono riflessioni lucide, pacate, e anche autocritiche, sul vostro, e di tutti, senso di umanità, livello di civilizzazione e di comprensione dei valori universali che uniscono, vostro malgrado, tutti: occidentali, non occidentali, regolari, clandestini.
Con (mancata) fiducia,
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