Famiglia
Cari ospedali, c’è qualcosa che non mi convince
Gli ospedali sono sporchi e pericolosi specie nei sotterranei di edifici vecchi e fatiscenti? Lo sapevamo tutti, questo è vero ...
Carabinieri ovunque, indagini a tappeto, giustizia è fatta. La coscienza del Belpaese è serena. Stanno lavorando per noi. Gli ospedali sono sporchi e pericolosi specie nei sotterranei di edifici vecchi e fatiscenti? Lo sapevamo tutti, questo è vero. Ma ogni tanto fa bene esercitarsi nell?arte dell?emergenza, e dei luoghi comuni. Questa è una priorità. Ora ci mettiamo d?impegno. Non succederà più. Studiamo un piano. Anzi due. Mettiamo a discutere tre ministeri più le forze dell?ordine. Ci indigniamo. Scorriamo le foto ?scandalo?. Ci sembra impossibile che all?inizio del 2007 a Roma un Policlinico sia in queste condizioni. Tutto vero, tutto giusto.
Conosco Fabrizio Gatti, è un giornalista eccellente, ha fatto imprese assai più rischiose di questa (sinceramente un po? scontata). Il problema non è lui, né un?inchiesta sacrosanta in un Paese libero. Quello che mi stupisce francamente è tutto il contorno di ipocrisia, luoghi comuni, tormentoni ad effetto, in un settore delicato e vitale come quello della salute dei cittadini, tanto più che la sanità pubblica, come dice giustamente Livia Turco, può vantare in Italia non solo punte di eccellenza ma anche uno standard di prestazioni che forse non ha confronti al mondo, Paesi anglosassoni compresi.
Quello che a noi manca è l?orgoglio del lavorare per il pubblico, nel pubblico. Un malinteso liberismo economico idealizza le modalità del settore privato facendo pensare che qualunque cosa, in mani private, funzionerebbe meglio. Ma non è detto che sia così. Oggi è bene che vengano fatti tutti i controlli del mondo, ma in corsia, nei reparti, nelle tante città diverse di questo strano Paese, è indispensabile una serenità diversa, un atteggiamento positivo e rispettoso di tutto, compresa la nostra storia civile.
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