Famiglia

Cari onorevoli, basta obiezioni

Servizio civile. Lettera aperta ai deputati: votate la legge. Subito

di Michele Caropreso

Adesso o mai più. Gli obiettori di coscienza sono stufi delle promesse e degli attestati di stima. Fallito, per mancanza del quorum, un referendum che avrebbe potuto essere storico, hanno deciso di giocare la battaglia decisiva. Perché la legge è lì, pronta, a portata di voto. Il Senato l?ha approvata a larga maggioranza quattro mesi fa. Ma la Camera non si decide. Ed è dal ?92, quando il presidente della Repubblica Cossiga la rinviò alle Camere, che non si è mai riusciti ad approvarla definitivamente.

Adesso, per evitare che questo triste ping-pong si ripeta ancora, l?Associazione obiettori non violenti lancia, dalle colonne di Vita, un appello, chiamando direttamente in causa gli onorevoli deputati perché votino quel testo prima della fine di luglio. Anche ricorrendo alla fiducia, se necessario, perché in autunno, tra riforme e Finanziaria, non ci sarà più tempo.

«Stiamo parlando di una legge che è già stata approvata, sia pure in diverse legislature, da entrambi i rami del Parlamento», sostiene Massimo Paolicelli dell?Aon, «e che per altro rappresenta uno dei punti più qualificanti del programma dell?Ulivo. E gli impegni presi con gli elettori vanno rispettati». Gli fa eco Mauro Paissan, deputato Verde e presidente del gruppo Misto a Montecitorio: «È da tempo che chiedo alla conferenza dei capigruppo di inserire nel calendario della Camera la legge sull?obiezione, e forse lunedì prossimo partirà la discussione generale: c?è un accordo formale in tal senso. E se i tempi per una procedura ordinaria dovessero essere troppo lunghi, porremo a Prodi il problema. È stata chiesta la fiducia anche per questioni minori: riteniamo che chiederla su questa legge sia giusto».

Ma l?opposizione promette battaglia dura, come dimostrano i circa duemila emendamenti proposti da Alleanza nazionale. Spiega Giovanni Alemanno, responsabile del settore sociale di An: «Io, al contrario di altri esponenti del mio partito che sono su una posizione più intransigente, non ho preclusioni verso l?obiezione di coscienza. Credo però che non si possa distinguere questo discorso dalla previsione di un esercito professionistico, altrimenti rischiamo di sbilanciare troppo il sistema verso il servizio civile e di ritrovarci senza soldati». E anche Giuseppe Pisanu, presidente dei deputati di Forza Italia, si mostra scettico: «Siamo ovviamente favorevoli al riconoscimento del diritto all?obiezione di coscienza, ma è altrettanto importante l?istituzione di un esercito professionistico». Mentre la Lega, per bocca del capogruppo dei deputati, Domenico Comino, si dice espressamente contraria a questa legge.
Tanti timori, a giudicare dai numeri, non sembrano giustificati. Con l?attuale legislazione, infatti, chiunque chieda di fare il servizio civile vede accolta la sua richiesta, salvo casi isolati, ma questa fuga dalle armi non c?è stata: le richieste sono passate dalle 44 mila nel ?95 a 48 mila nel ?96. Senza contare che, sempre nel ?95, ci sono stati oltre 60 mila congedi per soprannumero.

Ma il tempo stringe: «Se si arriva a settembre, infatti, il discorso diventa complicato», spiega Francesca Chiavacci, deputato Pds e relatore della legge alla Camera. «È una questione di volontà politica: se ci mettiamo d?impegno la legge può essere approvata entro la fine del mese, anche senza il ricorso alla fiducia. Se dovesse essere necessario, di certo noi non ci opporremo».

Due i punti centrali della nuova legge. La trasformazione dell?obiezione di coscienza in un diritto soggettivo, che ognuno possa esercitare liberamente (mentre è necessario il parere favorevole di una commissione). E la creazione, presso il ministero della Solidarietà sociale, di un ufficio apposito per la gestione degli obiettori, oggi gestiti dalla Difesa.

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