Cultura

Cari ex amici, siate meno irrazionali

Donata Monti era la pasionaria dei consumatori. Ha fatto il salto della barricata proprio un anno fa. Oggi è in forza all’Associazione bancaria italiana, ed è perciò nel mirino.

di Gabriella Meroni

Tu chiamali, se vuoi, scherzi del destino. Un giorno sei la paladina dei consumatori, la pasionaria che difende i risparmi, lo spauracchio di banche e finanziarie; colei, tanto per dirne una, che ha costretto gli istituti di credito a rinegoziare i mutui dai tassi stellari, sventolando sotto il naso di esterrefatti presidenti in grisaglia lo spettro di rivolte popolari sudamericane; il giorno dopo, sei tu stessa, la pasionaria di prima, a indossare la grisaglia e a sederti al lato del tavolo che per anni ti era stato di fronte, tra banchieri e presidenti forse ancora più esterrefatti. È un po? come se Totti andasse alla Lazio, Gerry Scotti alla Rai, Giuliano Ferrara al Manifesto. O Donata Monti all?Abi. No, un momento, questo è successo: Donata Monti, storica anima dell?Adiconsum, una delle più attive associazioni dei consumatori, è da un anno in forza all?Associazione bancaria italiana. In questi tempi di consumatori sul piede di guerra e banche sul banco degli imputati, è lei la persona che assomma in sé le contraddizioni e le opportunità del momento. Lei che ha tracciato una strada, in salita e discussa, ma l?ha tracciata. Lei, insomma, è la donna da intervistare. Vita l?ha fatto. Vita: Esattamente un anno fa, il 17 febbraio 2003, lei diceva addio all?Adiconsum, di cui era segretario nazionale, ed entrava all?Abi. Come andò il passaggio? Donata Monti: Erano dodici anni che stavo dove stavo, e si doveva definire una nuova dirigenza. In più la linea politica di Adiconsum allora non mi soddisfaceva, quindi a un certo punto mi sono ritrovata a un bivio: o spaccare l?associazione, o andarmene. Ho scelto di andarmene, anche perché sentivo che un ciclo era compiuto. Vita: Che cosa non le piaceva più? Monti: In realtà quello che mi preoccupava non riguardava solo Adiconsum. Era in atto una crisi che investiva tutto il movimento dei consumatori, che nel complesso cresceva, ma senza una linea comune, una base strategica, una riflessione che andasse al di là delle tutele e portasse le associazioni non solo a difendere i consumatori ma anche a rappresentarli. Mancava la capacità di pensare in grande, di fare un salto da movimento spontaneo a parte sociale. Vita: Il salto da associazione a sindacato? Monti: Qualcosa del genere. I consumatori avrebbero dovuto puntare, dopo aver ottenuto il riconoscimento legislativo con la legge 281 del 1998, a diventare, come i sindacati, una parte sociale competente, un soggetto attivo dentro la polis, presente – non onnipresente, ma presente – alle decisioni. Ma ciò non si sarebbe mai realizzato senza la capacità di riflettere insieme. Un tentativo è stato fatto, in questo senso, nel Comitato nazionale consumatori utenti (l?organismo ministeriale che riunisce le maggiori associazioni, ndr) ma con scarsi risultati. Questa miopia, questa mancanza di strategia io non riuscivo a sopportarla, mi sembrava grave. Vita: Non ha avanzato qualche proposta costruttiva? Monti: Eccome. Avevo molte idee in proposito, anche per ristrutturare Adiconsum, ma questa mia esigenza non era condivisa, quindi ho preferito uscire, senza litigare. Vita: Ma da qui a passare all?Abi… Monti: All?inizio volevo continuare il mio lavoro contro l?usura e il sovraindebitamento delle famiglie. Mi piaceva, era un?attività che mi portava in un terreno sociale più ampio di quello consumeristico. Dal 1992 mi occupavo, oltre che della parte giuridica dell?associazione, di tutte le ?patologie economiche? del sistema. Ero diventata abile nel trovare soluzioni di prevenzione. Vita: E il suo interlocutore, in questo lavoro, era l?Abi. Monti: Certo: l?Abi, le banche, le finanziarie. Per anni. Ricordo la rinegoziazione dei mutui del 1998, qualcosa di unico in Europa. In quel periodo si costruì la fiducia con il mondo bancario e finanziario: capimmo che le banche non erano fatte di babau ma di persone capaci di contrattare riconoscendo la controparte. È stata poi l?Abi ad accorgersi che un rapporto sporadico con le associazioni dei consumatori non bastava, e che occorreva trovare qualcuno che, conoscendo bene i due mondi, potesse sviluppare il dialogo. Vita: Quindi l?Abi ha investito molto sulla sua funzione. Monti: Be?, in meno di un anno da persona singola sono ?diventata? un ufficio, una struttura: l?Ufficio rapporti con le associazioni dei consumatori. Vita: E i suoi ex ?compagni di lotta?? Come l?hanno presa? Monti: Dipende. Vita: Da che cosa? Monti: Io devo stare a quello che mi dicono, non posso leggere i pensieri altrui. Parto da Adiconsum o dalle altre? Vita: Scelga lei. Monti: Le altre associazioni sono state contente. Mi hanno chiesto di realizzare alcune cose, qualcuno mi ha anche dato un consiglio: non pensare di rappresentarci. E infatti io non rappresento le associazioni, io sono Abi e dialogo. È diverso. Vita: E Adiconsum? Monti: In Adiconsum c?è stata più irrazionalità, ma pensavo peggio. Molti mi hanno detto che avevo coraggio, perché era una scommessa enorme. Però erano dispiaciuti che andassi via. Vita: Nessuno ha detto “Che fai, sei matta”? O peggio: “Sei passata al nemico”? Monti: Che ero matta no, nessuno. Alcuni però, anche se non direttamente, mi hanno fatto capire che pensavano fossi passata al nemico. Ci sono stati anche commenti del tipo “Perché l?hai fatto, chi te l?ha fatto fare”? Può pure darsi che qualcuno pensi che qui guadagni un sacco di soldi, ma insomma? chi mi conosce bene sa perché l?ho fatto. Vita: Ma insomma, è passata al nemico? Monti: Mi è già capitato di rispondere a questa domanda. No, non ho cambiato giacca, ho cambiato luogo, ma sono convinta che una struttura come questa in Abi fosse necessaria. Tempo fa avevo addirittura suggerito un paio di persone che avrebbero potuto fare il mio lavoro? non avevo capito che me lo stavano proponendo. Sa cosa mi sento? Vita: Cosa? Monti: Un link. Il mio compito è far passare il positivo da una parte all?altra per costruire un rapporto che possa cambiare davvero le cose. Spararsi sui giornali, come sta succedendo adesso, non serve a niente. Vita: In questo ultimo anno, però, ne sono successe tante. Due bombe come Cirio e Parmalat? Che ne pensa Donata Monti di Abi? Monti: Certe cose si trascinano per anni, poi scoppiano. L?errore è generalizzare. Parmalat e Cirio sono casi gravi, ed è giusto che chi ha sbagliato paghi. Ma non può essere solo il sistema bancario. È troppo facile trovare un capro espiatorio, buttarlo giù dalla rupe e ritrovarsi tutti puri e contenti. Non è così: c?è tutto un sistema, anche imprenditoriale, da cambiare e smontare per capire dove non ha funzionato. Ma gli scandali ci insegnano anche che non esiste più la cultura dell?investimento e del risparmio. Dai tempi dei Bot people in poi, nessuno ha più pensato a educare il risparmiatore. Vita: E chi avrebbe dovuto farlo? Le banche non c?entrano? Monti: Io credo che sia un compito più pubblico che privato. Non possono pensarci solo le banche, che stanno nel mercato e devono avere i bilanci in attivo. C?è l?etica, d?accordo, però se ne deve occupare qualcun altro. La scuola, innanzitutto, e poi la famiglia. Una volta i genitori ti trasmettevano la prudenza, il rispetto per il denaro, l?idea che le banche erano una cosa seria, poi il mercato ha spinto verso il credito e il prestito in modo superficiale, e chi ha scelto la strada dei rendimenti alti si è anche assunto rischi alti. È stata una scelta. Vita: Su questo la posizione di Abi è netta: le banche sono vittime del caso Parmalat. Condivide? Monti: Se le banche dicono questo, il cliente può chiedere che provino quello che affermano. Faccia causa, la magistratura indagherà, si vedrà, però per me è così. Ricordiamoci che Calisto Tanzi sedeva in Confindustria a fianco di D?Amato, e nemmeno D?Amato si è accorto di niente; dovevano accorgersene solo le banche? Può darsi, lo stabiliranno i giudici. Però dire che “non potevano non sapere” non porta da nessuna parte. Vita: Ma lei a un pensionato che ha perso tutto per colpa di Parmalat cosa direbbe? Monti: Dipende. Chi è questo pensionato, come ha perso i soldi, che tipo di operazioni ha fatto? Un conto è l?ottantenne cui sono state fatte firmare carte che non poteva capire, e che credo avrà un risarcimento; un conto è il dottor Tizio che ha un portafoglio di azioni, e che evidentemente ha sempre saputo di correre rischi. Non si possono accordare diritti uguali a chi si trova in situazioni diverse. Vita: Tra consumatori e Abi ci sono posizioni distantissime. La stessa Adiconsum, la ?sua? Adiconsum si è costituita parte civile contro di voi? Monti: Costituirsi parte civile contro l?Abi non ha senso, perché Abi è un?associazione di banche, e non risponde per i singoli associati. Le 700 banche italiane non sono nella stessa condizione: c?è chi ha venduto in un modo, chi in un altro. Affermare che tutte le banche devono fare la stessa cosa, cioè rimborsare, è assurdo. Vita:Quindi le associazioni sbagliano? Monti: Chiedere ?risarcimenti per tutti? significa affermare che si possono fare le operazioni più speculative del mondo, e se vanno male “tanto c?è il risarcimento”. Questo non esiste in nessuna parte del mondo. Vita: Il caso Parmalat però è la truffa più colossale della nostra storia. Monti: Il caso Parmalat è una truffa, sì, però ci sono ancora molti punti oscuri. Vita: Se fosse stata ancora in Adiconsum, di fronte a un caso come quello Parmalat non si sarebbe subito buttata in difesa del consumatore? Dica la verità. Monti: Bisogna vedere chi ha truffato chi. Se è una truffa del gruppo Parmalat mi sarei buttata contro Parmalat, poi se avessi avuto elementi certi sarei andata anche contro la mia banca. So che in chi ha perso soldi non ci può essere razionalità, ma neanche va pretesa, piuttosto va costruita insieme. Se uno si è rivolto a un?associazione deve ricevere una risposta al suo problema specifico, non una formuletta che va bene per tutti. Vita: Come si stanno muovendo le associazioni in questo momento, secondo lei? Monti: Hanno le loro ragioni, che capisco. Ma dovrebbero fare attenzione a lanciare messaggi ?alti?, a prospettare soluzioni molto vantaggiose e a scagliarsi contro un solo nemico. In questi casi se poi non si porta a casa il risultato non si può dire che è stata colpa degli altri. Vita: Non promettete la luna, insomma? Monti: La cosa più sbagliata è chiedere 100 per avere 50, lo so per esperienza. Sono 32 anni che negozio. Bisogna sì lavorare per ottenere il massimo, però il massimo possibile. Vita: Cosa ne pensa del Codacons che si candida alle elezioni europee? Monti: Mah, se sono contenti, buona fortuna. Spero che abbiano sorte migliore di altri. Finora il partito dei consumatori non ha trovato grandi spazi in Europa. Vita: Le sue prossime iniziative? Monti: Tra poco si costituirà un osservatorio congiunto e permanente tra associazioni dei consumatori e Abi sul risparmio. Sarà questo il tema prioritario del mio lavoro nel prossimo biennio. Vita: Via, in chiusura dia una notizia clamorosa: chessò, Beppe Grillo in Abi… Monti: Perché no? Però non sono io che decido, forse bisognerebbe chiedere agli associati. Le associazioni prenderebbero Sergio Cusani? Ah no, però Cusani l?hanno già preso, lavora alla Cgil?

Info: I paladini dei consumatori dalla a alla zeta

Le 14 principali associazioni dei consumatori italiane sono riunite nel Comitato nazionale consumatori utenti (Cncu), insediato presso il ministero delle Attività produttive. Per farne parte le associazioni devono avere almeno 28mila iscritti (ma è un?autocertificazione). ACU L?Associazione Consumatori Utenti nasce nel 1984 come Agrisalus, puntando sulla tutela dei dei consumatori nel settore agro-alimentare. Nel 1986 ottiene l?accreditamento da parte della Consumers International (rete delle associazioni consumatori riconosciuta dall?Onu). Oggi conta circa 106mila iscritti ed è particolarmente attiva nel settore dei prodotti di largo consumo, dei servizi telefonici e telematici. L?Acu è socio di Banca popolare etica. Tra i suoi presidenti c?è Giuseppe D?Ippolito, uno dei legali di Beppe Grillo. www.acu.it ADICONSUM Costituita nel 1987 su iniziativa della Cisl, ha 79mila iscritti. È impegnata nella tutela dei consumatori nei settori delle utenze domestiche, trasporti, finanza e assicurazioni. Si caratterizza per l?approccio contrattualista: preferisce risolvere le controversie con accordi extragiudiziali. Ha fatto parte della Coalizione dei consumatori, cartello da cui lo scorso anno sono uscite 5 delle 8 associazioni che lo avevano fondato. La sede nazionale è a Roma.

tel. 06.4417021 Adiconsum

ADOC Nasce nel 1988 su iniziativa della Uil, e oggi conta circa 32mila iscritti. È tra i fondatori dell?Associazione europea dei consumatori di Bruxelles. Organizzazione moderata, fa parte della cartello Intesa dei consumatori, e subisce un po? l?attivismo delle associazioni ?amiche?. Pubblica il mensile Adocchiatutto, le guide Occhio e le cassette video Filmadoc. Ha sede a Roma.

tel. 06.45420928 ADOC

ADUSBEF Specializzata nel settore bancario e dei servizi assicurativi, l?Adusbef è nata nel 1987 e conta 38mila iscritti. Ha contribuito alla condanna del cartello di 19 compagnie assicurative per gli accordi sulle rc auto. Fa parte della Federazione utenti bancari europei e dell?Intesa consumatori. Il suo presidente, Elio Lannutti, un passato nella Cgil, si è candidato alle elezioni politiche del 2001 con Di Pietro. Ha un debole per l?editoria: ha fondato il settimanale Avvenimenti e dirige una tv laziale, Teleambiente.

tel. 06.4818632 www.adusbef.it

ALTROCONSUMO È l?associazione che conta il maggior numero di iscritti: 277mila. Fondata nel 1973, edita l?omonima rivista e alcuni bimestrali su risparmio e salute. Fa parte di Consumers International ed è l?unica associazione italiana riconosciuta dal Beuc (Ufficio europeo delle associazioni di consumatori). Oggi è al centro di un?aspra polemica, con risvolti giudiziari, legata ai finanziamenti che riceve per le sue attività editoriali. Sede nazionale a Milano.

AltroConsumo

CTCU-VSZ Il Centro tutela consumatori utenti di Bolzano (l?altra sigla deriva dal nome in tedesco) è nato nel 1993 e vi aderiscono 10 associazioni attive nel campo della tutela dei diritti dei consumatori in Alto Adige. Conta appena 249 iscritti e quindi siede nel Cncu grazie a una deroga. Persegue le finalità sancite dalla legge provinciale in materia di informazione e tutela dei consumatori, in base a una convenzione con la Provincia di Bolzano.

tel. 0471.975597 Centro Tutela Consumatori Utenti

CITTADINANZATTIVA Nata nel 1978 come Movimento federativo democratico, Cittadinanzattiva conta 36mila iscritti che salgono a 50mila con le associazioni federate. Ne fanno parte: il Tribunale per i diritti del malato; il Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici; i Procuratori dei cittadini; Giustizia per i diritti; la Scuola di cittadinanza attiva; la rete degli operatori delle buone pratiche nei servizi pubblici e nella P.A..Fa parte della Coalizione dei consumatori. È in causa con Adusbef per questioni legate alle modalità di finanziamento.

tel. 06.367181 CittadinanzAttiva

CODACONS Costituita su iniziativa di un gruppo di legali, si è caratterizzata per una condotta intransigente e per preferire la via giudiziaria nella risoluzione delle controversie. La denuncia facile ha creato al suo fondatore-presidente, avvocato Rienzi molti nemici che lo accusano di operare in conflitto di interessi. Ha deciso di costituire un partito dei consumatori prendendo parte alle prossime elezioni europee. Ha 30mila iscritti e aderisce a Intesa dei consumatori.

tel. 06.3725809 CODACONS

CONFCONSUMATORI La Confederazione generale dei consumatori è nata a Parma nel 1976 ed è nota per avere realizzato il primo sciopero dei consumatori in Italia: quello contro i rincari del parmigiano reggiano e del caffè. Ha 29mila iscritti ed è guidata da un ex sindaco Psi di Parma, Mara Colla. Realizza corsi di formazione su servizi finanziari e assicurativi, sicurezza alimentare e direttive comunitarie. Fa parte di Consumatori indipendenti. tel. 0521.230134 LEGA CONSUMATORI Associazione promossa dalle Acli nel 1977, conta circa 37mila iscritti. Si caratterizza per il suo approccio contrattualistico, volto a definire extragiudizialmente le controversie. Opera in simbiosi con Adiconsum, con cui fino allo scorso anno faceva parte della Coalizione dei consumatori. Svolge, inoltre, un?attività di monitoraggio dell?andamento del costo della vita con lo strumento del ?paniere?. Sede nazionale a Milano.

tel. 02.48303659 Legaconsumatori

FEDERCONSUMATORI Promossa nel 1988 dalla Cgil, che tuttora finanziariamente la sostiene, ha circa 50mila iscritti. Ha attivato sportelli di assistenza e consulenza ai consumatori-utenti in tutti i maggiori centri urbani. Fa parte dell?Intesa dei consumatori. Ha diverse sezioni: Federconsumatori-Com, sui problemi della comunicazione e dell’informazione; Federconsumatori-Comma 22 sul rapporto cittadini-pubblica amministrazione e sanità. Diffonde informazioni sulla sua attività attraverso il periodico Robin. Sede nazionale a Roma.

tel. 06.42020759 FEDERCONSUMATORI

MOVIMENTO CONSUMATORI Il Movimento consumatori è nato nel 1985 e conta oggi circa 30mila iscritti. Indicato come vicino all?Arci, è stato presieduto per molto tempo dal professor Gustavo Ghidini: per questo motivo, è stato spesso bersaglio di critiche (Ghidini, che oggi è presidente onorario, nel frattempo sedeva in diversi cda di banche). Ghidini ha inoltre difeso l?Enel in una controversia proprio contro le associazioni di consumatori. Fa parte di Consumatori indipendenti. Sede nazionale a Milano.

tel. 02.33603060 www.movimentoconsumatori.it

MOVIMENTO DIFESA CITTADINO Il Movimento di difesa del cittadino è nato nel 1987, su iniziativa di Giorgio Ruffolo ed Enzo Mattina, e conta 32mila iscritti. Mdc è membro fondatore di Consumer?s Forum e dell?Association Européenne des Consumateurs: è l?unica associazione di consumatori presente al Forum per le tecnologie dell?informazione; fa parte del Forum permanente del Terzo settore e collabora con Legambiente e con le principali associazioni di tutela dei diritti. Sede nazionale a Roma.

tel. 06.4881891 www.mdc.it

UNIONE NAZ. CONSUMATORI Nata nel 1955, e da allora diretta da Vincenzo Dona, l?Unione nazionale consumatori ha circa 35mila iscritti. È impegnata in iniziative di educazione, informazione e difesa dei consumatori e realizza prove comparative di beni di consumo. Edita un notiziario quotidiano e pubblicazioni scientifiche. Sede nazionale a Roma.

tel. 063269531 Unione Nazionale Consumatori


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