Cultura

cari enti, più realismo bper uscire dalla crisi

servizio civile Il presidente del Mosaico apre il dibattito dopo il taglio dei fondi

di Redazione

Pensare di chiedere 100mila volontari senza indicare dove reperire le risorse è velleitario. Al contrario occorre pensare a un sistema di cofinanziamento che coinvolga insieme alle Regioni anche le associazioni. Altrimenti non ci resta che la strada della regionalizzazione completa I l sottosegretario Giovanardi immette nel servizio civile una dote di cui da tempo si sentiva il bisogno: la schiettezza. Ha l’intelligenza politica e progettuale di dare un nome ai problemi che stanno affondando il fragile vascello della legge 64/2001, e di dichiarare (sia su questo settimanale che in Parlamento) che occorre, in tempi rapidi, una revisione della normativa.

Via il salame dagli occhi
Il problema principe è quello della scarsità di risorse economiche statali: occorre avere le fette di salame sugli occhi, scusate il lombardismo, per non rendersi conto che tale problematica riguarda tutte le amministrazioni dello Stato. Invocare 100mila volontari in servizio, senza dire dove si trovano le risorse, è velleitario: se ne rendano conto gli autorevoli dirigenti del terzo settore che sostengono questa posizione. Possiamo agire sul fronte del buon uso delle risorse disponibili, ed è positivo che Giovanardi dica basta a follie quali il bando straordinario per Napoli (a proposito, qualcuno ci segnala quali risultati sono stati raggiunti?) o a bandi per l’impiego dei volontari come accompagnatori di ciechi (per poi scoprire che oltre il 68% degli stessi risiede al Sud, il 20,9% al Centro e solo il 10,8% al Nord): si tratta di “sperimentazioni” che sono costate e costano decine di milioni di euro.
Ma ciò non basta: è necessario che enti pubblici e privati mettano mano ai loro portafogli, e cofinanzino i progetti di servizio civile. Un cofinanziamento tra il 25 ed il 30% del costo di una posizione, per un importo di circa 2mila euro. Penso a una scelta volontaria dell’ente che, se effettuata, viene premiata in modo consistente in termini di punteggio di valutazione. Sono convinto che un tale meccanismo finanziario, semplice e draconiano, contribuirà in modo determinante alla soluzione dell’altro problema del servizio civile, ovvero la anomala disparità territoriale tra Nord e Sud. Un’anomalia dovuta al fatto che il servizio civile è stato inteso da molti giovani meridionali come una sorta di salario sociale. Si possono comprendere i giovani, molto meno i grandi enti nazionali che hanno favorito tale deriva, sia concentrando buona parte delle posizioni richieste in Meridione sia opponendosi strenuamente ad una riduzione dell’orario di servizio civile, la cui eccessiva durata è causa dello scarso appeal del servizio civile nelle regioni del Nord.

Giovanardi sulla strada giusta
Anche qui ho letto con soddisfazione le indicazioni del sottosegretario, che realisticamente parla di flessibilità dell’orario e tempo parziale (ovviamente con conseguente riduzione dell’assegno mensile). Ultimo capitolo, il ruolo delle Regioni. Anche su tale punto i grandi enti di servizio civile, tutti del terzo settore, chiedono un ritorno ad una gestione centralizzata: un senso assai particolare del clima politico di questi tempi, che spinge sulla tavoletta del federalismo e del decentramento.
Le Regioni devono mettere risorse nel servizio civile? Certamente, e ricordo che chi mette contanti su tale voce, finanziando oltre 200 posizioni di servizio civile, non è una delle due regioni meridionali che hanno sul loro territorio un terzo dei volontari in servizio civile, bensì la nordica e penalizzata Lombardia. In cambio le Regioni devono poter esercitare funzioni di controllo e verifica sui progetti, non solo regionali ma anche a valenza nazionale? «no taxation without representation», per citare un motto della rivoluzione americana.
E se tutto ciò non avvenisse? Vedo solo un’alternativa alla chiusura definitiva dell’esperienza, ovverossia una completa regionalizzazione. Come già è stato fatto con il servizio sanitario.

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