Politica
Cari Delrio, Orfini, Faraone, Magi e Fratoianni: adesso rimanete a Lampedusa
Le contestazioni di alcuni abitanti dopo lo sbarco dei migranti segnalano le ferite aperte di una comunità locale che vanno al di là degli ossessionanti attacchi alle ong e delle questioni legate all'accoglienza dei migranti. Sono nodi che, chi vuole provare a costruire un'alternativa, non può far finta di non vedere. Per questo i 5 parlamentari una volta scesi dalla nave della capitana dovrebbero passare l'estate sull'isola
di Redazione
Nella notte sul molo di Lampedusa ad accogliere l’arrivo della Sea Watch 3, come ha scritto in diretta il nostro Alessandro Puglia, ci sono stati applausi ma anche contestazioni. Sui social network da quando cinque parlamentari democratici, radicali e di sinistra italiana, rispettivamente Graziano Delrio, Matteo Orfini, Davide Faraone, Riccardo Magi e Nicola Fratoianni (in foto) hanno deciso di imbarcarsi sulla Sea Watch 3 circolano post come questo:
“Abbiamo noi di Lampedusa bisogno della scuola elementare chiusa da 6 anni perché inagibile, abbiamo bisogno di un’ambulanza , abbiamo bisogno di un depuratore , abbiamo bisogno per chi fa la chemio e deve continuamente partire e si è venduta la casa per potersi pagare i viaggi …noi di Lampedusa abbiamo bisogno di tante piccole ma importanti cose per la sopravvivenza della comunità.. e una delegazione del PD che fa?
Viene a Lampedusa per 42 clandestini e per essere solidale con un capitano che ha violato la legge”.un abitante di Lampedusa
Della vicenda dell’istituto onnicomprensivo Luigi Pirandello si è occupata a più riprese anche Cittadinanzattiva nel suo rapporto sulla sicurezza e la qualità delle scuole.
Naturalmente i cinque parlamentari hanno fatto bene a salire sulla nave della capitana Carola Rackete. Oggi però, dopo lo sbarco, farebbero meglio a non andarsene dall’isola siciliana. Dovrebbero restare per verificare l’effettiva consistenza di questo cahiers de doléance e dopo averne preso contezza provare a indicare una strada, costruendo soluzioni insieme alla popolazione locale. L’interesse per la questione dei migranti a Lampedusa non può che legarsi a quella per la popolazione locale.
Paolo Venturi e Flaviano Zandonai nel loro ottimo “Dove- La dimensione di luogo che ricompone impresa e società (Egea, edizioni)” spiegano come la dimensione di luogo è un fattore che ha bisogno di essere coltivato, innovato, manutenuto. I luoghi «storicamente si sono costruiti attraverso processi coevolutivi mediante i quali le persone si legavano agli spazi e alle comunità. Oggi questo non avviene più», racconta Venturi. Che cosa ne discende? «Ne discende la necessità di costruire dei processi decisionali che mettono al centro i luoghi. Processi in grado di costruire modalità in grado di conferire valore».
La politica, soprattutto quella che vuole costruire un’alternativa, non può contrapporre le dimensioni dei flussi globali delle migrazioni al localismo delle comunità di appartenenza per dirla con Aldo Bonomi. La sfida, fattuale e comunicativa, è di tenere insieme queste due direttrici. È questa la strada per uscire dalla dinamica cattivisti vs buonisti.
La politica, soprattutto quella che vuole costruire un’alternativa, non può contrapporre le dimensioni dei flussi globali delle migrazioni al localismo delle comunità di appartenenza per dirla con Aldo Bonomi. La sfida, fattuale e comunicativa, è di tenere insieme queste due direttrici. È questa la strada per uscire dalla dinamica cattivisti vs buonisti
Sul numero di Vita magazine di giugno ancora in distribuzione il giornalista e autore televisivo Alessandro Sortino intervistato da Riccardo Bonacina sostiene: “…bisogna capire che parliamo a gente che non sta più così bene, che non ha più la certezza sul suo futuro che non è più collocata all’interno di una comunità di cui si fida…Se io non posso prevedere il mio futuro non ce la faccio a considerare un problema mio l’altro, quando ho dei figli che non trovano lavoro e un genitore con l’Alzheimer, quando non nascono nipoti e non so se ci saranno pensioni. Quando è così, ed è così, il trovare un nemico e riattivare i confini sembra una soluzione”.
Bisogna capire che parliamo a gente che non sta più così bene, che non ha più la certezza sul suo futuro che non è più collocata all’interno di una comunità di cui si fida
Alessandro Sortino
Se in queste ore Graziano Delrio, Matteo Orfini, Davide Faraone, Riccardo Magi e Nicola Fratoianni torneranno a Roma, avranno perso una grande occasione. Restino a Lampedusa. Si occupino della scuola elementare, del depuratore, dei trasporti sanitari e di chi deve combattere un tumore e magari non ha i soldi per sostenere lunghe trasferta sanitarie. E nel frattempo si occupino anche delle centinaia di migranti che ogni settimana arrivano sull’isola coi cosiddetti sbarchi fantasma e naturalmente continuino a occuparsi dei prossimi casi che vedranno le ong messe nel mirino. Ma lo facciano da Lampedusa e a fianco dei lampedusani. Magari passando l’estate sull’isola, dopo aver passato una notte sulla See Watch 3.
Postilla: Alle ultime elezioni europee il Partito democratico ha eletto Pietro Bartolo, medico di Lampedusa, al Parlamento europeo ma sull’isola simbolo dell’accoglienza ai migranti il primo partito è stato la Lega di Matteo Salvini. Nelle cinque sezioni di Lampedusa e Linosa, infatti, il Carroccio è arrivato al 45,85% grazie a 624 voti.
Salvini, capolista del Carroccio, è stato il più votato sull’Isola: per lui 410 preferenze. Bartolo ne ha raccolte molte meno: 250
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