Politica

Cari candidati, sul Terzo settore non bastano le belle parole

I nodi del welfare e la politica regionale: alla vigilia di una tornata elettorale che rinnoverà le presidenze di Lombardia e Lazio, abbiamo dialogato con i candidati governatori - i lombardi Attilio Fontana, Pierfrancesco Majorino e Letizia Moratti; i laziali Alessio D’Amato, Francesco Rocca e Donatella Bianchi - sulle principali emergenza socio-ambientali e sul ruolo della società civile organizzata. Per la Lombardia, anche con un candidato consigliere regionale più sociale di ogni schieramento. Un instant book da scaricare gratuitamente

di Redazione

Saranno oltre dodici milioni gli elettori che si recheranno alle urne, per rinnovare le amministrazioni di due delle Regioni più importanti d'Italia, la Lombardia e il Lazio. Urne aperte domenica 12 febbraio dalle 7 alle 23 e lunedì 13 dalle 7 alle 15.

Si tratta di un passaggio elettorale importante in particolare per i temi legati al welfare. Le regioni, come noto, infatti sono l’ente territoriale più rilevante in ambito sanitario e sociale. È su questo terreno che si giocherà una buona fetta della sfida della coprogrammazione e della coprogettazione in una logica paritaria fra ente amministrativo e soggetto di Terzo settore così come previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale numero 131 del 2020. Una questione nodale che si combina con la revisione della medicina territoriale e di comunità prevista del Pnnr.

Abbiamo raccolto in questo instant book i dialoghi che VITA ha realizzato in queste settimane con i sei maggiori candidati alla presidenza di Lombardia e Lazio. In Lombardia abbiamo anche intervistato 3 candidati al consiglio regionale con un marcato pedigree sociale, fra cui è possibili (qualcuno dice probabile) che uscirà il prossimo assessore con delega al sociosanitario o al sociale: Luca Degani (presidente “sospeso” di Uneba Lombardia e in lista con Fontana); Fabrizio Pregliasco (ex presidente Anpas e in lista con Majorino); Lisa Noja (apprezzata attivista per i diritti delle persone con disabilità, già parlamentare, in lista con Moratti).

Tutti i candidati presidenti (con parziale eccezione della 5 Stelle Donatella Bianchi, che sul tema di fatto svicola) riconoscono la centralità al Terzo settore in termini espliciti, prendendosi impegni importanti. Certo, ognuno lo fa in base alle proprie sensibilità e visione, ma è un fatto che in questa campagna elettorale i soggetti sociali della società civile siano stati riconosciuti come un interlocutore di primo piano.

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Partiamo dalla Lombardia. Attilio Fontana, candidato del centrodestra: «Coprogettazione e coprogrammazione sono null’altro che la giusta attuazione del principio di sussidiarietà e del riconoscimento delle formazioni sociali come momento fondante della capacità di lettura quanto di risposta delle comunità locali ai bisogni del territorio». Pierfrancesco Majorino, candidato di centrosinistra e 5 Stelle: «La Regione deve riconoscere e promuovere il ruolo del Terzo settore lombardo come soggetto decisivo nella identificazione dei bisogni sociali, nella programmazione delle politiche e nella implementazione delle innovazioni in ambito sociale e non solo e non come mero attuatore di decisioni assunte in assenza di un confronto autentico con i policy makers regionali». Letizia Moratti, candidata del Terzo Polo: «Il lavoro sociale va valorizzato ma è necessario anche un approccio culturale diverso. Lavoriamo spesso a compartimenti stagni, nella sanità, nel sociale, nell’impresa. Quello di cui abbiamo bisogno ora è di integrare questi ambiti e queste esperienze, anche utilizzando modelli innovativi come quello del social business così come definito da Muhammad Yunus».

Venendo al Lazio. Francesco Rocca, ex presidente della Croce Rossa Italiana e candidato per il centrodestra: «La mia storia e formazione personale parlano da sole: considero la sussidiarietà un valore e una risorsa fondamentale. Da presidente della Cri ho avuto modo di collaborare con numerose realtà associative e sociali, rendendo il vocabolo "sussidiarietà" azione concreta». Alessio D’Amato, candidato per il centrosinistra: «Occorre portare a compimento la proposta di legge sul Terzo settore approvata dalla giunta regionale che ha come obiettivo quello di realizzare sul territorio regionale un’uniformità di disciplina. La proposta infatti sancisce l’importanza del ruolo delle formazioni sociali e in particolare proprio del Terzo settore all’interno della nostra società, al punto da considerare il loro ruolo strategico nell’attuazione degli interventi al fianco delle amministrazioni pubbliche. Il Terzo settore deve entrare a pieno titolo nel sistema del welfare di comunità, diventando portatore di idee e proposte che sono espressione diretta dei bisogni dei soggetti più fragili».

Nessuna illusione. Per ora siamo alla dichiarazione di intenti. Le parole da sole non bastano. Serviranno i fatti. «Bisogna avere buona memoria per mantenere le promesse», diceva Friedrich Wilhelm Nietzsche. Se non bastasse il monito del filosofo prussiano, saremo pronti a rinfrescare la memoria ai prossimi presidenti di Lombardia e Lazio.


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