Elezioni europee

Cari candidati, non dimenticatevi degli homeless

Lettera aperta della Federazioni italiana organismi per le persone senza dimora - Fio.Psd in vista della consultazione elettorale dell’8 e 9 giugno. Si chiede che il prossimo parlamento europeo si impegni per raggiungere l’obiettivo di porre fine all’homelessness entro il 2030 come previsto dalla dichiarazione di Lisbona e di affrontare i temi dall'abitare e della povertà energetica

di Antonietta Nembri

Nei prossimi anni il Parlamento europeo dovrebbe: rafforzare una strategia politica di cooperazione internazionale, avviare un piano straordinario di politiche europee per promuovere alloggi a prezzi accessibili, intervenire nelle situazioni di povertà energetica, ma anche rivedere le politiche di migrazione

Sono questi alcuni dei punti che la Fio.Psd segnala in un lettera aperta ai candidati e alle candidate alle prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno. La federazione che riunisce gli organismi per le persone senza dimora «ritiene opportuno sollecitare l’attenzione ed il confronto su alcuni temi» e in particolare evidenzia alcuni punti.

La lettera

Per la Fio.Psd, infatti nei prossimi anni occorrerà rafforzare una strategia politica di cooperazione internazionale. I candidati sono invitata «a sollecitare gli Stati a dar corso agli impegni derivanti dalla firma della Dichiarazione di Lisbona e dall’adesione alla European Platform on Combating Homelessness, introducendo misure concrete che consentano di raggiungere il cruciale obiettivo di porre fine all’homelessness entro il 2030».

Serve un piano per alloggi a prezzi accessibili

Occorrerà inoltre avviare un piano straordinario di politiche europee per promuovere alloggi a prezzi accessibili, capace di intercettare anche le fasce più vulnerabili della popolazione; intervenire nelle situazioni di povertà energetica, garantendo condizioni e qualità della vita adeguati ai nuovi e preoccupanti fenomeni dovuti ai cambiamenti climatici. Infine, prosegue il documento «rivedere le politiche di migrazione che stanno minando la possibilità della mobilità umana, nel rispetto della dignità delle persone, e saturando i servizi per la grave emarginazione alle prese con persone che portano bisogni gravi e urgenti, che dipendono anche dall’inadeguatezza degli interventi per i migranti».

Povertà e marginalità si sono acuite


La federazione ricorda che quelle di quest’anno sono elezioni che avvengono «dopo la crisi pandemica e le conseguenti crisi economiche, sociali, sanitarie, a causa delle quali molteplici situazioni di marginalità e povertà si sono acuite e radicate in modo, talvolta, quasi irreversibile».
Non è mancato – si sottolinea – in questi anni l’impegno di molti Comuni, Città Metropolitane, delle Regioni, del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, delle università, delle Aziende sanitarie e degli enti di Terzo settore, per interventi territoriali che hanno offerto supporto alle persone che vivono in strada o in condizioni di marginalità grave. 

Interventi che sono andati a rafforzare molteplici servizi, da quelli cosiddetti di bassa soglia, quali dormitori, centri diurni, mense, empori solidali, docce e unità di strada a quelli di accompagnamento all’abitare quali Housing First ed Housing Led o a quelli di promozione dell’indipendenza economica quali tirocini, borse lavoro.

Housing e aiuto agli homeless per l’Eurobarometro

Nell’ultima edizione dell’Eurobarometro (2024), si sottolinea, alla domanda “in quali settori l’Ue dovrebbe concretamente agire per preparare il futuro dell’Europa?” ben il 17% degli intervistati considera l’housing e l’assistenza per gli homeless, come un punto chiave (ottava posizione) di una scala in cui pongono le iniziative volte a migliorare l’assistenza sanitaria (38%), i salari 34%) e il reddito e le pensioni di vecchiaia (30%) ai primi 3 posti.
Inoltre, il 23% (quinto posto) considera come priorità sociale a livello nazionale la mancanza di alloggi sociali e di servizi per l’homelessness.

Oltre che nella cittadinanza, l’urgenza di politiche efficaci di contrasto all’homelessness risulta evidente anche ai governi che hanno firmato la European Platform on Combatting Homelessness (dichiarazione di Lisbona, giugno 2021).

E in Italia?

La lettera ai candidati si chiude con uno sguardo a livello nazionale ricordando che in Italia è ancora necessario:

  • riconoscere a tutti coloro che ne hanno i requisiti per legge il diritto alla residenza;
  • rafforzare percorsi di presa in carico delle persone senza dimora, fra servizi sociali, uffici anagrafe, polizia locale, uffici politiche abitative e del lavoro, secondo una logica di accompagnamento all’autonomia e diritto all’abitare;
  • incentivare azioni per migliorare il lavoro di comunità, la coesione sociale e la consapevolezza nei cittadini e nelle cittadine che vivere in strada non è una scelta ma una conseguenza di eventi traumatici o povertà.
  • rafforzare gli uffici della programmazione ed amministrativi, relativi alle politiche sociali, per garantire il corretto utilizzo dei fondi stanziati ai livelli regionali, nazionali, europei.
  • utilizzare gli strumenti, permessi dalle attuali normative, della coprogrammazione e coprogettazione per garantire la massima partecipazione territoriale di enti di terzo settore e di altre istituzioni pubbliche, alla definizione di piani di intervento volti al contrasto della grave marginalità adulta e rafforzare le capacità amministrative di enti pubblici e di terzo settore per permettere un maggiore utilizzo dei fondi assegnati e per garantire la continuità dei servizi.

In apertura photo by Nick Fewings on Unsplash

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.