Cultura

«Cari 50enni, adesso stateci a sentire»

di Riccardo Bianchi

Finire l’università, scoprire che diventare grandi è più deprimente di quanto si credesse, vedere il proprio entusiasmo calare, i sogni spegnersi, l’autostima scomparire. E, come dice Gabriele Dadati nell’introduzione ai racconti di Allegri e disperati (Barbera, 12 euro) non c’è neppure un nemico da accusare.

Più disperati che allegri…
C’è anche la gioia, quella della forte solidarietà tra chi condivide la stessa vita. Anche se spesso si ride per la disperazione, per non piangere.
Ma non si sa chi incolpare, vero?
Mancano i riferimenti anche per protestare. Un tempo c’era Andreotti, oggi la Gelmini. Il livello è ben diverso. Anche se in realtà è il sistema che è fatto così. Non è lei la responsabile, né nessun altro.
Nemmeno i cinquantenni?
Sicuramente ci hanno tradito creando questa Italia, ma non ne sono consapevoli. Per ora comandano loro e i ragazzi possono fare poco. Però mi piace pensare che questo libro possa svegliarci un po’. D’altronde smuovere le coscienze è il compito di noi scrittori. Specie dei giovani.

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