Formazione
Carestia e guerra Così muore il Sudan
Lultima tragedia del Continente: quattro milioni di sfollati e il 35 % dei bambini malnutriti e condannati dalla fame
La grande maledizione dell?Africa subsahariana è il clima, arido e semiarido. Le piogge sono praticamente inesistenti, mentre la desertificazione avanza, strappando sempre più terre coltivabili a popolazioni già gravemente vessate dalla scarsità di cibo. La dieta di un abitante dell?Africa subsahariana è pertanto poverissima, composta essenzialmente da quei cereali che gli esperti della Fao chiamano ?a basso rendimento?: mais, sorgo e miglio che, in genere, vengono affiancati da radici e tuberi. Proprio il regime alimentare rende dunque impensabile qualsiasi aumento di produttività da parte della popolazione, che non a caso costituisce circa il 50 % di tutti i poveri dell?Africa: è qui che oltre 200 milioni di persone, cifra pari al 40% dell?intera popolazione del Continente nero, soffrono di malnutrizione cronica. Persone incapaci di migliorare le loro condizioni di vita: la loro scelta è fra l?estrema sopravvivenza e la morte.
È qui che le stime delle Nazioni unite sono più preoccupanti per quanto riguarda l?avanzata delle fame nel mondo: la diminuzione costante della produzione pro capite, gli elevati tassi di natalità, la siccità, le situazioni di emergenza e i massicci spostamenti della popolazione sembrano lasciare pochi dubbi in proposito. I Paesi saheliani interessati da queste fosche previsioni sono Mauritania, Mali, Niger, Ciad e Sudan, ma anche parte del Burkina Faso e del Senegal. Di questa fascia, il Paese che sta vivendo la situazione sottonutrizionale più drammatica è sicuramente il Sudan, straziato dal 1983 anche dalla guerra intestina fra le forze governative e l?armata di liberazione popolare del Sudan (Spla): 4 milioni di sfollati in preda alla fame, il 35 % dei bambini indebolito gravemente dalla fame al punto di essere esposto a forte rischio di morte a causa delle malattie (soprattutto malaria, tubercolosi e kala azar), totale dipendenza per gran parte della popolazione dagli aiuti internazionali (da notare che la percentuale complessiva degli aiuti alimentari diretta all?Africa subsahariana è passata dal 12 per cento degli anni ?70 al 36 per cento degli anni ?90) sono dati che parlano sin troppo chiaro.
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