Salute
Carenza di plasma, Briola (Avis): «È il momento di puntare all’autosufficienza grazie alle donazioni»
«Il rischio, dovuto alla pandemia è che venga meno la quota di plasma che l'Italia acquista dall'estero», spiega il presidente di Avis, «per questo è il momento di spingere sulle donazioni costruendo un programma che ci permetta, sul lungo periodo, di essere autosufficienti nella produzione dei farmaci plasmaderivati»
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«È una questione di programmazione. Dobbiamo organizzarci con un programma costante in cui i sistemi trasfusionali si strutturino nelle chiamate ai donatori». Così Gianpietro Briola, presidente di Avis nazionale, inquadra la carenza di plasma che si sta riscontrando in tutta Italia.
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Ma cosa comporta la carenza di plasma? «Per assicurare le terapie giuste a paziente con immunodeficienze primitive servono 130 donazioni di plasma all’anno. Dopo aver raccolto questa preziosa risorsa biologica, trascorrono da 7 a 12 mesi prima di ottenere il farmaco plasmaderivato “finito” da dare a chi ne ha bisogno», sottolinea Briola. Un tema che riguarda «sia le associazioni come Avis, che si occupano del contatto con i donatori e del sistema sanitario regionale e nazionale per organizzare l'accesso alla donazione», spiega il presidente.
Per ora l'Italia ha subito una flessione nella raccolta di circa il 2%, «una flesisone quindi modesta dovuta alle difficoltà organizzative e alla cronica mancanza di personale sanitario dovuto alla pandemia», sottolinea Briola, «il vero problema è che invece altri Paesi sono in grande difficoltà. Gli Stati Uniti Usa hanno visto crollare la raccolta del 40%. Siccome il sistema italiano prevede una raccolta nazionale per circa il 70% del totale e un acquisto dall'estero per la restante parte del fabbisogno il rischio è che, quando il plasma scarseggerà sui mercati, avremmo un buco almeno del 30%», chiarisce Briola che aggiunge, «ecco perché è sostanziale cominciare subito a rilanciare la raccolta e farlo con costanza».
L'altro aspetto di criticità che riguarda il plasma per altro riguarda il tema territoriale. «Contrariamente a quanto succede con il sangue la raccolta il plasma viene raccolto e conferito alle industrie farmaceutiche su base regionale e non è possibile un passaggio di plasma interregionale. Laddove quindi ci sia una Regione in difficoltà non è possibile che venga soccorsa da una Regione più virtuosa», aggiunge Briola.
L'invito di Avis è quindi quello di andare tutti a donare il sangue. «Abbiamo bisogno della solidarietà dei nostri donatori e di tutte le perosne che decidessero di diventarlo per riuscire a costruirci una sostenibilità nazionale che ci dia tranquillità sull'approvigionamento dei farmaci plasmaderivati», conclude Briola.
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