Diritti di chi aiuta

Caregiver familiari, uno su quattro lo è da più di dieci anni

È stato presentato il manifesto per una legge equa che regoli questa figura ormai centrale. A promuoverlo, Carer e Cittadinanzattiva che ha anche svolto una ricerca: circa la metà di loro ha problemi di realizzazione personale, sette su dieci hanno rinunciato a lavoro o studio per alcuni periodi

di Nicola Varcasia

Una legge che garantisca diritti e tutele al caregiver familiare. In italia sono circa otto milioni. Parliamo delle persone che si occupano a pieno titolo di un congiunto o un parente malato, fragile o non autosufficiente, senza essere operatori assistenziali di professione. Ma perché ciò avvenga e non si resti nelle buone intenzioni, occorre che la legge preveda una definizione ampia della figura del caregiver e ne riconosca diritti e tutele anche se non convive o non è un familiare diretto della persona assistita. La nuova norma dovrà inoltre offrire la possibilità coinvolgere il caregiver nella stesura del cosiddetto progetto assistenziale individualizzato della persona assistita ed essere espressione anche dei suoi bisogni.

Non solo, la legge dovrà prevedere l’attivazione di tutele crescenti rapportate al carico assistenziale e agli impatti e ai bisogni del caregiver, oltre a garantire risorse congrue per realizzare un’effettiva esigibilità delle tutele ed essere così una concreta base di partenza per il disegno e l’attuazione di servizi e sostegni dedicati a chi si prende cura.

Più cura per chi cura

Sono questi gli obiettivi del manifesto Caregiver: per una legge inclusiva e di equità sociale, presentato oggi da Carer, l’associazione dei caregiver familiarie Cittadinanzattiva alla Camera dei Deputati. L’appello è stato già sottoscritto da 104 realtà, di cui  16 Comuni e 88 fra associazioni, organizzazioni professionali e organizzazioni sindacali. Altri soggetti e i singoli cittadini possono sottoscriverlo attraverso la piattaforma Change.

Richieste precise

«Dopo anni d’attesa, siamo a un passo dall’approvazione di una legge statale che potrebbe finalmente definire la figura del caregiver familiare e riconoscerne i diritti individuali. Per questo ci auguriamo che la nuova normativa tenga conto delle richieste che avanziamo nel manifesto e che si investa in campagne di comunicazione ed informazione ai diretti interessati», ha dichiarato Isabella Mori, responsabile area tutela di Cittadinanzattiva e che ha rappresentato l’associazione all’interno del Tavolo tecnico istituito da su iniziativa del ministro per le disabilità Alessandra Locatelli e del ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone.

Un doppio lavoro

Le richieste contenute nel Manifesto emergono anche dalla voce dei circa 600 caregiver familiari che Cittadinanzattiva ha coinvolto in una recente indagine online, uno spaccato dei circa otto milioni di persone che si prendono cura di un proprio caro, non sempre familiare o convivente ma anche una persona alla quale si è legati da un rapporto di amicizia, affetto. L’indagine, svoltasi online tra agosto e settembre di quest’anno ha rivelato che oltre il 29% è caregiver da più di cinque anni, un ulteriore 25% da più di dieci anni. Emerge dunque chiaramente che il lavoro di caregiver è svolto per lunghi o lunghissimi periodi di tempo, spesso da una stessa e unica persona. Le conseguenze? Quasi il 45% si sente poco realizzato personalmente e più della metà (55,8%) dichiara di aver poco tempo per la sua sfera personale, anche se pensa di essere molto utile (55,8%) per la persona di cui ha cura.

Rinunce obbligate

Inoltre, il 73,4% afferma di aver dovuto rinunciare al lavoro o allo studio per alcuni periodi della propria vita. La gran parte (52%) non sa se nella sua regione vi sia una legge dedicata ai caregiver e questa inconsapevolezza è diffusa anche tra vive in regioni che hanno attivato normative a loro tutela. Rispetto alla previsione di una legge nazionale, i soggetti rispondenti vorrebbero una normativa che riconosca il ruolo a tutti i caregiver familiari, siano essi conviventi o meno (78,8%) e a prescindere dal vincolo di parentela (71,4%). La quasi totalità (92%) ritiene che la legge debba garantire nuove tutele e diritti di tipo crescente, cioè a una maggiore intensità di cura e impegno dovrebbero corrispondere maggiori tutele. Infine, il 91% vorrebbe avere un ruolo attivo nella stesura del progetto di vita individuale. Il Manifesto e la Survey possono essere scaricate sul sito www.cittadinanzattiva.it.

In apertura: particolare della cover dell’indagine sui caregiver familiari di Cittadinanzattiva

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