Non profit

Care poste, dopo il caos non dateci l’aumento

Fundraising. Le associazioni contano i danni del malservizio natalizio

di Maurizio Regosa

E’ andata così. Da una parte le associazioni che per tempo spedivano i loro auguri, accompagnati dai bollettini per il versamento postale per i sostenitori. Dall?altra Poste italiane che si è trovata in affanno e non è riuscita a smaltire la corrispondenza, in particolare nel centro di smistamento di Roserio, alla periferia di Milano (uno dei più grandi della Lombardia, che da solo lavora un terzo delle missive nostrane). Così, a partire da novembre, ha cominciato a formarsi un gigantesco cumulo di lettere, biglietti e pacchi che è finito addirittura su YouTube. Naturalmente, con l?avvicinarsi del Natale, il mucchio non è diminuito. Complici la contemporanea riorganizzazione dell?ufficio postale, un po? di neve e lo sciopero degli straordinari dei postini, il mucchio è salito fino ad avere l?imponenza di 200 tonnellate. Fondi sottratti alla ricerca Le conseguenze: bollette non recapitate, documenti non giunti a destinazione, ma soprattutto – dal punto di vista associativo – una raccolta fondi almeno in parte fallita. A lanciare l?allarme sono state l?Associazione italiana per la ricerca sul cancro e la Lega italiana per la lotta contro i tumori, che sulla base di contatti con i consueti sottoscrittori hanno compreso che qualcosa non andava. «Abbiamo spedito 250mila pezzi», afferma Ilaria Malvezzi, direttore generale della Lilt, «80mila dei quali ai nostri soci. Dalle telefonate che abbiamo ricevuto, abbiamo capito che non avevano ricevuto le nostre lettere. Per noi il periodo natalizio è fondamentale e questo ritardo rappresenta un danno notevole». Alla Lilt mancano 1 milione 200mila euro di sottoscrizioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Stesso discorso per Airc, la cui responsabile delle relazioni esterne, Emanuela Properzi, è laconica: «Tutti fondi sottratti alla ricerca». E parliamo di 1 milione 700mila euro. In tutto 3 milioni di euro di mancata raccolta. E solo per due sole associazioni? Un caos non calmo Naturalmente di fronte a tale caos, Poste italiane si è attivata: ha costituito una task force, ha provveduto a sostituire il direttore di Roserio. Si è impegnata insomma per il ritorno alla normalità. «Qualcosa si muove. Siamo fiduciosi nelle possibilità di recupero di Poste italiane, che si è mostrata consapevole del disagio, ma certo non è possibile recuperare il tempo né il denaro non ricevuto», commenta Properzi. Dello stesso avviso Paolo Giganti, direttore marketing del WWF, che sottolinea anche il danno d?immagine: «Se arriva per Natale è un regalo, se giunge molto tempo dopo è una figuraccia. La nostra campagna prevedeva l?omaggio di un peluche a chi adottava una specie in via di estinzione. È chiaro che se il dono arriva a festività concluse? Non sappiamo ancora valutare i mancati introiti, ma abbiamo ricevuto molte telefonate di protesta. Il solo augurio che vorrei fare è che non scattino i preannunciati aumenti». Già, perché il grande disguido natalizio si è verificato proprio nei giorni in cui Poste italiane comunicava un aumento delle tariffe per le organizzazioni non profit, a fronte di una diminuzione dei contributi del dipartimento per l?Editoria (in vigore dal primo gennaio 2008). Aumenti sì, ma il servizio? A scaldarsi è appunto il fronte delle tariffe. Il ragionamento delle organizzazioni non fa una piega: «Se Poste italiane non riesce a compensare altrimenti la riduzione dei contributi statali, siamo disponibili a pagare di più, ma vorremmo un servizio all?altezza». Su questa posizione le associazioni stanno confrontandosi. Alcune di loro – fra cui WWF e Lega del Filo d?oro – hanno sottoscritto una lettera destinata a Vittorio Mincato e a Massimo Sarmi, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Poste italiane, in cui si chiede di sospendere l?incremento tariffario «almeno sino a quando l?ente da voi diretto non sia in grado di garantire un recapito tempestivo». Dal canto suo Poste italiane fa sapere che ancora gli aumenti non sono stati quantificati. «Soprattutto non è detto», spiega l?ufficio stampa, «che debbano essere indistinti. Per il momento si sa che non saranno retroattivi e che per i primi mesi dell?anno sarà Poste italiane a farsi carico del mancato ricavo». Insomma, la partita è tutta da giocare.


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