Mondo

Care cooperative, siate protagoniste

di Maurizio Regosa

segue da pag. 33
Intendiamo attivarci per velocizzare i pagamenti delle fatture. Attualmente abbiamo un ritardo medio di sei mesi. Stiamo verificando la possibilità che il Comune paghi mensilmente, inserendo tra i servizi essenziali quelli prestati dalle cooperative sociali.
SJ: Questa è una buona notizia. E per il futuro?
D’Innocenzo: Mi auguro che il mondo cooperativo colga l’occasione per essere protagonista della ripresa. Qui il discorso è duplice. C’è un aspetto generale che riguarda tutta la cooperazione e uno particolare che concerne la sociale. In questa città c’è un bisogno estremo di lavoro. Gli aquilani sono persone con un grado di formazione molto elevato ma che fin qui non hanno avuto molte opportunità occupazionali. Penso che la cooperazione possa essere uno strumento determinante in questo senso. Dalla cooperazione edilizia a quella che si occupa di restauro, a quella agricola. Insieme le coop potrebbero costituire una massa critica utile per aprire spazi di lavoro a L’Aquila. Altrimenti la ripresa sarà realizzata soltanto da aziende che vengono da fuori. Sarebbe meglio sviluppare un tessuto cooperativo per far lavorare di più gli aquilani, per mettere a sistema le competenze che ci sono ma faticano a diventare capacità organizzativa.
SJ: Per quanto riguarda le sociali?
D’Innocenzo: Su questo terreno il Comune sarà coinvolto in primo piano. Perché aumenterà enormemente il bisogno sociale: da quello di nido (e le strutture private sono state colpite più di quelle pubbliche) al supporto agli anziani e alla disabilità. Abbiamo perso gran parte dei centri sociali per gli anziani. Senza contare che dovremo fronteggiare l’impatto psicologico del terremoto. Emergerà con il tempo. Per tutte queste ragioni penso che l’emergenza sul campo sociale sarà esplosiva nei prossimi mesi. Mi pare che ci siano risorse dignitose. Ma il Comune da solo non sarà in grado di dare rapidamente le risposte necessarie: dalle comunità ai centri d’accoglienza per anziani disabili, dalle case famiglia ai servizi socio educativi. È chiaro che intendiamo coinvolgere la cooperazione sociale. Nei prossimi giorni faremo un punto con le realtà sociali del territorio. Partendo da un problema serissimo che è il danno che le cooperative stesse hanno ricevuto.


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