Cultura

Card. Trujillo: obiezione di coscienza vs. unioni gay

Il cardinale Alfonso Lòpez Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha ripetuto le sue posizioni, argomentandole, all'agenzia vaticana Fides

di Paolo Manzo

”Ho parlato in questi giorni dei gravissimi problemi che riguardano la famiglia e la vita in alcuni Paesi, a causa di una cattiva interpretazione di cosa rappresenti una maggioranza parlamentare e delle leggi che possono venire emanate. Dalle piu’ antiche e venerabili tradizioni ci e’ stato tramandato che le leggi che non sono giuste sono chiamate leggi inique, perche’ manca l’equita’ propria della giustizia”. Lo ha dichiarato il cardinale Alfonso Lòpez Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, all’agenzia vaticana Fides. Il cardinal Trujillo, alla domanda su come i cristiani possono opporsi a simili normative, invita a praticare l’obiezione di coscienza e scende in campo con un’intervista all’organo di informazione commentando la situazione che si sta verificando in Spagna, con quella che l’Agenzia Fides definisce ”un attacco sistematico alla famiglia” attraverso una serie di misure diverse che il governo sta imponendo, come la modifica del Codice civile per permettere il ”matrimonio” tra persone dello stesso sesso con la possibilita’ di adottare figli, l’agevolazione dei processi di separazione e divorzio, la consegna gratuita in tutti i centri sanitari della pillola abortiva del giorno dopo. Secondo il presidente della Pontificia commissione per la Famiglia, il cristiano puo’ opporsi a questo tipo di legge praticando l’obiezione di coscienza.”Nei nn. 69, 73, 74 dell’Evangelium Vitae-ricorda il cardinal Trujillo- e’ indicata l’obiezione di coscienza. Questo vuol dire che ogni persona puo’ invocare l’obiezione di coscienza e non prestarsi ad accondiscendere chiaramente a un tale delitto, che rappresenta la distruzione del mondo. L’obiezione di coscienza e’ stata sempre rispettata nel diritto e nelle costituzioni di tutti i popoli, e lo Stato e’ sempre tenuto a rispettarla senza esercitare minacce. Un credente non deve accettare di ”bruciare incenso” a false divinita’, come i primi cristiani si rifiutarono di farlo davanti agli imperatori. Se obbligano i cristiani a fare cio’ che e’ contrario alla loro fede, alla loro coscienza, allora si ripeterebbe la storia. Per questo-ricorda il cardinal Trujillo- Papa Giovanni Paolo II ha sempre ripetuto che occorre obbedire prima a Dio che agli uomini”. ”I cristiani, anche se sono impiegati dello Stato, sono chiamati a ricorrere all’obiezione di coscienza perche’ la legge di cui parliamo e’ una ferita profonda al senso morale, alla fede. Inoltre e’ un problema mondiale, perche’ sta creando scandalo universalmente, per tutte le religioni e tutte le culture. Quindi e’ una sfida mondiale. L’obiezione di coscienza non e’ un’invenzione della Chiesa: il cristiano deve opporsi e far rispettare la sua fede, cosi’ come i medici si oppongono a praticare un aborto. All’obiezione di coscienza si ricorre non solo per l’aborto oppure per il ”matrimonio” tra omosessuali, ma per tutte le leggi inique. E in questo caso -avverte il cardinal Trujillo- si tratta di leggi profondamente inique e dunque si puo’ usare l’obiezione di coscienza”.Il presidente della Pontificia commissione per la Famiglia ricorda che questo principio e’ stato affermato anche da Papa Giovanni Paolo II il 29 gennaio 2002, quando parlo’ alla Rota Romana riguardo al divorzio. ”Deve esserci dunque la possibilita’ di ricorrere all’obiezione di coscienza, sempre che lo Stato non sia totalitario. Se chi pratica l’obiezione di coscienza fosse cacciato del lavoro-osserva il porporato all’agenzia Fides- ci si troverebbe di fronte al piu’ crudo totalitarismo. La democrazia e’ sempre rispetto della liberta’, non rispettare questo principio e’ molto pericoloso e grave. Quale Stato si potra’ permettere un futuro degno dell’uomo quando sta negando l’uomo e lo sta disumanizzando?”. ”San Tommaso -ricorda il cardinal Trujillo- dice ”lex injusta non obligat”. Questo significa che se le leggi non rappresentano un bene per l’integrita’ dell’uomo e della societa’, ma sono piuttosto imposte dall’esterno, possono rovinare la struttura di una istituzione naturale cosi centrale nella societa’ e nella Chiesa come e’ la famiglia. Dovremmo ricordare la Lettera a Diogneto, dove si afferma che i cristiani assomigliano a tutti gli altri in tante cose, nel mangiare, nel vestire, tranne che in una: il letto non e’ comune. Vuol dire che il letto e’ il luogo di un amore coniugale fedele, esclusivo, che dura fino alla morte; e’ il luogo dove, per l’apertura alla vita, possono essere generati i figli. Esso esprime quindi le proprieta’ e i significati del matrimonio ricordati dalla Humanae Vitae: il significato di unione e il significato procreativo”. ”Per questo -commenta il presidente del Pontificio consiglio per la famiglia- il via libera che si e’ dato o si cerca di dare in alcuni parlamenti, come nel caso della Spagna, alle coppie di fatto, rappresenta il primo passo per affrontare altri problemi che peggiorano la situazione e in questo modo distruggono, pezzo a pezzo, l’istituzione familiare, un prezioso bene comune dei popoli e un patrimonio dell’umanita’. La Lettera a Diogneto dice anche di non causare danno ai figli, in primo luogo di non abortirli, di rispettare la loro vita”. ”Questi due grandi principi -ricorda il cardinal Trujillo- sono ritenuti centrali dalla Chiesa, qualcosa di essenziale voluto da Dio come un disegno sacro fin dalla creazione, come leggiamo nel Vangelo di Matteo. Questa non e’ una nostra invenzione, ma fa parte del disegno sacro del Creatore che vuole il bene dell’umanita’. A volte qualcuno dice: ”ma in che cosa stiamo facendo male ?” Proprio in quelle cose che la Chiesa ha piu’ a cuore e per cui ha dovuto soffrire in diverse epoche della storia. Oggi il problema e’ piu’ grave e cosi, a poco a poco, si e’ arrivati alle coppie di fatto, che costituiscono una finzione giuridica. Queste unioni non promettono niente ai figli, niente ai partner, nessuna stabilita’, niente davanti alla societa’ e niente davanti a Dio, ma vogliono avere tutti gli effetti che sono propri del matrimonio autentico”. ”Nell’unione di fatto -avverte il cardinal Trujillo- non si offre nulla. E’ stato presentato come progresso cio’ che in realta’ e’ una significativa retrocessione morale. Il problema si e’ aggravato perche’ tutte queste coppie si presentano come una alternativa al matrimonio. Mai, fin dai tempi piu’ antichi dell’umanita’ e della cultura, in nessun popolo si e’ mai visto che il matrimonio non sia unione di amore e di vita tra un uomo e una donna. Tutta la storia lo conferma, ed i grandi antropologi osservano che non si e’ mai conosciuto nulla di simile”. Secondo il presidente della Pontificia commissione per la Famiglia, ”per accettare i ”matrimoni” di persone dello stesso sesso hanno dovuto cambiare, falsandola, la definizione stessa di matrimonio”. ”E’ la prima volta nella storia -osserva il cardinal Trujillo- che un paese fa una cosa di questo genere. Cambiando la definizione, si afferma che il matrimonio puo’ essere l’unione di due persone, ma non si spiega che devono essere due persone di sesso diverso. Ci fanno credere che questo e’ un diritto e non un danno per la famiglia. Ma quale persona, con una formazione antropologica elementare, nella storia delle cultura umane, nel pensiero giuridico, puo’ affermare una simile cosa ? Se prendiamo qualsiasi dizionario in qualsiasi lingua, fino a cinque anni fa, il matrimonio era definito come unione tra un uomo e una donna. Dunque e’ una cosa che va proprio contro il senso comune, che va contro i principi del diritto”. ”Molti -aggiunge all’agenzia Fides il cardinal Trujillo- si mostrano meravigliati per la posizione della Chiesa riguardo alla famiglia, senza considerare che la concezione del matrimonio e’ un patrimonio comune dell’umanita’. In Spagna, per esempio, gli Islamici, gli Ebrei e altri gruppi religiosi hanno protestato pubblicamente perche’ l’autentico matrimonio e’ un patrimonio comune dell’umanita’ e della religione”. ”Io davanti a Dio e rispettando la mia missione- continua il cardinal Trujillo alla Fides- devo essere fedele a questo principio: il matrimonio viene da Dio, e’ una istituzione naturale del Creatore per proteggere il vero amore, proteggere i bambini, proteggere gli sposi. Altrimenti gli sposi saranno autorizzati a non credere a nessuno, perche’ e’ come se fosse stata istituita l’infedelta’, anzi e’ istituita in sommo grado la somma infedelta’ di un tipo di unione che non puo’ reggersi davanti alla societa’ e davanti a Dio”. ”Per poter arrivare a questo- spiega il presidente della Pontificia commissione per la Famiglia-il terreno e’ stato preparato da tempo, attraverso la cosiddetta teoria del ‘genere’, che afferma: il sesso non e’ qualcosa che appartiene alla natura umana, non e’ intrinseco, costitutivo, anche se il codice genetico dimostra il contrario. Dicono invece che cio’ non conta niente, perche’ la persona puo’ fare la sua scelta in seguito, perche’ le culture non sono permanenti ma mutevoli. Questa teoria e’ servita a preparare la possibilita’ delle coppie di fatto di persone dello stesso sesso”. Duro il giudizio del cardinal Trujillo anche sulla possibilita’ della adozione dei bambini da parte di coppie dello stesso sesso. ”Questa -afferma il porporato- e’ la distruzione del futuro dei bambini, i bambini subiscono una violenza morale. Nella Convenzione delle Nazioni Unite del 1998 si e’ affermato che il principio piu’ grande deve essere il bene del bambino, i diritti del bambino. Questo e’ il principio centrale vigente nelle diverse costituzioni di tantissimi paesi firmatari della Convezione. Questa Convezione e’ stata anche approvata dalla Convezione de L’Aja. Io ho avuto l’onore e la responsabilita’ di guidare, due anni fa, la delegazione della Santa Sede alle Nazioni Unite, dove ho ricordato il sacro diritto dei bambini ad avere una vera famiglia, dove possano essere amati, crescere e svilupparsi armoniosamente. E nessuno ha protestato. Adesso invece ricevo delle proteste sul mio operato, quando invece si tratta di cio’ che la Chiesa ha predicato davanti a tutto il mondo. Lo ha fatto Giovanni Paolo II, lo ha fatto il Cardinale Ratzinger, oggi nostro amato Papa, lo hanno fatto le Conferenze Episcopali. Dunque non e’ un’opinione personale ma e’ un dovere che io ho lavorando per la famiglia”. ”Affermano che questi bambini adottati da coppie dello stesso sesso sono felicissimi. Forse si’, mentre hanno uno o due anni di eta’, ma quando avranno l’uso della ragione, quando cresceranno, saranno giovani, quale sara’ la tragedia di presentarsi agli altri e dire i ”miei genitori” sono due uomini o due donne? In questo modo -secondo il cardinal Trujillo- si mette a rischio la personalita’, l’equilibrio, l’armonia dei bambini. I nostri esperti di tutto il mondo dicono unanimemente che si tratta di una violenza sui bambini, perche’ i bambini cercano un modello da imitare e il modello piu’ prossimo sono i genitori. Ma quando questi sono dello stesso sesso, cosa assimilera’ il bambino? Questa realta’ viene presentata come se fosse solida, matura, possibile. E questo non e vero”. ”Molte volte ho ripetuto che bisogna rispettare le persone omosessuali, amarle, aiutarle, far vedere loro che non c’e’ soltanto questa vita ma anche l’altra e far vedere loro come possono uscire di questa situazione, se veramente lo vogliono. La Chiesa non vuole che queste cosiddette ”coppie” siano sottoposte a discriminazioni, non devono essere umiliate, subire scherzi o qualsiasi tipo di mancanza di rispetto. Sono persone umane che dobbiamo amare. Non e’ vero che la Chiesa non ami queste persone, proprio perche’ le ama-afferma il cardinal Trujillo- vuole condurle alla salvezza”.


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