Cultura
Card. Martino: preoccupato per Cpt, moralmente inaccettabili
Il cardinale ha puntato l'indice contro la detenzione di bambini, disabili, vittime di violenze e torture e donne in gravidanza. In tutti questi casi la detenzione ''non è moralmente accettabile'
di Paolo Manzo
”Il moltiplicarsi dei centri di detenzione per richiedenti asilo e immigrati desta molta preoccupazione”. Lo ha affermato questa mattina il cardinale Renato Martino, presidente del Pontificio consiglio giustizia e pace, intervenendo alla presentazione della Coalizione internazionale contro la detenzione degli immigrati avvenuta questa mattina nella sede della Radio Vaticana. ”Questi centri – ha aggiunto il cardinale – sono disseminati a centinaia in Europa, Africa, Asia, Oceania e nelle Americhe. L’Australia e’ un esempio estremo e preoccupante”. ”Il fatto che, sulla base di non meglio identificati motivi di sicurezza nazionale, molti Paesi ricorrano alla detenzione in maniera abituale e sistematica, piuttosto che in via eccezionale, desta altresi’ molta preoccupazione”. Prima di ricorrere alla privazione della liberta’ di un individuo, ha osservato il porporato, e’ necessaria una riflessione attenta in quanto ”le risposte degli Stati devono essere proporzionali e devono prendere in considerazione le circostanze individuali. Sembra invece che molti Stati non stiano adottando misure proporzionali”.
Il cardinal Martino ha poi sottolineato il rischio che immigrati e richiedenti asilo detenuti a lungo nei Paesi d’arrivo possano piu’ facilmente suicidarsi per l’accumulo di sofferenze cui sono stati sottoposti. ”Lunghi periodi di detenzione – ha detto Martino – possono ulteriormente segnare individui che hanno gia’ sofferto difficolta’ e abusi prima di giungere nei Paesi dove verranno detenuti. Cio’ puo’ rendere piu’ complessa la loro reintegrazione nella societa’ e in non pochi casi puo’ indurli persino a togliersi la vita”. ”Qualora ragioni di sicurezza nazionale richiedano che in alcuni casi eccezionali i richiedenti asilo e gli immigrati debbano essere detenuti, questo deve avvenire solo all’interno di criteri ben definiti e per il piu’ breve tempo possibile e sempre riconoscendo loro la possibilita’ di ricorrere ad un’assistenza legale, a consultare medici, familiari, amici e assistenti spirituali”. Il cardinale ha anche puntato l’indice contro la detenzione dei bambini, le persone con disabilita’ mentali o fisiche, le vittime di violenze e torture, le donne nell’ultima fase della gravidanza. In tutti questi casi la detenzione, ha spiegato il cardinale, ”non e’ moralmente accettabile”.
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