Welfare

Carceri turche: la protesta oggi conta 22 vittime

Ieri altri due detenuti sono morti in seguito a un lunghissimo sciopero della fame, opposizione non violenta alla riforma dei penitenziari

di Redazione

Nelle carceri turche, le vittime dello sciopero della fame salgono a 22. Risalgono solo a ieri le ultime due morti: quella del trentaduenne Huseyin Kayaci, detenuto della prigione di Buca e deceduto in ospedale dopo 148 giorni di sciopero della fame. E quella di Cafer Tayyar Bektas, 25 anni, morto ad Ankara dopo un digiuno di 166 giorni. Altri 250, fra detenuti e loro familiari, stanno attuando lo sciopero della fame in Turchia, e una cinquantina fra loro sono in pericolo di vita. La protesta non violenta si scaglia contro una riforma carceraria che prevede celle costruite per un numero di reclusi da uno a tre: una situazione in cui – denunciano i prigionieri – le guardie carcerarie avrebbero miglior gioco per compiere abusi e violenze. Eppure il governo non vuole tornare indietro, dichiarando che la riforma sarebbe necessaria per isolare i detenuti che nelle attuali condizioni sono in grado di comunicare fra loro e, di conseguenza, portare avanti attività illegali. La scorsa settimana il Parlamento turco ha approvato una legge che permette ai carcerati in cella di isolamento di prendere parte a certe attività comuni, ma le associazioni schierate al fianco degli scioperanti non hanno ritenuto la modifica abbastanza soddisfacente per interrompere la protesta.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA