Emergenza penitenziaria

Carceri, nel Lazio sovraffollamento al 145%

A Roma e nei capoluoghi di provincia della regione quattro istituti di pena sono sovraffollati più del 170%. I detenuti sono 6.702 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 5.213 posti e 4.610 posti effettivamente disponibili. Sovraffollato anche l’istituto minorile Casal del Marmo. I garanti territoriali hanno indetto una mobilitazione nazionale per riportare al centro del dibattito pubblico la questione carceraria

di Ilaria Dioguardi

Nel Lazio il tasso di sovraffollamento negli istituti penitenziari è, in media, del 145%, a fronte di un dato nazionale del 132,4%. «Serve un provvedimento deflattivo, l’amnistia e l’indulto, che consenta di fare uscire dal carcere 15mila persone». A dirlo è stato il garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della regione Lazio, Stefano Anastasìa, durante la conferenza stampa organizzata assieme alla garante di Roma Capitale, Valentina Calderone, in occasione della mobilitazione nazionale indetta dalla Conferenza dei garanti territoriali che si è svolta a Roma, all’istituto regionale di studi giuridici del Lazio, Arturo Carlo Jemolo.

In quattro istituti il sovraffollamento supera il 170%

Nel Lazio il sovraffollamento raggiunge picchi del 185% a Regina Coeli, a Civitavecchia Nuovo complesso (178%), a Rieti (174%) e Latina (171%). Il carcere romano è all’undicesimo posto in Italia per indice di sovraffollamento. «A seguito di una protesta, a Regina Coeli una sezione lo scorso settembre è stata chiusa per ristrutturazione e i posti disponibili, da 628, sono diventati 570 ma le persone presenti sono rimaste, su per giù, le stesse», ha detto Calderone.

I garanti Stefano Anastasìa e Valentina Calderone

Negli istituti laziali sono presenti 6.702 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 5.213 posti e di 4.610 posti effettivamente disponibili (dati al 28 febbraio 2025). «I dati relativi ai detenuti con residui pena inferiori a due anni», ha proseguito Anastasìa, «sono equivalenti al numero dei detenuti che eccedono le disponibilità degli istituti penitenziari. I condannati dovrebbero poter stare fuori dal carcere per evitare le condizioni di sovraffollamento. Sappiamo che il governo non ci vuole sentire, ma sappiamo anche che presta particolare attenzione alla condizione del personale penitenziario. Inoltre, serve un numero di ingresso programmato e lavorare sul reintegramento delle persone».

I detenuti aumentano, i posti disponibili diminuiscono

Al 25 febbraio 2025 «ci sono 15mila persone più di quante gli istituti penitenziari possano ospitarne», ha affermato Anastasìa. «I posti regolamentari effettivamente disponibili sono, negli ultimi anni, diminuiti, nonostante una delle risposte che il Governo si è impegnato più volte a perseguire sia quello di aumentare la capienza delle carceri». I presenti negli istituti di pena sono 62.132, a fronte di 46.910 posti disponibili, per un tasso di affollamento del 132,4% (dati Garante nazionale diritti delle persone private della libertà – Gnpl). Nello stesso periodo del 2024, nelle carceri italiane le persone detenute erano 60.924 in 47.522 posti disponibili e un tasso di affollamento del 128,5%. In un anno 1.208 detenuti in più, con 612 posti disponibili in meno.

In Italia, in 149 Istituti penitenziari su 189 il numero dei detenuti presenti supera quello dei posti disponibili (in 54 il tasso di affollamento supera il 150%). Il carcere più affollato è San Vittore a Milano, con un affollamento del 214%. Dall’inizio dell’anno, sono già 15 i suicidi tra i detenuti (dati dal dossier Morire di carcere di Ristretti Orizzonti).

Sovraffollati anche gli istituti minorili

Gli Istituti penali per minori – Ipm non sono mai stati in condizione di sovraffollamento», ha continuato il garante del Lazio, «ora registriamo una condizione di sovraffollamento importante anche a Casal del Marmo».
«Il minorile di Roma rispecchia la condizione attuale: più o meno tre anni fa i ragazzi e le ragazzi negli istituti penitenziari per minori erano intorno ai 300», ha spiegato la garante dei detenuti di Roma Capitale Valentina Calderone.

In Italia, in 149 Istituti penitenziari su 189 il numero dei detenuti presenti supera quello dei posti disponibili, in 54 il tasso di affollamento supera il 150%

Siamo arrivati agli ultimi dati (15 febbraio) in cui in tutta Italia sono 610, un aumento di oltre il 100%. Non giustificato dal fatto che siano diventati molto più criminali i ragazzi e le ragazze, ma è anche l’effetto di alcune leggi, come lo spaccio di lieve entità inserito dentro al Decreto Caivano». Si tratta di «una situazione che da mesi noi troviamo incastrata su se stessa e non si riesce a trovare il bandolo per risolverla. Questi ragazzi stanno chiusi dentro alle loro stanze per tutto il giorno senza fare niente e questo incrementa la spirale di aggressività e di frustrazione», ha concluso Calderone. 

Affettività in carcere: non c’è più tempo

Per Anastasìa e Calderone non si può più attendere: «Bisogna garantire l’effettività della sentenza 10 del 2024 della Corte costituzionale sull’affettività in carcere. A un anno di distanza, ancora in nessun istituto penitenziario d’Italia è stato consentito ai detenuti di avere colloqui riservati con i propri partner». Oltre a questo, cosa fare? «È necessario garantire l’aumento dei colloqui telefonici previsto dal Decreto Carceri 2024. Inoltre, chiediamo un’apertura più significativa al volontariato e lo svolgimento delle attività anche in orari pomeridiani».

Foto di apertura di Matthew Ansley su Unsplash. Nell’articolo screenshot del video di Radio Radicale della conferenza stampa “Presentazione di dati e considerazioni relativi alle principali criticità del sistema penitenziario a Roma e nel Lazio”

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