Rapporti
Carceri, il tasso di affollamento è arrivato al 132,6%
Antigone presenta in un report i numeri del 2024 negli istituti penitenziari italiani. Sono 62.153 i detenuti al 16 dicembre, a fronte di una capienza regolamentare di 51.320 posti. Il presidente Patrizio Gonnella: «Torniamo a un’idea di pena equa e dolce come ci aveva insegnato Cesare Beccaria. Il prossimo 26 dicembre Papa Francesco sarà a Rebibbia e ci auguriamo che questa iniziativa del Pontefice possa riaccendere l'attenzione e la speranza nelle carceri italiane»
Pochi giorni prima dell’appuntamento giubilare che vedrà Papa Francesco varcare le soglie del carcere di Rebibbia per l’apertura di una delle Porte Sante, Antigone pubblica un report di fine anno, con i dati principali che l’associazione ha raccolto durante il 2024. Lo scorso 16 dicembre, in Italia erano 62.153 le persone detenute, a fronte di una capienza regolamentare di 51.320 posti. Di questi posti, però, 4.462 non erano disponibili, per inagibilità o manutenzioni, dunque la capienza effettiva scende a meno di 47mila posti, il tasso di affollamento medio arriva al 132,6%.
Mille posti in più, ma 8mila detenuti in più
Un anno fa, alla fine del 2023, i detenuti erano 60.166, circa 2mila in meno di oggi. I posti detentivi effettivamente disponibili sono passati dai 50.228 della fine del 2016 ai 51.320 del 16 dicembre 2024. Circa 1.000 in più, ma intanto i detenuti sono diventati circa 8mila in più. «Le carceri sono in una situazione drammatica. Non è esasperando il conflitto tra poliziotti militarizzati e detenuti che si fa del bene al sistema. Così facendo, soffiando il fuoco sulle tensioni, anche il personale penitenziario ne sarà colpito. Torniamo a un’idea di pena equa e dolce, come ci aveva insegnato Beccaria». A commentare questo annus horribilis delle carceri è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
Il Papa in carcere: «Speriamo possa riaccendere l’attenzione e la speranza»
«Il prossimo 26 dicembre Papa Francesco sarà in carcere e ci auguriamo che questa iniziativa del Pontefice possa riaccendere l’attenzione e la speranza nelle carceri italiane. Speranza che il Governo faccia marcia indietro nei propositi più repressivi e duri. Speranza che si investa in percorsi di reinserimento sociale senza trasformare il carcere in luoghi di vendetta», continua Gonnella. «Speranza che le condizioni drammatiche di detenzione siano superate da politiche attente, che guardino alla dignità della persona e ad una pena che poggi pienamente sul dettato costituzionale. Papa Francesco ha scritto nel 2014 sulle carceri parole importanti. Su quelle parole andrebbe costruito un programma di governo. Non sulla criminalizzazione dei più vulnerabili».
Non c’è lo spazio minimo in quasi un terzo delle celle
Nelle 87 carceri visitate dall’Osservatorio di Antigone negli ultimi 12 mesi, in 28 istituti (il 32%) c’erano celle in cui non erano garantiti tre metri quadrati calpestabili per ogni persona detenuta. «Non a caso il numero di ricorsi da parte di persone che lamentavano di essere state detenute in condizioni che violano l’art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, e che vengono accolti dai tribunali di sorveglianza italiani, è in costante aumento dalla fine della pandemia. Sono stati 3.382 nel 2020, 4.212 nel 2021 e 4.514 n 2022, 4.731 nel 2023», si legge nel report.
Degli 87 istituti visitati, il 35,6% è stato costruito prima del 1950 (il 23% del totale, prima del 1900). Nel 10,3% dei casi non tutte le celle erano riscaldate, nel 48,3% c’erano celle dove non era garantita l’acqua calda per tutto il giorno e in ogni periodo dell’anno. Nel 55,2% degli istituti visitati c’erano celle senza doccia e nel 25,3% non ci sono spazi per lavorazioni.
In crescita suicidi ed eventi critici
Secondo Ristretti Orizzonti, dall’inizio del 2024 si sono tolte la vita 88 persone detenute. «Mai si era registrato un numero così alto, superando addirittura il tragico primato del 2022 che, con 84 casi, era stato fino ad ora l’anno con più suicidi in carcere di sempre. Oltre ai suicidi, il 2024 è stato in generale l’anno con il maggior numero di decessi. Se ne contano 243 da inizio gennaio», si legge nel report. Delle 88 persone morte suicide, due erano donne: una detenuta a Torino e una a Bologna, e almeno 23 avevano un’età compresa tra i 19 e i 29 anni. Sono state almeno 40 le persone straniere.
Secondo il Garante nazionale delle persone private della libertà personale, più della metà delle persone che si sono suicidate in carcere quest’anno erano coinvolte in altri eventi critici. Tra queste, 21 avevano precedentemente messo in atto almeno un tentativo di suicidio. Molte le persone con disagio psichico e con passati di tossicodipendenza. Almeno 20 erano senza una fissa dimora. Nel 2024, negli istituti visitati da Antigone, si sono registrati in media ogni 100 detenuti 20,3 atti di autolesionismo (erano 16,3 nel 2023), 2,5 tentati suicidi (2,3 nel 2023), 2,6 aggressioni ai danni del personale (erano 2,3) e 7,7 aggressioni ai danni di altre persone detenute (erano 4,6).
Foto di Tim Photoguy su Unsplash
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