Welfare
Carceri, “Finanziaria mannaia per le esecuzioni esterne”
La denuncia e' di Fabrizio Rossetti, responsabile nazionale Fp-Cgil settore penitenziario. All'orrizonte tagli per 1,3 milioni di euro
”Quella recentemente approvata e’ la legge Finanziaria che sancisce ufficialmente l’irreversibilita’ della crisi del sistema carcerario”. La denuncia e’ di Fabrizio Rossetti, responsabile nazionale Fp-Cgil settore penitenziario, che parla di ”epilogo” di una politica che per tre anni consecutivi ”ha ridotto i capitoli di bilancio per l’assistenza sanitaria in carcere, per le spese di mantenimento in carcere dei detenuti , per le attivita’ di rieducazione e di reinserimento sociale e per il lavoro”. Rossetti elenca puntigliosamente gli effetti dei tagli contenuti nella manovra correttiva appena licenziata dal governo. ”Per i servizi di missione del personale della polizia penitenziaria e di quello civile dell’amministrazione penitenziaria la scure del ministro dell’Economia ad interim riduce le gia’ insufficienti risorse per quasi 1,3 milioni di euro pari a quasi il 10 per cento dell’intero bilancio del 2004; con quelle risorse – fa notare – gia’ non si riuscivano a pagare tutti i servizi di traduzione dei detenuti, compresi quelli relativi all’accompagnamento in udienza”. Per la manutenzione ordinaria delle carceri invece il taglio e’ ”di circa il 15%”, con il risultato che ”diventera’ ormai impossibile mantenere a livelli dignitosi le condizioni strutturali delle oltre 250 carceri italiane, molte delle quali obsolete e fatiscenti”. E ancora non basta: ”le spese per l’informatizzazione dell’amministrazione carceraria subiscono un taglio di oltre il 30% rispetto all’anno passato e gli stanziamenti per l’acquisto dei mezzi di trasporto, da destinare ai servizi di tutela e scorta vengono ridotti di circa 6 milioni di euro”. ”Gravissimo”, secondo la Fp Cgil, e’ anche ”l’attacco al sistema dell’esecuzione penale esterna, cioe’ a quelle attivita’ che seguono il reinserimento sociale dei condannati: il capitolo di bilancio relativo ai canoni di affitto per le sedi dei Centri di servizio sociale adulti viene falcidiato di una somma pari ai due terzi dell’intero bilancio”.
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