Emergenze
Carceri, è alta tensione
La protesta di alcuni detenuti e il ferimento di due agenti nel carcere di Benevento, un incendio appiccato nella Casa circondariale San Vittore di Milano con l’intossicazione di quattro detenuti. Sono due degli episodi che testimoniano il grande fermento che vivono in questo periodo gli istituti penitenziari italiani
La mattina di sabato 18 maggio si sono registrati momenti di tensione nella Casa circondariale di Benevento. Il motivo sarebbe stato il mancato accompagnamento di un detenuto ad effettuare una visita dal medico, all’interno della Casa circondariale. Si sono verificati attimi di protesta durante i quali è stato mandato in frantumi un vetro, due agenti hanno riportato lievi lesioni e sono stati medicati in ospedale.
La sera di domenica 19 maggio nella Casa circondariale San Vittore di Milano, probabilmente per un’azione dolosa, sono bruciati sei materassi in una cella occupata da sette detenuti, quattro di loro sono rimasti lievemente intossicati dal fumo. Un paio di settimane fa alcuni giovani detenuti hanno appiccato un incendio in una cella dell’Istituto penale per minorenni – Ipm “Cesare Beccaria” di Milano, recentemente al centro di un’indagine della procura su presunte torture e aggressioni a giovani detenuti da parte di 21 agenti della Polizia penitenziaria (VITA ne ha parlato QUI, QUI, e ancora QUI).
Le situazioni esplosive negli istituti penitenziari sono incentivate dal sovraffollamento carcerario, che ha raggiunto una media del 119,3%, secondo i dati di Nodo alla gola. XX Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione. Sovraffollati anche gli Ipm, con 571 ragazzi reclusi, in sette su 17 carceri per minori il numero di presenze è superiore ai posti disponibili (VITA ne ha parlato QUI). «Viviamo una situazione difficile a causa del sovraffollamento delle carceri», ha detto all’agenzia Ansa il direttore del carcere di Benevento, Gianfranco Marcello, a proposito dei disordini avvenuti. «Abbiamo quasi il doppio dei detenuti che dovremmo avere e gestiamo con non poche difficoltà la situazione, grazie esclusivamente all’impegno eroico del personale. Dopo la protesta», ha concluso Marcello, «gli stessi detenuti hanno collaborato alla pulizia e a sistemare i locali».
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