Welfare

Carcere: un agente si suicida al lavoro

Lo denuncia il Garante regionale dei diritti dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni.

di Redazione

Un agente della polizia penitenziaria di 46 anni si è ucciso questa mattina sparandosi un colpo di pistola nel carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso. Lo rende noto il Garante regionale dei diritti dei detenuti Angiolo Marroni.  
Secondo quanto appreso dal garante l’uomo – un ispettore di sorveglianza generale originario di Roma, divorziato e con due figli – è arrivato regolarmente al lavoro fra le 7.00 e le 7.30, ha ritirato in Direzione la pistola di ordinanza e subito dopo è andato nella sua stanza, dove si è sparato allo sterno. L’ispettore avrebbe lasciato un biglietto, indirizzato alla sorella, per spiegare i motivi del suo gesto.  
«Purtroppo in carcere si continua a morire – ha detto il Garante dei detenuti Angiolo Marroni – Che  a togliersi la vita siano reclusi o agenti, la sostanza non cambia: il carcere è una realtà dura e complessa che, a volte, fa apparire insuperabili i problemi quotidiani. Per quanto riguarda la polizia penitenziaria, l’episodio di oggi, le agitazioni di Viterbo e le segnalazioni sulle carenze di personale sono spie di un malessere che sta diventando profondo e che diventerà ancora più insopportabile con il sovraffollamento che deriverà dall’entrata in vigore dei nuovi provvedimenti del governo. La Regione Lazio, su sollecitazione di questo Ufficio, sta attivando interventi a sostegno degli agenti sia di carattere psicologici che per dotarli degli strumenti culturali per mediare con una popolazione detenuta sempre più variegata».

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