Welfare

Carcere, Sulmona: primi trasferimenti dei detenuti

Dopo l'ultimo caso di suicidio nel centro di detenzione abruzzese si cerca di correre ai ripari, i primi trasferimenti dei detenuti "psicologicamente più a rischio"

di Redazione

Verranno trasferiti gia’ nelle prossime ore dal carcere di Sulmona i primi detenuti, circa una decina, individuati tra quelli piu’ a rischio di atti autolesionistici, e comunque con le situazioni psicologiche piu’ difficili. E’ il primo dei provvedimenti concordati dal Ministero di Giustizia e dal Dap – oltre alle indagini interne avviate gia’ da ieri – dopo l’ultimo caso di suicidio nell’istituto di pena, con la morte, mercoledi’ sera, del detenuto pugliese Francesco Vedruccio. Le procedure per i trasferimenti ad altri penitenziari, che diventeranno esecutivi tra oggi e domani, sono iniziate con la richiesta urgente da parte del Dap alla struttura carceraria abruzzese delle schede personali di una decina di detenuti, con le relazioni sugli aspetti medici e comportamentali, le terapie in atto, i trattamenti di ordine psicologico. Ieri pomeriggio il supercarcere di Sulmona e’ stato visitato dal ministro Roberto Castelli, che si e’ voluto rendere conto di persona della ”situazione intollerabile” – cosi’ l’ha definita – creatasi nella struttura dopo il sesto suicidio in cella nell’arco di 18 mesi, il terzo dall’inizio del 2005. E’ stata ulteriormente rafforzata la squadra che il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha inviato a Sulmona per l’ispezione straordinaria affidata al capo della direzione generale detenuti, Sebastiano Ardita, dopo i numerosi suicidi nel supercarcere abruzzese. Da Roma sono arrivati anche un medico e un educatore, per un totale di sei persone da ieri impegnate nel valutare i casi piu’ ‘a rischio’. Ardita – secondo quanto si e’ appreso – ha parlato a lungo con numerosi detenuti. I primi trasferimenti avverranno presumibilmente gia’ in giornata, o al massimo domani, e riguarderanno i detenuti con problemi psichiatrici o che in passato sono stati protagonisti di episodi di autolesionismo. Si svolgera’ nel primo pomeriggio di oggi, presso la sala autoptica dell’ospedale di Sulmona, l’autopsia sul corpo di Francesco Vedruccio, il detenuto pugliese di 36 anni suicidatosi due sere fa nel carcere della citta’ abruzzese. L’esame necroscopico e’ stato affidato dal magistrato all’anatomopatologo Ildo Polidoro, nell’ambito dell’indagine contro ignoti per l’ipotesi di ”istigazione al suicidio”. I familiari di Vedruccio – il detenuto aveva 12 fratelli – hanno rinunciato a presenziare all’autopsia tramite legali e periti di parte. I primi accertamenti hanno confermato che poche ore prima di mettere in atto il suo gesto, Vedruccio, detenuto con un quadro psicologico di particolare disagio e fortemente provato dalla separazione dalla moglie e dall’impossibilita’ di vedere il figlio, aveva ricevuto mercoledi’ pomeriggio una telefonata dalla madre. Da quel momento, come ha riferito il compagno di cella, aveva visibilmente cambiato umore. In serata, poi, la decisione di farla finita, chiudendosi nel bagno della cella e impiccandosi alla grata della finestra con il cordoncino del giubbotto. Vedruccio, originario di Squinzano (Lecce), condannato per estorsione e rapina, era entrato nel carcere di Sulmona nell’agosto scorso e avrebbe dovuto scontare la pena fino al 2010. Alle sue azioni criminose, secondo gli inquirenti, non sarebbero stati estranei contatti con la Sacra Corona Unita.


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